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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
23.01.2007 Crisi economica in Iran
la cronaca di Andrea Nicastro

Testata: Corriere della Sera
Data: 23 gennaio 2007
Pagina: 17
Autore: Andrea Nicastro
Titolo: «Pomodori alle stelle, Ahmadinejad in crisi»
Dal CORRIERE della SERA del 23 gennaio 2007:

MILANO — Riso del Mar Caspio, zafferano di Khorasan, carne e pomodoro sono ingredienti di moltissimi piatti iraniani. Persino un semplice kebab, lo spiedino cotto sulla carbonella, non è lo stesso senza un pomodoro fresco. E qui, proprio sull'ortaggio d'origine americana rischia di scivolare la fortuna del presidente Mahmoud Ahmadinejad.
L'altro ieri in Parlamento qualche deputato ha rumoreggiato alla presentazione della «Finanziaria» persiana. «L'inflazione è sotto controllo — stava affermando Ahmadinejad — un chilo di pomodori costa 12 mila rial», all'incirca un euro. «Ma se ne chiedono 30 mila» si è sentito gridare dall'aula. Una contestazione inaudita che segue quella degli studenti di un mese fa. Nei due anni di governo Ahmadinejad, l'inflazione ha ripreso a galoppare, c'è chi parla del 30 per cento nel solo 2006. Forse troppo, ma i prezzi delle case, come quelli delle verdure, sono schizzati. Il peggio è dietro l'angolo se davvero le sanzioni internazionali contro il programma nucleare di Teheran costringessero il governo a razionare la benzina dal prossimo 21 marzo. Non si hanno percentuali ufficiali, ma è credibile che almeno due padri di famiglia su dieci arrotondino facendo il tassista abusivo
part time. Saranno guai quando avranno solo 100 litri di carburante al mese al prezzo politico di oggi. Soffrirà la micro economia di tante famiglie, così come i trasporti urbani di un Paese che ha imparato ad appoggiarsi in modo massiccio ai taxi illegali. Sarebbe la spallata «dall'interno» che alcuni analisti iraniani pensano che Washington stia cercando di dare al regime degli ayatollah. «Se Ahmadinejad si fosse meno preoccupato di provocare gli americani e più di studiare i loro processi democratici — scrive l'ultima edizione del domenicale britannico Telegraph
— avrebbe imparato la lezione che Bill Clinton diede nelle elezioni del 1992 a George Bush padre: «È l'economia, stupido». Il presidente iraniano travolse i concorrenti politici nel 2005 proprio gonfiando di promesse le tasche degli elettori. «Porterò il petrolio sulle tavole degli iraniani», disse contando sulla bonanza petrolifera. Fino ad oggi non l'ha fatto. A parte qualche sovvenzione alle categorie più arretrate (e tutt'ora entusiaste del presidente) l'economia è solo arretrata.
Fonti segrete citate dal Sunday Times sostengono che l'ondata di disamore nei confronti del presidente cominci dalla Guida Suprema in persona, la massima autorità iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei. Il leader politico e religioso sarebbe intenzionato persino ad ammorbidire il team dei negoziatori del dossier nucleare. Fosse vero si spiegherebbero così tanti indizi emersi negli ultimi tempi.
Mentre Ahmadinejad mantiene fermo il timone della sua politica estera verso la collisione con il resto del mondo (lunedì ha sfidato l'Onu dicendo che neppure sanzioni dieci volte più gravi piegherebbero l'Iran), nella sua stessa barca sembrano aprirsi delle falle. Dalla maggioranza parlamentare filo- presidenziale è nata una corrente che si autodefinisce di «conservatori creativi» desiderosi di «criticare il governo». Cosa che già 150 deputati hanno fatto la settimana scorsa con una lettera sulla questione pomodoro ed economia assortita. Ieri è arrivata anche la stilettata del grande vecchio del clero sciita, l'ayatollah Hossein Montazeri che vent'anni fa passò in una notte dal rango di delfino a quello di dissidente. «Gli iraniani hanno diritto all'energia nucleare — ha sostenuto Montazeri —, ma bisogna trattare con il nemico saggiamente, non provocarlo».
Che posizione ha la Guida Suprema? Per il Sunday Telegraph
una critica alla verbosità presidenziale pubblicata su Jomhouri Islami,
il quotidiano dell'ayatollah Khamenei, testimonia lo scollamento tra i due. Per altri analisti è troppo presto per dirlo. Di sicuro Ahmadinejad non ha ancora fatto un solo passo indietro mentre una seconda portaerei americana è appena arrivata nel Golfo Persico. Se la tensione deve calare a Teheran, è bene che cominci in fretta.

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