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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
12.02.2007 "Si moltiplicano i negazionisti dell'Olocausto"
intervista a Elie Wiesel dopo il tentativo di sequestro

Testata: Corriere della Sera
Data: 12 febbraio 2007
Pagina: 12
Autore: Alessandra Farkas
Titolo: «Mai provato un terrore simile dopo gli anni di Auschwitz»
Dal CORRIERE della SERA del 12 febbraio 2007:

NEW YORK — «Era dai giorni bui della mia prigionia ad Auschwitz-Birkenau che non provavo un terrore simile per la mia vita».
Lo scrittore e premio Nobel per la Pace Elie Wiesel accetta di parlare al
Corriere dell'aggressione subita lo scorso 1˚ febbraio a San Francisco, ma solo ad una condizione: «Non rivelare ad alcuno e per nessun motivo i miei numeri e il mio indirizzo».
«Sono abituato a ricevere lettere zeppe d'insulti, odio e minacce», spiega il sopravvissuto all'Olocausto, considerato la massima voce degli ebrei della diaspora. «E sono stato in tanti posti pericolosi, da Sarajevo ad Israele nei giorni più infuocati dell'intifada. Ma questa è solo la seconda volta che mi sono sentito minacciato direttamente, in maniera personale, fisica, concreta. Ho temuto per la mia vita come non mi accadeva dal 1945, prima della fine della guerra».
Come sono andate le cose?
«Mi trovavo all'Argent Hotel di San Francisco per partecipare ad una conferenza internazionale su pace e diritti umani. Avevo appena terminato il mio intervento e stavo rientrando nella mia camera al 36˚piano. Nell'ascensore eravamo in tre: un uomo che è sceso al secondo piano e un giovane che entrando ha pigiato il tasto del 6˚ piano. Era il mio aggressore: Eric Hunt».
Poi cosa è successo?
«Hunt mi ha trascinato di forza fuori esclamando "vieni con me nella mia stanza: voglio intervistarti". Gli ho offerto di fare l'intervista nella hall dell'albergo, ma lui si è rifiutato. Mi stringeva ripetendo "vieni nella mia stanza". Mi sono sentito rabbrividire e ho cominciato ad urlare " help, help", aiuto, aiuto. Dopo tre minuti sono stato soccorso».
E poi?
«Prima di scappare via, Hunt mi ha fissato negli occhi esclamando: "Tu hai paura della verità". Quando la polizia ha fatto irruzione nella sua stanza al sesto piano, lui non c'era già più. Più tardi hanno trovato i suoi documenti e la sua auto, con cui era giunto dal New Jersey, attraversando l'America. Ma è scomparso nel nulla e nonostante una caccia all'uomo in vari Stati, se n'è persa ogni traccia».
Che cosa si sa di lui?
«La polizia ritiene che sia un negazionista ventiduenne del New Jersey. Un tipo benestante. È stato lui stesso a rivendicare il tentato sequestro su un sito Internet antisemita e antisionista. Una confessione che servirà ad incriminarlo. Ovunque va lascia una scia d'indizi; il cerchio si sta stringendo attorno a lui e mi auguro che presto lo arresteranno».
Pensa che si tratti di un pazzo esaltato?
«Aveva un aspetto normalissimo. Però il suo sguardo era freddo e molto determinato».
Ha ancora paura?
«Sì e questa situazione è molto difficile anche per la mia famiglia. È cruciale scoprire se si tratta di un folle che ha agito da solo o del seguace di un'organizzazione più vasta, con complici magari anche in altri Paesi. Il fatto che Hunt sia subito corso su un sito web fa pensare purtroppo ad una cospirazione. I negazionisti esistono in tutto il mondo e la mia regola è sempre stata di non concedere loro l'onore di un dibattito, perché li considero moralmente malati. Per questo mi odiano».
Sarà costretto a cambiare il suo stile di vita?
«Mi hanno assegnato una scorta che mi accompagna ovunque. Non essendo un capo di Stato, il mio stile di vita è sempre stato libero ed aperto. Sono deciso a non dare ai negazionisti il potere di cambiare la mia vita».
Quanto esteso è, oggi, il fenomeno negazionista?
«Se fino ad oggi hanno usato le parole, adesso sono passati alla violenza. Questa è la novità e dovranno tenerne conto anche i legislatori degli Stati Uniti, dove qualsiasi idea, anche la più aberrante, è protetta dal primo emendamento della Costituzione. Il problema è che a fomentare questa ideologia oggi è il clima generale».
Che cosa intende dire?
«Il mio incidente illustra un trend mondiale; se non agisce subito contro questi individui, la società finirà per incoraggiare altri a fare lo stesso. Questi negazionisti sono governati dall'odio verso tutti coloro che parlano a nome della memoria. Il loro numero sta crescendo a vista d'occhio. Ogni volta che tengo un discorso in qualche parte del mondo c'è un gruppo di negazionisti in quel posto che mi aspetta. Se un tempo qualcuno mi avesse profetizzato tale fenomeno non gli avrei mai creduto. Purtroppo la Terra sta diventando un posto molto pericoloso e anche in America non si può più stare al sicuro».

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