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Libero Rassegna Stampa
30.01.2007 Esisterà ancora l'Europa nel 2057?
il padre gesuita Giovanni Rulli si è posto la stessa domanda su Israele, ma farebbe bene a guardare alla situazione di Austria, Belgio, Olanda e paesi scandinavi

Testata: Libero
Data: 30 gennaio 2007
Pagina: 21
Autore: Angelo Pezzana
Titolo: «Gerusalemme subisce ciò che l'Europa vivrà tra pochi anni»

Da LIBERO del 30 gennaio 2007, un articolo di Angelo Pezzana:

Esisterà ancora Israele nel 2057 ? Se lo chiede “Civiltà Cattolica” in un articolo del padre gesuita Giovanni Rulli, non abbiamo capito bene se spinto alla domanda da una sincera preoccupazione per il futuro dello Stato ebraico o piuttosto da un qualche  desiderio profetico. Padre Rulli, dalla presentazione che ne ha fatto Repubblica, pare essere attento studioso delle vicende mediorientali, anche se la spiegazione che dà del declino della presenza cristiana in qulla regione è alquanto curiosa. Non dipenderebbe, come ogni persona bene informata sa, dalle condizioni di vita inaccettabili dovute all’oppressione della maggioranza musulmana nei territori governati dall’Autonomia palestinese, ma, guarda un po’ che sorpresa, da Israele che non mette fine al conflitto con il mondo arabo. Padre Rulli, che un grande equidistante non deve dunque essere, rischia di riportare l’autorevole rivista dei gesuiti ai tempi lontani in cui si schierava per la colpevolezza di Dreyfus in Francia, anni nei quali le sue pagine facevano a gara con le più note riviste antisemite del tempo. Tempi passati, certo, ma un po’ di richiamo alla memoria non fa mai male. Anche perchè  limitarsi ad esaminare i problemi demografici e statistici, cosa ottima di per sè, dello Stato d’Israele, dovrebbe per noi che viviamo in Europa, andare di pari passo con la stessa domanda rivolta non più a Israele ma a noi medesimi. Esisterà ancora l’Europa nel 2057 ? La risposta è no, basterebbe aprire bene gli occhi e il quadro di qui a cinquant’anni l’avremmo già davanti. Ce lo illustra il prof.Sergio Della Pergola, illustre docente di statistica e demografia all’Università ebraica di Gerusalemme. Cominciamo dall’Austria. Nel 2050, sarà a maggioranza islamica. Impossibile ? No, i numeri parlano chiaro, con l’attuale incremento della natalità della presenza musulmana, il sorpasso ci sarà fra cinquant’anni. Le abbiamo mai lette queste previsioni sui giornali ? Non ci pare. Dopo l’Austria arriva il turno di Olanda e Belgio e, a seguire,  altri paesi scandinavi. Già oggi in alcune città dei due stati c’è una maggioranza islamica. Se si giudica questa possibilità una benedizione del cielo, se crediamo che l’arrivo della Sharia risolverà i problemi che angustiano le nostre società, allora è il caso di cominciare a far festa, perchè il futuro è quello. Avete mai visto qualche inchiesta televisiva che ci illustrasse cosa capiterà a olandesi e belgi fra pochi decenni ? Oppure  qualche grande giornalone ha mai affrontato questo tema ? Non ci pare. E padre Rulli, che come cattolico e gesuita forse qualche titolo per giustificare il suo interesse nel futuro di un’Europa che in qualche modo cristiana lo è ancora l’avrebbe, che fa ? Tirando in ballo la diminuzione dei cristiani in Terra Santa, e mistificandone la motivazione, si chiede, con una domanda retoricamente ambigua, se Israele sopravviverà al 2057.  Caro padre Rulli, suvvia, sposti le sue analisi su un continente dove la previsione è facile da fare, lanci un appello dalle pagine della sua rivista per invitare gli europei ad aprire gli occhi prima che sia troppo tardi, chissà, l’Europa potrebbe persino svegliarsi.

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