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Il Foglio Rassegna Stampa
01.02.2007 Missione in Qatar di Shimon Peres
per fermare l'Iran

Testata: Il Foglio
Data: 01 febbraio 2007
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: «Il ritorno di Peres»
Dal FOGLIO del 1 febbraio 2007:

Gerusalemme. Era primo ministro quando, nel 1996, visitò per la prima volta il Qatar. Ora il vicepremier israeliano Shimon Peres, appena tornato da Doha, è il candidato più accreditato alla presidenza dello stato ebraico. L’attuale presidente, Moshe Katsav, autosospesosi, ha lasciato la residenza presidenziale pochi giorni dopo aver ricevuto l’annuncio della procura di un rinvio a giudizio pronto per lui. E’ accusato di scandali a sfondo sessuale. Il vecchio Peres, credibile e motivato candidato alla successione, torna piano al centro della scena politica regionale. In dieci anni è il funzionario israeliano di più alto rango a visitare l’emirato del Qatar. Il paese del Golfo, come i vicini, non riconosce formalmente Israele, ma con esso ha legami diplomatici di basso profilo e commerciali: a Doha c’è una delegazione israeliana. Nel 1996, Peres dal Qatar aveva ottenuto rifornimenti di gas. Questa volta Peres ha puntato di più sulla sostanza politica, e non ha tralasciato il cerimoniale. Ha incontrato gli studenti della sede distaccata dell’università americana di Georgetown, molti dei quali libanesi, siriani, palestinesi, che gli hanno posto domande pungenti. Ha partecipato a un programma della Bbc, Doha Debates. Ma soprattutto ha incontrato l’emiro sheikh Hamad bin Khalifa al Thani, il leader di un paese che è uno degli alleati più importanti degli Stati Uniti nella regione (ospita la base aerea americana al Udeid); è il solo nella zona del Golfo ad aver relazioni, seppur non formali, con Israele e allo stesso tempo con Hamas, che ha ricevuto diversi milioni di dollari da Doha negli scorsi mesi, Hezbollah e Teheran. I due leader hanno parlato di conflitto israelo-palestinese. Il Qatar è intervenuto, tra la fine dell’estate e l’autunno, come mediatore tra Hamas e Israele per ottenere la liberazione del caporale israeliano Gilad Shalit, rapito a giugno e ancora prigioniero del braccio armato del movimento islamico palestinese. Soprattutto Peres e sheikh bin Khalifa al Thani hanno parlato della minaccia atomica iraniana. Come gli altri paesi del Golfo, Doha teme una possibile espansione dell’egemonia iraniana sulla regione e assieme ai suoi vicini, come membro del Consiglio di cooperazione del Golfo, ha annunciato la possibilità di una corsa nucleare per arginare il rischio Iran. Assieme a Israele, Egitto, Giordania, il rais palestinese Abu Mazen e l’Arabia Saudita, Washington vede i paesi del Golfo, Qatar compreso, parte di una coalizione dei moderati in funzione antiiraniana e antisciita e in sostegno al nuovo piano americano in Iraq.

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