Da LIBERO del 15 febbraio 2007:
In Egitto pensare con la propria testa costa caro. Abdelkareem ha solo 22 anni, ma ha già sperimentato quanto può essere dura la rappresaglia del regime su chi non si rassegna a tacere. È stato minacciato, espulso dalla sua università, arrestato due volte, interrogato per ore da una sorta di "corte marziale" interna al suo ateneo sulla sua fedeltà all'islam (preghi? Osservi il Ramadan?). Oggi centinaia di persone manifesteranno per lui a New York, Parigi, Londra, Bucarest, Ottawa, Washington. A Roma l'appuntamento è per le 19 davanti all'ambasciata egiziana; l'iniziativa è sostenuta, fra gli altri, da Gaetano Quagliariello, Daniele Capezzone e Antonio Martino, che hanno inviato una lettera al governo per chiedere la sua scarcerazione. «Il nostro obiettivo è liberare le donne dalle catene che ostacolano la loro partecipazione alla vita sociale»; è per aver pubblicato parole come queste che Abdelkareem (ma tutti lo chiamano Karim Amer, il nickname con cui firma il suo blog su internet) è in prigione dal novembre scorso. È stato arrestato dopo che, convocato dal Pubblico ministero di Alessandria d'Egitto per essere interrogato, si era rifiutato di ritrattare quanto aveva scritto sul web. Ad oggi le autorità egiziane gli impediscono di vedere il suo avvocato e i suoi familiari. Le organizzazioni locali per la difesa dei diritti umani temono per la sua sicurezza e affermano che, nella prigione di Al Hadra dove si trova detenuto, la sua vita è in pericolo. Il processo è fissato per il 22 febbraio, e la lista delle accuse contro Karim è interminabile: «Diffusione di informazioni e voci sediziose che mettono a repentaglio la pubblica sicurezza, diffamazione del presidente egiziano, incitamento al rovesciamento del regime per mezzo della propagazione dell'odio e del disprezzo nei suoi confronti, incitamento all'odio verso l'islam e violazione della serenità della vita pubblica, inopportuna diffusione di aspetti che danneggiano la reputazione dell'Egitto». Le autorità egiziane sono state bombardate da migliaia di mail provenienti da tutto il mondo; per aiutare Karim basta un clic di mouse su
www.FreeKareem.org.
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