Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Islamizzazione dell'Europa: Bernard Lewis lancia l'allarme e scatta il tentativo di screditarlo
Testata: Corriere della Sera Data: 30 gennaio 2007 Pagina: 18 Autore: Viviana Mazza Titolo: «Allarme di Lewis: «I musulmani domineranno l'Occidente»»
Bernard Lewis lancia l'allarme sul processo di islamizzazione dell'Europa. Sul CORRIERE della SERA del 30 gennaio 2007 Viviana Mazza sostiene che Lewis avrebbe perso ogni credibilità presso molti studiosi con un articolo nel quale sostenne che il 22 agosto 2006, giorno dell'anniversario del Miraj (viaggio di Maometto a Gerusalemme da cui sarebbe asceso al cielo) poteva essere la data scelta da Ahmadinejad per cercare di porre fine all'esistenza di Israele.
Ma Lewis aveva formulato un'ipotesi, fondata anche sulle dichiarazioni di Ahmadinejad, senza presentarla come una certezza.
Anche le dichiarazioni di di Olivier Roy , secondo il quale in Europa non esisterebbe il politically correct e Lewis sarebbe incapace di analisi credibili sul presente in quanto"rifugiato nel passato" contrastano con i fatti.
L'ideologia multicultutralista, l'isolamento e l'intimidazione, anche fisica, di quanti la contestano sono in Europa realtà innegabili. E Lewis continua ad essere uno dei pochi studiosi di islam che si confrontano con la realtà attuale di quel mondo.
Ecco il testo:
MILANO — Lo spettro di un'Europa islamizzata, sottomessa, dominata dai valori musulmani è diventato uno dei cavalli di battaglia di Bernard Lewis. Lo storico novantenne, nato in Gran Bretagna da famiglia ebrea, ora docente alla Princeton University negli Stati Uniti, è uno dei più noti esperti del mondo islamico. Ieri, in un'intervista al quotidiano Jerusalem Post, ha detto che l'Islam potrebbe presto diventare «la forza dominante» in Europa, perché «nel nome del politically correct gli europei hanno rinunciato a combattere la battaglia per il controllo della cultura e della religione». E ha avvertito che la sola domanda rilevante per capire il nostro continente sarà presto: «Avremo un'Europa islamizzata o un Islam europeo?». Nel luglio 2004, in un'intervista al quotidiano tedesco Die Welt, Lewis aveva già dato l'allarme: «L'Europa sarà parte dell'occidente arabo, del Maghreb — aveva detto —. Questo lo desumiamo dalle migrazioni e dalla demografia. Gli europei si sposano tardi e non fanno figli o ne fanno pochi. L'immigrazione invece è forte: i turchi in Germania, gli arabi in Francia, i pakistani in Inghilterra. Si sposano presto e fanno tanti figli. Stando alle tendenze attuali, l'Europa avrà maggioranze musulmane nella popolazione, al più tardi per la fine del XXI secolo». Nel dibattito nato da quei commenti, un moderato di origini siriane immigrato in Germania, Bassam Tibi, aveva replicato che «il problema non è se la maggioranza degli europei sarà musulmana, ma quale Islam prevarrà, l'Islam della sharia o l'Islam europeo». Lewis sembra ora riprendere quell'appunto, senza però dire esattamente cosa ci aspetta. Da una parte «gli europei stanno perdendo la fedeltà nei propri principi e la fiducia in se stessi. Non hanno rispetto per la propria cultura» afferma. Dall'altra i musulmani potrebbero imporsi come forza dominante «attraverso l'immigrazione e la democrazia» ammonisce, una prospettiva «preoccupante dato il crescente sostegno per l'estremismo e il terrorismo nel mondo islamico». In passato il professore aveva immaginato il sopravvento dei fondamentalisti islamici come «crollo dell'Occidente» o come «guerra razziale» che potrebbe distruggere ambe le parti. Stavolta non fornisce dettagli. La visione di Lewis del rapporto tra musulmani e cristiani in Europa è cambiata nel tempo. Nel '93, in Islam and Liberal Democracy, scrisse: «La vasta maggioranza dei musulmani immigrati in Europa occidentale e nel Nord America non ha interesse né collegamenti con movimenti estremisti o rivoluzionari. Al contrario questi emigranti partecipano sempre più ai processi democratici dei Paesi adottivi, mentre restano in contatto con i Paesi d'origine. La mentalità che acquisiscono come risultato della loro esperienza della democrazia potrebbe rivelarsi tra i più importanti fattori di rinnovamento nel futuro politico del mondo islamico». Dopo l'11 settembre, però, Lewis si è convertito alla linea dura, appoggiando la guerra di Bush al terrorismo. Ha spiegato che se si fallisce, anche l'Europa potrebbe essere sopraffatta. Ha dichiarato che sono gli stessi valori dell'Occidente a facilitare l'avanzata del fondamentalismo: «La separazione tra Stato e Chiesa che vige in Occidente va a vantaggio degli estremisti, perché dà loro il controllo dell'istruzione religiosa». Esperti come il francese Olivier Roy, autore di Global Islam, lo criticano: «Il politically correct aiuta l'Islam a prevalere in Europa? Ma l'Europa non è affatto politically correct —dice al Corriere —. Lo è molto più l'America. Pensiamo ai violenti attacchi contro il velo in Gran Bretagna e Olanda. Lewis è uno storico e da storico col tempo si è rifugiato nel passato. Ha perso il contatto con la realtà ed è diventato sempre più mistico, come quando ha previsto l'Apocalisse lo scorso agosto». Sul Wall Street Journal, Lewis disse che il 22 agosto 2006, giorno dell'anniversario del Miraj (viaggio di Maometto a Gerusalemme da cui sarebbe asceso al cielo), «sarebbe stato saggio aspettarsi che l'Iran cercasse di porre fine con l'apocalisse a Israele». Da allora, agli occhi di diversi studiosi ha perso ogni credibilità.
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