Testata: Il Foglio Data: 07 febbraio 2007 Pagina: 1 Autore: la redazione Titolo: «Operazione Baghdad»
Dal FOGLIO del 7 febbraio 2007:
Baghdad. I “ragazzi di Petraeus” ieri sono arrivati a Baghdad. E’ iniziata la nuova fase del processo di stabilizzazione dell’Iraq, guidata dal generale David Petraeus e dal suo gruppo di esperti – colonnelli e generali con PhD in economia, antropologia, scienze politiche e strategie militari nei migliori atenei d’America – cui si aggiungeranno i 21.500 soldati in più voluti dal presidente americano George W. Bush. Ad accoglierli c’era il generale sciita Abboud Gambar, scelto dal governo iracheno (con molte pressioni da Washington, visto che la prima scelta dell’esecutivo di Nouri al Maliki era un altro ufficiale) per gestire il piano di sicurezza di Baghdad insieme con le forze americane. I due vice di Gambar sono già stati dislocati sulle rive del fiume Tigri per coordinare i soldati da assegnare alle nove sezioni in cui è stata divisa la capitale irachena per portare a termine il progetto di “sicurezza quartiere per quartiere” che è alla base della missione di Petraeus. I lavori sono andati un po’ a rilento nelle ultime settimane, come ha ammesso lo stesso premier Maliki, il quale aveva fatto approvare in Parlamento un piano per la sicurezza che però non è stato implementato nei tempi previsti. Rivolto ai generali iracheni, il capo del governo ha detto: “Finite in fretta i preparativi, così non deluderemo gli iracheni”. Negli ultimi giorni ci sono stati almeno duecento morti e puntualmente sono arrivate le critiche – cui ha dato voce il New York Times – contro le modalità di questa nuova fase che, colpendo le milizie sciite, avrebbe favorito l’offensiva dei terroristi sunniti. Ma ieri a tener banco è stata l’ennesima crisi diplomatica con l’Iran. Alcuni uomini armati con uniformi dell’esercito iracheno hanno rapito un diplomatico iraniano a Baghdad. Il sequestro sarebbe stato fatto domenica, ma l’emittente al Arabiya ne ha parlato per la prima volta ieri e la notizia è stata confermata dal ministero degli Esteri di Teheran, che ha accusato gli Stati Uniti a nome del governo: il diplomatico Jalal Sharafi, numero due dell’ambasciata iraniana a Baghdad, è stato catturato da uomini armati che “operano sotto la supervisione delle forze americane in Iraq”. Secondo le prime indiscrezioni, alcuni soldati iracheni avrebbero inseguito i rapitori scoprendo che si trattava di uomini del ministero dell’Interno di Baghdad. Le forze americane e irachene hanno smentito ogni coinvolgimento, ma le tensioni restano alte: nelle ultime settimane si è intensificata l’offensiva americana nei confronti dell’ingerenza di Teheran in Iraq, come annunciato da Bush. L’obiettivo del piano di Petraeus è infatti sicurezza a Baghdad, e attacco ai terroristi sunniti e alle milizie sciite, soprattutto quelle di Moqtada al Sadr, foraggiate dall’Iran. In questi giorni due fedeli del leader dell’Esercito del Mahdi – barricato a Najaf – sono stati uccisi e continua la fuga da sadr City di molti miliziani. Gli equilibri stanno cambiando, e proprio di questo si dovranno occupare “i ragazzi di Petraeus”. Oltre al piano militare, è necessario ricostruire il tessuto sociale a Baghdad e in tutto l’Iraq. Per questo il consigliere per l’economia, il colonnello Michael Meese, ha pronto un piano di coordinamento tra sicurezza e ricostruzione, mentre il generale- antropologo David Kilcullen studia “un progetto sociale” di controterrorismo. I punti di riferimento sono l’esperienza di successo di Petraeus a Mosul e quella del capo della strategia di Petraeus, il colonnello H.R. McMaster, a Tall Afar, liberata dai terroristi nel 2006.
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