Antisemita, e bugiardo Giorgio Bocca riscrive la sua biografia
Testata: La Stampa Data: 07 febbraio 2007 Pagina: 40 Autore: la redazione Titolo: «Bocca: “Antisemita io? E' una vera persecuzione»
Dalla STAMPA del 7 febbraio 2007:
Giorgio Bocca, in Cancellare le tracce Pierluigi Battista ricorda che lei «non ancora partigiano, si era abbandonato a poco onorevoli proclami antisemiti». Sottolinea che li scrisse nel pieno delle persecuzioni antiebraiche e che «non sembra pentito». Che cosa risponde? «Non rispondo. È un argomento così disgustoso! È talmente in malafede, chi mi perseguita così da vent’anni! Fingono che sia stato un esponente del fascismo. Ma non lo sono stato, non contavo niente. L’ho confessato pubblicamente tante volte. L’ho perfino raccontato in un libro, Il provinciale. Allievo ufficiale a Bassano, ero in licenza a Cuneo. Ho accettato l’invito del federale a scrivere un articolo per un giornale locale in cambio di tre giorni di licenza in più». E il giornalista insiste: «Venti mesi di guerra partigiana, a rischiare la pelle tutti i giorni, non sono abbastanza come “pentimento”? I miei amici ebrei di Cuneo, i partigiani ebrei con i quali ho condiviso idee, paure, pericoli, non sono abbastanza per capire che cosa ho sempre provato per gli ebrei?»
Giorgio Bocca scrisse articoli antisemiti fino al 1942. Ecco un brano della sua prosa:
Questo odio degli ebrei verso il fascismo è la causa prima della guerra attuale. La vittoria degli avversari (...) in realtà sarebbe la vittoria degli ebrei.A quale ariano, fascista o non fascista, può sorridere l'idea di dover in un tempo non lontano essere lo schiavo degli ebrei Giorgio Bocca, 1942
Un altro episodio è significatico. Il padre di Alberto Cavaglion ricorda che Bocca, contrariamente a quanto scrive nel suo libro "Le mie montagne" , non gli offrì un caffè nel 1938, per solidarietà con un ebreodopo la promulgazione delle leggi razziali, ma solo nel 1945!
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