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Il Professor Pallavidini e la Liberta' Accademica ovvero la Carta dei Diritti degli Studenti 31/01/2007
E' ormai cosa nota che il 27 Gennaio, la Giornata Della Memoria in rimembranza della Shoah, un certo professor Pallavidini abbia tenuto classe in un Liceo di Torino esprimendo le proprie convinzioni politiche e cercando di indottrinare i propri alunni. Il messaggio di Pallavidini e' forse meglio riassunto dalle sue stesse parole come riportate dai giornali, che  Israele deve essere distrutto "come fu distrutto il terzo Reich" (La Repubblica)  quale reo di aver causato "porcate (sic) che ha fatto dal dopoguerra ad oggi, massacro dei palestinesi, guerra in Libano" (La Stampa), e che Ahmadinejad e' un eroe, e che la Giornata della Memoria non va osservata. Fortunatamente gli studenti del Signor Pallavidini hanno avuto il buon senso e l' intelligenza per capire la differenza tra una lezione di storia o filosofia e propaganda politica, e la forza d' animo per protestare contro il professore presso la Preside e i giornali.  
 
Da anni le scuole e le universita' in Italia e nel resto del mondo occidentale,  Italia inclusa, sono sotto l' assedio sistematico della propaganda sinistrorsa e filoaraba, per convincere gli studenti  sin da giovani e prima che formino da se' un concetto del giusto, e del non giusto, o che formino opinioni politiche basate sulle proprie esperienze, di varie nozioni faziose e propagandistiche quali per esempio quelle espresse dal professor Pallavidini.
 
Cio' e' dovuto ad uno stravolgimento totale del concetto di liberta' accademica, dove le universita' e le scuole invece di servire gli studenti nel senso letterale di fornire un servizio allo studente, sono diventate raccaforti di professoroni che abusano del proprio potere per diffondere il proprio vangelo della propaganda a scapito degli studenti che imparano poco o niente che sia veramente utile alla futura vita professionale, o anche solo utile all' appredimento come un fine a se stesso. In altri casi si e' visto come alcuni gruppi di facinorosi tra studenti e professori poi intervenga nelle aule e negli auditorium per tappare la bocca con la forza e le minaccie, a dibattiti su questioni attuali come il conflitto Mediorientale. Cio' e' avvenuto per esempio non troppo tempo fa all' Universita' di Firenze, quando all' ambasciatore Israeliano in Italia fu fisicamente impedito di intervenire. Queste tattiche della paura sono altamente effettive e non possono essere tollerate in un paese che si reputa basato sulle leggi.  Queste tattiche sopprimono lo scambio libero e pacifico delle idee e ostacolano la liberta' accademica degli studenti.
 
La scuola e le universita' devono essere innanzitutto luoghi ove i giovani possano ottenere la conoscenza necessaria per affrontare il mondo del lavoro, e inoltre un luogo dove sia possibile il confronto delle idee nel rispetto reciproco, dove i giovani possano formare le proprie opinioni senza che esse siano a loro imposte. La scuola e le universita' sono luoghi dove i professori hanno un compito preciso che non puo' e non deve essere stravolto: l' insegnamento della materia assegnata nel rispetto dello studente e della sua persona e delle sue idee. L' insegnante ha, oltre all' insegnamento,  il delicato compito di insegnare agli studenti a pensare con la propria testa invece di infarcirla con la propaganda. E' inoltre chiaro che un insegnante non e' in condizioni di parita' con lo studente. L' insegnante ha il potere di colpire lo studente con punizioni che vanno dall' allontanare lo studente dalla classe, al dare cattivi voti, o influire sul resto della classe per far si' che la classe allontani uno dei suo membri. Nonostante questi poteri che sono dati al professore per adempiere al proprio compito, deve essere chiaro che l' insegnante non e' altro se non al servizio dello studente, allo stesso modo in cui si puo' dire che un ministro o un presidente sono eletti per servire il pubblico e non per approfittarsene. Quando un insegnante come Pallavidini sceglie invece di far trionfare le proprie idee e di imporre la propria visione del mondo sugli studenti, egli abbandona il proprio compito e deve essere allontanato dall' insegnamento, allo stesso modo in cui un ministro corrotto deve essere allontanato dal suo incarico.
 
Non si tratta di censura. Un insegnante ha diritto alla liberta' d' espressione solo fino al punto in cui l' uso sfrenato (l' abuso) della propria liberta' di espressione non diminuisce l' egualmente sacrosanto diritto degli studenti a non vedersi imposte idee non proprie, in un contesto in cui gli studenti si vedono forzati ad accettare la situazione, avendo pagato per frequentare le classi e avendo a cuore la promozione al livello superiore.
 
Tutti coloro che riconoscono il diritto degli studenti a frequentare la scuola o l' universita' senza che ci sia opera di indottrinamento da una parte politica o dall' altra, riconosceranno il valore nel rivendicare il diritto degli studenti alla Liberta' Accademica.  D' altronde in una societa' civile che ci tiene a rimaner tale, non si puo' tollerare che un segmento della popolazione tra i piu' indifesi, e quello con piu' potenziale per il futuro, venga soggetto all' indottrinamento e al lavaggio del cervello. 
 
 
Emanuela Prister
Dallas Texas

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