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Informazione Corretta Rassegna Stampa
24.01.2007 Antisionismo-antisemitismo, qual'è il confine?
un editoriale di Maariv su D'Alema

Testata: Informazione Corretta
Data: 24 gennaio 2007
Pagina: 1
Autore: Menachem Gantz
Titolo: «Criticare? Non in casa nostra»

Riportiamo un editoriale pubblicato dal quotidiano israeliano Maariv il 24 gennaio 2007, sulla mancata partecipazione del ministro degli Esteri Massimo D'Alema a un dibattito nella scuola ebraica romana.
 Nell'articolo si ricorda che appena assunto l'incarico di Ministro degli Esteri, nel maggio 2006, in un'intervista a Maariv, D'Alema aveva respinto le critiche sul suo atteggiamento nei confronti di Israele. Ma da allora, nota adesso il quotidiano israeliano,  non ha ancora dimostrato, né con le parole né con i fatti, che le critiche fossero ingiustificate. Un leader europeo che nel 2007 parla di una lobby ebraica e ritiene che tutti gli ebrei la pensino allo stesso modo dimostra di avere ben radicati pregiudizi. D'altro canto, con simili dichiarazioni D'Alema elude sistematicamente il confronto sul merito della sua politica. Ma il ministro degli Esteri italiano, conclude Maariv, dovrà presto chiarire le sue affermazioni "altrimenti si potrà dedurre che l'immagine che si è creata di lui sia giustificata."

Ecco il testo dell'editoriale tradotto in italiano:

La scuola ebraica sul Lungotevere doveva ospitare ieri sera il Ministro degli Esteri italiano Massimo D'Alema per un dibattito su un nuovo libro Il "Problema Israele", che tratta la politica della sinistra comunista – di cui D'Alema faceva parte negli anni Sessanta e Settanta – nei confronti di Israele. Tuttavia, una forte ondata di protesta e l'intenzione di tenere una manifestazione contro il Ministro, che per molti è un simbolo di politica anti-israeliana e pro-araba, hanno fatto sì che il Ministro cancellasse la propria partecipazione. Conseguenza: si è nuovamente evidenziata la tensione nei rapporti tra il Ministro degli Esteri, gli ebrei d'Italia e lo Stato d'Israele. Appena assunto l'incarico di Ministro degli Esteri, nel maggio 2006, in un'intervista a Maariv, D'Alema aveva respinto le critiche sul suo atteggiamento nei confronti di Israele. Tuttavia, da allora non ha ancora dimostrato, né con le parole né con i fatti, che le critiche fossero ingiustificate. Nella percezione degli ebrei d'Italia e del Governo d'Israele viene ricordato come colui che ha passeggiato a braccetto con un ministro di Hezbollah verso la fine della guerra del Libano. Dopo l'incidente in cui l'esercito israeliano ha sparato a Khan Yunis, uccidendo palestinesi innocenti, D'Alema ha asserito che "non si trattava di un incidente, ma di una chiara politica israeliana". Recentemente, prima del suo invito alla scuola ebraica, D'Alema ha più volte fatto riferimento agli ebrei nel mondo. In un'intervista al settimanale L'Espresso ha detto: "C'è la reattività di una lobby ristretta che impedisce una discussione serena". In una prefazione di un libro su un'attivista comunista ebrea ha scritto: "Le comunità ebraiche hanno perduto la capacità di esercitare uno stimolo critico sulla politica israeliana". Più avanti ha aggiunto: "In questo libro c'è una grande testimonianza di un mondo ebraico democratico, che oggi io vedo meno forte, meno protagonista, meno in grado di esprimersi nel dibattito pubblico ". In vista della sua partecipazione al dibattito nella scuola ebraica, alcuni ebrei con l'intento di mettere il Ministro degli Esteri in imbarazzo, hanno suggerito di accoglierlo con le kippà in testa, ma avvolti in keffie e con bandiere palestinesi in mano – "per farlo sentire in casa", come hanno detto. I leader della comunità si proponevano di calmare gli animi, ma la protesta che si stava levando è bastata a D'Alema per disdire la sua partecipazione. La spiegazione che ha dato è stata che gli impegni di politica estera dello Stato ed un incontro con il Ministro degli Esteri iracheno gli impedivano di venire. Il ritiro di D'Alema di fronte alla possibilità di doversi confrontare con gli ebrei di Roma ha creato l'impressione che il Ministro degli Esteri italiano sia forse bravo nel criticare gli altri, ma è restio dall'accettare critiche rivolte a lui. Le posizioni dei falchi tra gli ebrei di Roma ed il timore di atti di violenza gli hanno sì dato una scappatoia, ma egli dovrà pur tuttavia rispondere alle critiche. Poiché un leader europeo nel 2007 che parla di una lobby ebraica e ritiene che tutti gli ebrei la pensino allo stesso modo è macchiato da pregiudizi e le sue affermazioni non sono attinenti alla questione in discussione. Il capo della diplomazia italiana dovrà presto chiarire le sue affermazioni e la sua politica, anche se la cosa lo costringerà a confrontarsi con l'oggetto delle sue critiche. Altrimenti si potrà dedurre che l'immagine che si è creata di lui sia giustificata.


info@informazionecorretta.it

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