Solo gli storici possono giudicare gli storici? L'inaccettabile pretesa di Angelo D'Orsi 26/01/2007
Ancora una volta devo scrivervi il mio dissenso contro le parole di questo vostro collaboratore. A parte che i fatti hanno dimostrato che Mastella non ha fissato in 12 anni la pena (e uno storico dovrebbe discutere sui documenti ufficiali, e non su voci più o meno attendibili!), non capisco perché qualcuno, solo perché si proclama "storico", debba per questo avere comunque il diritto di "scrivere quel che pensa". Come altri già hanno osservato, il reato di querela contro chi scrive o dichiara il falso contro altri cittadini è previsto dal nostro codice. E allora si possono considerare cittadini anche le vittime dell'olocausto, morte per le camere a gas e non per qualche strano accidente della storia. Ma grave è soprattutto che gli storici dicano di non poter essere giudicati da un tribunale ( oda chiunque altro), per il semplice fatto di essere storici. In un paese dove si dovrebbe togliere ai politici tale ingiusto privilegio, che li distingue dai normali cittadini, vedo che ora altre categorie pretendono lo stesso trattamento di favore. Addirittura, sostiene d'Orsi, i giudici non capiscono il lavoro degli storici. E no, caro professore. Già ho letto, su la Stampa, che uno storico dell'Università di Torino considera la guerra del Libano scatenata da Israele, dimenticando (lui storico) gli attacchi scatenati PRIMA contro soldati ed aree di Israele da Hezbollah, e che un altro suo esimio collega considera che il nazismo non fu un regime assolutista. E allora io le dico che la STORIA non la si fa come la intendete fare lei e l'altro suo collega, pure lui collaboratore de la Stampa! Quella, effettivamente, sarebbe una storia di difficile comprensione, e non solo per i giudici del tribunale. Emanuel Segre Amar