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Per Ariel Toaff da una signora nessuno 10/02/2007

Caro Signor Ariel Toaff,

che mi presenti o no fa poca differenza: sono la signora zero a sinistra,o, se peferisci, la signora nessuno. Qualche volta comunque l’essere un’infinitesima nullità mi inorgoglisce…penso ad alcuni esempi storici, icone di “Potere e Popolarità (tanto per citarne alcuni il Sig. Hitler, il Sig. Saddam Hussein, il Sig. Bin Laden e molti altri se ne porebbero aggiungere), che per la loro brama di “Potere”, attraverso genocidi, pulizie etniche, carneficine di ogni sorta, si sono sentiti Importanti, Potenti e Onnipotenti. La fame di potere, l’avidità, spesso rendono l’uomo un mosro del Male che trae linfa vitale da assurdi ideali di verità politica, raziale, storica, ecc. Pensa, questi “personaggi” emergono cancellando la vita e la dignità di centinaia, migliaia, milioni di esseri umani!

Bravo, sei diventato “di colpo” famoso in prima persona, non più all’ombra del tuo illustre cognome, il tuo “scoop” sta facendo il giro del mondo…ma a quale prezzo? Al prezzo di una Shoah morale del popolo ebraico!

Hai sbattuto letteralmente il mostro in copertina, complimenti, che trovata! Non è così dificile demonizzare chi, sotto terribili torture, è arrivato a “confessare” crimini che mai avrebbe commesso! Non è difficile demonizzare un’intero popolo da sempre guardato con sospetto, da sempre vittima di calunnie infamanti, da sempre perseguitato da coloro che non ne conoscono la morale, la filosofia di vita, la religione!

Quanta superficialità, quanta frustrata megalomania e, purtroppo, quanta stupidità hai dimostrato! Sei uno Storico, ma la storia ti ha insegnato ben poco! Tu sarai celeberrimo, ricchissimo, realizzatissimo, ma chi riuscirà a cancellare quest’infamia da te riaffermata? Quando, anche l’ultimo dubbio, ruscirà a non danneggiare più l’immagine di tanta gente? Ne valeva davvero la pena?

Mi è tornato alla mente un episodio accadutomi una decina d’anni orsono, in occasione di un mio ricovero presso una struttura ospedaliera: ero vicina di letto di una vecchietta da poco operata, e sola, che, avendo chiamato più volte l’infermiera di turno senza alcun esito, strillò:”Nun vene nissuno? Ecchè mica semo ebbrei!” Mi faceva molta tristezza questa vecchietta così sola, così rabbiosa e, pur avendo a mia volta subito un intervento, cercavo di aiutarla imboccandola, lavandole il viso e le mani, aggiustandole i cuscini, tanto che, dopo due giorni mi guardò accigliata e mi chiese: “che, tu sì un angelo?”,mi fece tenerezza, la guardai e con un sorriso le risposi: “no signò, sono n’ebbrea”.Non scorderò mai il sorriso smarrito di quella vecchietta, credo che non ripeterà più quella frase! Chiedo perdono a Dio per questa mia bugia, ma lo rifarei! Medita, Ariel, medita…!

La signora nessuno.


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