Da LIBERO del 2 febbraio 2007:
Dopo l’incriminazione ufficiale dell’avvocato generale dello Stato Menchem Mazuz, il presidente israeliano Moshe Katzav non avrà alternativa alle dimissioni. Accusato di stupro, molestie sessuali, abuso di potere sul posto di lavoro, uso di denaro pubblico per acquisto privato di regali, è a un passo dall’ uscita di scena. Anche se lui continua a dichiararsi innocente, sono una decina le impiegate che si sono rivolte al tribunale. Ma Katzav non è l’unico a dover affrontare, oltre al giudizio del pubblico, quello della giustizia. Alcuni mesi fa, un ministro, Haim Ramon, aveva dato le dimissioni, quando una soldatessa aveva raccontato dei suoi tentativi di abbracciarla e baciarla, lei per nulla consenziente, sulla bocca. C’era stata una mezza zuffa, dopodichè era partita la denuncia, con Ramon che addirittura usciva dal governo a seguito delle dimissioni. Che succede in Israele ? E perchè succede nello Stato ebraico, mentre in Europa è ben raro che storie di sesso & politica rovinino splendide carriere ? Nel vecchio continente avviene semmai l’incontrario, politici che scelgono l’amore, per il quale abbandonano la politica, e solo per questo finiscono sui giornali. Possibile che da noi nessun uomo di potere approfitti della posizione per cercare di ottenere favori sessuali ? Che i nostri politici siano tutti gentiluomini ? La risposta è no, ovviamente, ma la spiegazione va cercata nella natura tutta particolare della stampa di casa nostra, dove praticamente non esiste quasi più la figura dell’editore puro, quello che alla politica non deve nulla, quello che dipende solo dai lettori che ogni mattina acquistano il giornale. I nostri grandi media, con il potere politico, hanno un rapporto di forte dipendenza. In Israele non è così, i giornali, senza distinzioni politiche, appartengono tutti a editori che vivono di editoria, e pur essendo quasi tutti posizionati a sinistra, almeno i tre maggiori, Yediot Aharonot,Maariv e Haaretz, non hanno favori da rendere. Se qualcuno si comporta scorrettamente, non si insabbia niente, anzi, l’ansia di vendere più copie del concorrente fa si che il giornalismo israeliano sia fortemente investigativo. Lo stesso succede in America. Quando esplose lo scandalo Clinton-Lewinski, la reazione europea, di sicuro quella italiana, fu di estremo stupore. E che sarà mai, in fondo la ragazza era non solo consenziente ma addirittura innamorata, semmai il problema era della povera Hillary e non della nazione. Il fatto che Clinton, come Katzav, avesse respinto le accuse, mentendo ai cittadini, rivendicando un’innocenza fasulla, non urtava minimamente la nostra coscienza di italiani, semmai eravamo invidiosi. Da noi i politici che mentono non destano sorpresa. In America si. Anche in Israele. Per questo la Corte Suprema supera la Knesset in quanto a potere, e l’avvocato dello stato ha poteri investigativi enormi. A chi alza il sopraciglio quando sente dire che Israele è una grande democrazia, consigliamo di riflettere sul caso Katzav, tutto sommato un buon politico, arrivato da piccolo con la famiglia dall’Iran subito dopo la costituzione dello Stato e giunto alla vetta più alta dello Stato solo grazie al lavoro e alla tenacia con i quali ha costruito la sua vita politica. Credeva però che il potere, come succede in quasi ogni parte del mondo, gli concedesse quel privilegio in più che i normali cittadini non hanno, quello di disporre sessualmente dei corpi altrui. Con quella violenza subdola e ambigua che deriva dalla posizione che si occupa. Si sbagliava, Israele non è uno di quei paesi, l’impiegata di un ministero ha gli stessi diritti e doveri del presidente dello Stato. Entrambi ne rispondono in uguale misura.
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