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Il Foglio Rassegna Stampa
23.01.2007 Israele ha un nuovo capo di stato maggiore
il generale Gabi Ashkenazi

Testata: Il Foglio
Data: 23 gennaio 2007
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «Peretz ha scelto “il libanese” Ashkenazi per riformare Tsahal»
Dal FOGLIO del 23 gennaio 2007:

Gerusalemme. Il ministro della Difesa israeliano, Amir Peretz, ha presentato ieri al premier, Ehud Olmert, la candidatura del general maggiore (in pensione) Gabi Ashkenazi per la carica di capo di stato maggiore al posto del dimissionario Dan Halutz, criticato per la gestione della guerra in Libano. Il primo ministro l’ha accettata ieri sera, anche perché nel frattempo Moshe Kaplinsky, vicecapo di stato maggiore, che godeva dell’appoggio di Olmert, si era ritirato dalla corsa. In una lettera a Olmert e Peretz, Kaplinsky ha spiegato che sarebbe stato “inappropriato” nominare qualcuno che ha preso parte alla gestione della guerra contro Hezbollah prima della pubblicazione dei risultati della Commissione Winograd sulla gestione del conflitto. Molte sono state le richieste in questo senso, tanto che l’Alta corte ha chiesto al governo di tenerle in considerazione. Shlomo Brom, veterano dell’Idf, ex capo del dipartimento per la Pianificazione strategica dell’esercito e analista dell’Istituto per gli Studi di strategia nazionale israeliano, ha detto al Foglio che “Olmert e Peretz hanno trovato un accordo, anche se non parlerei di completa intesa”. Olmert ha cercato di posticipare la nomina, secondo il volere di Kaplinsky. Peretz ha lavorato in senso contrario. Brom spiega che “la sostituzione è un passo necessario, ma non ancora sufficiente” per trovare un nuovo equilibrio tra establishment militare e politico, in un paese che sembra soffrire di una crisi di leadership in diversi campi. “Ashkenazi deve ancora raccogliere il sostegno di popolazione e soldati”. Il nuovo capo di stato maggiore ha 53 anni, è l’attuale direttore del ministero della Difesa ed è molto vicino a Peretz: la sua nomina fa parte del progetto del ministro della Difesa di riformare l’esercito e, soprattutto, di recuperare consensi, visto che la sua leadership come ministro e come guida dei laburisti è sempre più messa in discussione. Anche per questo, sempre ieri Peretz, alla conferenza di Herzliya, oltre a difendere la gestione della guerra contro Hezbollah, ha presentato un piano diplomatico per la questione palestinese articolato su tre punti, dal cessate il fuoco ai negoziati. Tra i partner del dialogo, il ministro della Difesa ha incluso tutti coloro che sono disposti a riconoscono Israele, “anche se si tratta di Hamas”. Sul fronte libanese, Ashkenazi è l’uomo giusto. Nell’esercito ha acquistato fama come comandante della Brigata Golani, dal 1986 al 1988. Ha combattuto la guerra dello Yom Kippur, nel 1973. “E’ un esperto ufficiale di fanteria – racconta Brom – con una buona conoscenza dell’arena libanese”. In Libano Ashkenazi c’è stato nei primi anni Ottanta, durante la guerra civile, come vicecomandante della Brigata Golani. Poi ci è tornato tra il ’92 e il ’94, come guida delle operazioni amministrative dell’Idf nel sud del paese. Nel 2002 è stato vicecapo di stato maggiore. “E’ un uomo dell’esercito e non dell’aviazione”, spiega Brom. Halutz è stato pilota, “uno dei più grandi e coraggiosi guerrieri d’Israele degli ultimi 40 anni”, ha detto di lui Olmert. Secondo Brom, la differente educazione militare di Ashkenazi potrebbe condurre a orientamenti diversi da parte dell’establishment militare, anche perché il nuovo capo di stato maggiore sceglierà i suoi ufficiali. “La nomina potrebbe portare a un diverso utilizzo del budget militare o ad approcci operativi differenti: per esempio, un’attenzione maggiore nell’utilizzo delle truppe di terra”. Si dice che Ashkenazi sia apprezzato dai soldati. Brom lo definisce un uomo di “buon senso”

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