Dal GIORNALE del 23 gennaio 2007:
È un braccio di ferro in piena regola. Durissimo e accompagnato da colpi bassi. Hezbollah chiama oggi i libanesi ad uno sciopero generale contro il governo di Fuad Siniora. Ufficialmente si chiede un nuovo esecutivo che permetta loro di condizionare maggiormente la politica di Beirut. Sotto sotto c’è la gestione dei 3 miliardi di dollari che la conferenza internazionale per il Libano - convocata per giovedì a Parigi - vorrebbe consegnare proprio a Siniora affinchè inizi la ricostruzione dopo le distruzioni della scorsa estate.
«L’opposizione punta ad ostacolare la produzione e a terrorizzare i cittadini! Invitiamo i libanesi a ignorare le intimidazioni e ad andare a lavorare» l’appello lanciato ieri dal premier Siniora al cui fianco era il leader druso Jumblatt. Gli sciiti fedeli di Hassan Nasrallah (e con loro i cristiani schierati coll’ex-generale Aoun) negano di aver minacciato la gente, ma poi ammettono che potrebbe esser difficile oggi andare a lavorare o, come ha fatto sapere l’ex-ministro cristiano filosiriano Suleiman Franjieh, mettono in rilievo che per chi sceglie di lavorare «potrebbe esser difficile tornare a casa». Non è tutto. Al Majallah, settimanale di proprietà saudita, ha svelato che le manifestazioni susseguitesi da 7 settimane in qua contro il governo, sarebbero state pagate dalle milizie sciite: 20 dollari al giorno a persona (10 se arabi non libanesi). Un dirigente di Hezbollah, Bilal Naimi, ha negato le cifre ma non il pagamento al settimanale: «Si utilizza - ha detto - il danaro elargito dalla guida della rivoluzione islamica iraniana, l’ayatollah Ali Khamanei, frutto del khoms, una tassa religiosa versata dai fedeli per i popoli bisognosi».
Diviene importante così verificare l’adesione allo sciopero generale (che i musulmani sunniti boicotteranno). Anche se sempre ieri il commissario Ue alle relazioni esterne Benita Ferrero Waldner ha fatto capire che l’Europa sarà disponibile a fornire quattrini ma solo a Siniora «in quanto governo legittimo che rappresenta il paese». Per questo gli hezbollah sperano che l’astensione dal lavoro sia massiccia. La conferenza di Parigi per loro è invece una minaccia: non solo per i soldi che potrebbero andare all’attuale premier, ma anche perchè Chirac, che ha organizzato l’appuntamento, ha chiesto e ottenuto che Hezbollah non fosse rappresentata. E ha chiamato a Parigi, ospite d’onore, quell’Hariri figlio di Rafik Hariri, grande amico della Francia ma soprattutto maggior leader antisiriano. Assassinato nel 2005 e per la cui morte l’Onu è d’accordo nel reclamare un tribunale speciale. Con rischi seri per Nasrallah e Damasco.
Sulla situazione in Libano, l'aggiornamento dell'edizione on-line del quotidiano:
Beirut - Sciopero generale contro il governo. Migliaia di dimostranti libanesi hanno bloccato dall'alba le principali strade di Beirut e di tutto il paese con detriti e pneumatici dati alle fiamme. Lo sciopero rappresenta l'ultima mossa dell'opposizione, che comprende Hezbollah, nella sua campagna per disfarsi dell'esecutivo guidato da Fouad Siniora, considerato filo-occidentale, e per creare un governo di unità nazionale e indire elezioni anticipate. I dimostranti sono scesi in strada verso le sei del mattino, bloccando le principali vie di Beirut. Il fumo dei pneumatici bruciati ha creato una nuvola scura che grava sulla capitale.
Maggioranza "La promessa di uno sciopero pacifico si è risolta nel minacciare e terrorizzare la popolazione e la nazione" ha denunciato l'ufficio stampa del premier Siniora, che ha per ora rinviato la prevista partenza per Parigi, dove il suo governo - appoggiato da Occidente e paesi arabi moderati - conta di ottenere aiuti finanziari dalla Conferenza dei donatori in programma giovedì nella capitale francese. Il leader cristiano Samir Gegagea, esponente della maggioranza antisiriana al governo in Libano, ha accusato l'opposizione guidata dagli sciiti di Hezbollah di voler perpetrare un colpo di Stato. "Questo è un colpo di Stato. Una rivolta in tutte le accezioni del termine", ha dichiarato Geagea alla rete televisiva libanese Lbci. Il leader cristiano si è rivolto all'esercito perché intervenga a protezione della democrazia e della libertà di tutto il popolo libanese. "Se le autorità non svolgeranno il loro dovere, tutto può accadere", ha aggiunto.
Hezbollah Il portavoce di Hezbollah, Hussein Rahhal, non ha escluso che lo sciopero generale contro il governo possa continuare anche nei prossimi giorni. "L'opposizione - ha detto Rahhal - aveva annunciato un solo giorno di sciopero, ma nel primo pomeriggio decideremo se proseguire l'iniziativa. Sono loro che tentano un colpo di stato nel paese". ha aggiunto Rahhal, rispondendo alle accuse del leader cristiano antisiriano Geagea all'opposizione guidata dal movimento sciita libanese, appoggiato da Siria e Iran. Riferendosi all'esecutivo del premier Fuad Siniora, appoggiato da Stati Uniti, Unione europea e paesi arabi del Golfo, Rahhal ha sottolineato che "è un governo illegittimo che prende soldi dalla Cia". Il portavoce di Hezbollah ha poi affermato che l'opposizione "non è contraria in linea di principio" alla Conferenza dei paesi donatori del Libano in programma giovedì a Parigi, ma ha sostenuto che "non è possibile tenere questa Conferenza quando il paese è guidato da un governo illegittimo e che propone un piano di riforme disastroso".
Esercito Le forze dell'esercito libanese sono intervenute poco fa nella zona di al-Dhuq, Nord di Beirut, per disperdere il blocco stradale provocato dai militanti dell'opposizione. I militari hanno disperso i manifestanti arrestandone alcuni. Inoltre, sono state rimosse alcune auto che bloccavano una delle principali vie di comunicazione della capitale, permettendo così alle macchine in attesa di circolare. Nella stessa zona, poco prima i militanti dei partiti della maggioranza e dell'opposizione si erano fronteggiati con lanci di pietre e solo l'intervento dei militari ha permesso di evitare ulteriori violenze. Colpi d'arma da fuoco sono stati registrati invece a Tripoli, città costiera libanese, dove i manifestanti stanno bloccando alcune strade. Anche in questa zona è intervenuto l'esercito che ha arrestato quattro persone e ne ha ferita una.
Comunicazioni Sono state bloccate anche le autostrade tra Beirut e il Sud e il Nord del Paese, come quella che porta a Damasco, la capitale della Siria. Diverse compagnie aeree arabe e internazionali hanno sospeso oggi i voli per Beirut, dopo che i dimostranti hanno interrotto le comunicazioni tra l'aeroporto civile e il centro della capitale, hanno detto fonti dello scalo. L'aeroporto è rimasto aperto malgrado le proteste, ma pochi lavoratori si sono presentati questa mattina e i passeggeri non riescono ad arrivare in città.
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