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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
19.01.2007 Protesta nel Ghetto di Roma
Sit-in contro la visita di D'Alema

Testata: Corriere della Sera
Data: 19 gennaio 2007
Pagina: 10
Autore: Fabrizio Caccia
Titolo: «Volantini degli ebrei di Roma: sit-in anti D'Alema, ci chieda scusa»

Dal CORRIERE della SERA del 19 gennaio 2007:

ROMA — «Sarà un sit-in molto caldo», prevede Riccardo Pacifici, vicepresidente della comunità ebraica di Roma. L'appuntamento è per martedì prossimo, ore 19, davanti alla scuola «Vittorio Polacco» di lungotevere Sanzio. Arriverà Massimo D'Alema (insieme con il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini) per parlare dell'ultimo libro dello storico Luca Riccardi ( Il «problema Israele»: diplomazia italiana e Pci di fronte allo Stato ebraico, dal 1948 al 1973) e al Ghetto c'è aria di contestazione.
La «base» è in fermento. Ieri suimuri di via del Portico d'Ottavia sono comparsi manifestini dal tono inequivocabile: «Fuori dalle istituzioni ebraiche i nemici di Israele». E ancora: «Sit-in contro la visita dell'onorevole D'Alema». Decine di manifestini non firmati, probabile frutto di un'iniziativa spontanea, «ma il tam-tam era partito da giorni — dice Pacifici — con un mucchio di e-mail da ogni parte di Roma. Così D'Alema ha fatto il miracolo: ha messo d'accordo tutti, ebrei di destra e di sinistra».
Ma perché? Cosa è successo? Due esternazioni recenti, del ministro diessino, sono rimaste indigeste alla comunità. Prima un'intervista a L'Espresso: «C'èla reattività di una lobby ristretta che impedisce una discussione serena». E poi la prefazione al libro di Bice Foà Chiaromonte («Donna, ebrea, comunista»), apparsa su l'Unità, in cui D'Alema scrive: «Io non ritengo positivo per Israele che le comunità ebraiche abbiano perduto la capacità di esercitare uno stimolo critico sulla politica israeliana». Con un esplicito riferimento a «un mondo ebraico democratico che oggi io vedo meno forte, meno protagonista, meno in grado di esprimersi nel dibattito pubblico».
Così, al Ghetto, l'irritazione ora è di nuovo generale, quasi come dopo la passeggiata d'agosto beiruttina fatta sottobraccio al deputato di Hezbollah: «D'Alema è un ministro che non ci garba, parla di lobby ebraica che non esiste e fa distinzioni tra ebrei buoni e cattivi, dove i buoni, i democratici, sono solo quelli che la pensano come lui», taglia corto Angelo Sermoneta, presidente del circolo «I ragazzi del '48», i duri e puri, che martedì prenderà parte al sit-in.
La «base» adesso contesta apertamente anche l'assessore alla cultura della comunità, Luca Zevi. Fu proprio lui, un mese e mezzo fa, a mandare l'invito al ministro. Queste ultime esternazioni, però, «hanno lasciato molto, molto perplesso anche me — ammette l'assessore — e all'incontro di martedì gli chiederò pubblicamente un chiarimento».
Ma Riccardo Pacifici dice anche di più: «Per D'Alema è l'occasione di chiedere scusa, da lui ci aspettiamo un gesto distensivo. Anche se forse l'ha fatto apposta, visto che è machiavellico e ama la sfida, a dichiarare certe cose alla vigilia. Comunque noi l'incontro con D'Alema lo vogliamo, perché non è mica come quelli dell'Ucoii che negano il diritto all'esistenza stessa di Israele. Ma quale lobby, però! Se ci fosse stata la lobby, non l'avremmo nemmeno invitato oppure l'incontro sarebbe stato cancellato. E l'assessore Zevi, magari, sarebbe stato cacciato. Invece mi risulta che sia ancora al suo posto».
«Esternazioni, quelle dalemiane, da respingere in toto — commenta pure il presidente della comunità, Leone Paserman —. Per questo, la notizia del sit-in non mi ha sorpreso più di tanto. Credo comunque che sarà un sit-in pacifico e civile. Del resto, di questi tempi, le contestazioni ai ministri vanno di moda: Prodi, Bersani, Padoa-Schioppa. Ma finalmente sarà l'occasione per guardarci in faccia, con D'Alema, senza più mandarci frecciate solo a mezzo stampa».
«Lui dice sempre che non è antisemita — conclude preoccupato Angelo Sermoneta, il presidente de I ragazzi del '48 —. Eppure noi ebrei sappiamo leggere la gente negli occhi anche quando non parla. Ed è evidente che D'Alema, quando incontra i leader arabi, è benevolo e accondiscendente, mentre davanti a Olmert tradisce la sua contrarietà. Attenti, però, perché il confine tra l'essere anti-israeliano e l'essere antisemita è sempre stato un filo sottile».

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