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Avvenire Rassegna Stampa
31.01.2007 Per Hassan Nasrallah "il futuro di Israele è la morte"
ma il quotidiano cattolico non riporta la sua dichiarazione

Testata: Avvenire
Data: 31 gennaio 2007
Pagina: 17
Autore: un giornalista
Titolo: «Nasrallah: «Saremo il cimitero degli invasori»»

La cronaca pubblicata da AVVENIRE il 31 gennaio 2007 non differisce dal titolo: il capo di Hezbollah Nasrallah avrebbe detto che il Libano sarà "il cimitero degli invasori", riferendosi a israeliani e americani.

Nessuna traccia dell'altra, più aggressiva dichiarazione del terrorista, per la quale "Il futuro di Israele è la morte" (vedi articolo del GIORNALE).

A fronte di questa omissione, il quotidiano cattolico riporta notizie di interessanti  ignorate dagli altri quotidiani, relative all'attacco del fondamentalismo islamico contro l'informazione cattolica libanese on-line.

Ecco il testo:


In Libano «non c'è nessuna guerra civile in atto», e il governo libanese è pronto a trattare con gli hezbollah, ma l'imam Nasrallah accusa gli Sttai Uniti di fomentare il conflitto interno.
Appena arrivato a Mosca per una visita «per consultazioni», il leader della maggioranza libanese Saad Hariri ha lanciato un segnale di distensione. Hariri ha precisato di voler chiedere aiuto alla Russia «contro le interferenze in Libano di Siria, Israele e Iran». «La Siria non ha nessun ruolo positivo nel Paese, altrettanto l'Iran: e Israele ha distrutto le nostre infrastrutture e ammazzato la nostra gente», ha concluso .
Intanto a Beirut il comandante dell'esercito libanese, generale Michel Suleiman, ha ammonito che, qualora dovessero ripetersi nuovi disordini, le truppe governative non rimarranno inerti. Senza indicarli per nome, il generale Suleiman si è inoltre scagliato contro «certi» leader politici, accusandoli implicitamente di fomentare un conflitto civile. Dopo i disordini, i leader dell'opposizione guidata da Hezbollah e quelli della maggioranza parlamentare che sostiene il governo del premier Fuad Siniora si sono reciprocamente accusati di voler innescare nuovamente la guerra civile del 1975-1990, all'inizio della quale l'esercito si era disgregato su base confessionale. «Questi atti, che hanno svelato i veri obiettivi di certuni, sarebbero stati tollerati, se avessero preso a bersaglio soltanto i soldati», ha dichiarato Suleiman in una lettera ai soldati. «Ma la vita della gente non è merce di scambio per fini politici», ha aggiunto. «Questo non accadrà più», ha ammonito il generale Suleiman, invitando le truppe libanesi a «seguire le direttive con il massimo rigore e neutralità».
Di ben diverso avviso è il leader Il leader di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, secondo cui il movimento sciita libanese è stato «minacciato» dal presidente Bush perché gli Stati Uniti «vogliono guerre civili dove esiste la resistenza: Libano, Palestina e Iraq». Parlando di fronte a centinaia di migliaia di seguaci riuniti alla periferia sud di Beirut nella ricorrenza sciita dell'Ashura, Nasrallah ha aggiunto che «la maggior sfida oggi è non cadere nelle guerre civili» e che la «resistenza» non si farà «trascinare nel conflitto interno» e ha avvertito che il Paese dei cedri , se aggredito, diverrà «il cimitero degli invasori».
Ma la tensione interna resta ben presente, almeno sulla rete telematica, dove il fondamentalismo islamico sta aggredendo l'informazione cattolica on-line. Ripetuti attacchi a siti della stampa cattolica e delle chiese cristiane sono stati portati da parte di hackers che hanno oscurato il contenuto di alcuni siti e lo hanno poi sostituito con materiale propagandistico integralista in lingua araba. Da ultimo il sito dell'Unione Cattolica Internazionale per la Stampa in Libano (www.ucipliban.org) è stato violato da hackers che, secondo quanto riferito dalla Radio Vaticana, ne hanno cancellato l'intero contenuto sostituendolo con materiale in lingua araba. È il secondo sito cristiano a essere colpito nelle ultime due settimane.

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lettere@avvenire.it

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