Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Omicidi rituali, profanazione delle ostie consacrate a Orvieto una mostra sui miracoli ripropone false accuse agli ebrei
Testata: Corriere della Sera Data: 19 gennaio 2007 Pagina: 25 Autore: Gianna Fregonara Titolo: «Mostra sui miracoli sotto accusa: «È antisemita»»
Dal CORRIERE della SERA del 18 gennaio 2007:
Un intervento del Papa «come teologo e come capo della Chiesa Cattolica» per l'eliminazione «dal patrimonio cultuale di tutti quei santi, reliquiari, preghiere, feste e processioni, in cui si ribadiscono le false accuse agli ebrei di omicidio rituale, di profanazione delle ostie». A chiedere la revisione di riti e tradizioni, alcune millenarie, in una lettera indirizzata a Benedetto XVI, è l'associazione «Amici di Israele» presieduta da Anna Borioni e Piero Terracina. Sono indignati. A scatenare la loro reazione è stata una mostra, che da un paio d'anni soggiorna nella chiesa di San Francesco a Orvieto. Si tratta di una trentina di pannelli collezionati da Sergio Meloni sui «Miracoli eucaristici», una raccolta di fotografie, affreschi e quadri che raccontano episodi, storie e miracoli delle ostie avvenuti dal Portogallo alla Corea. «Pannelli pieni di episodi e di termini antisemiti — protesta Borioni — con contenuti virulentemente anti ebraici che, cosa ancora più preoccupante, porta alla luce una realtà del cattolicesimo popolare italiano profondamente ancorata alla cultura dei roghi e degli autodafé». Nella mostra, che è stata ospitata in passato anche a Roma nei sotterranei di San Carlo al Corso, ci sono alcuni riferimenti ad una fattucchiera giudea che «chiese ad una donna esasperata per l'infedeltà del marito di portare un'ostia consacrata per preparare il filtro d'amore», si parla di un altro miracolo, avvenuto a Parigi in cui «un rigattiere ebreo Jonathas acerrimo nemico della religione cattolica» provò a ricattare una ricca e sciagurata nobildonna e finì arrestato e condannato a morte. Ma l'episodio che ha convinto l'associazione «Amici di Israele» a intervenire è il miracolo di Trani. Un racconto che risale all'anno mille che ancora oggi si celebra nella Settimana Santa con una processione a piedi scalzi nella chiesa di Sant'Andrea: è il miracolo delle ostie fritte. A cuocerle o meglio a tentare, raccontano i documenti raccolti da Meloni, una donna ebrea che ne voleva fare frittelle. «L'ostia immediatamente si tramutò in carne sanguinolenta e il sangue copioso traboccò dalla padella riversandosi sul pavimento fino a fuoriuscire dalla soglia della porta. La donna fu arrestata e, secondo il racconto, impiccata». Seguono foto di affreschi e del reliquiario di Sant'Andrea dove sono conservate le ostie miracolose. Finora nella chiesa di San Francesco né nella diocesi di Orvieto-Todi nessuno si era mai accorto di nulla: non il vescovo, né il Comune di cui la Chiesa è proprietà, né la Legambiente che con turni di volontari consente le visite nella chiesa, né l'Istituto storico artistico orvietano che ha contribuito al restauro e alla riapertura. «Queste osservazioni sono nuove, confronteremo i pannelli con i testi storici, anche se questi spesso risentono nel periodo e dell'ambiente in cui sono nati. Ma certamente non è nostra intenzione offendere nessuno e dunque siamo aperti a visionare i pannelli e a valutare», spiega il vescovo di Orvieto monsignor Giovanni Scanavino. Iniziativa che per Borioni e Terracina non è sufficiente: per loro è necessario rivedere e riconsiderare una cultura popolare che segnala che «la brace dell'intolleranza e dell'odio cova ancora sotto una cenere che, dopo la Shoah, speravamo venisse definitivamente spenta». E dunque non basterà chiudere la mostra, ma ci vorrà, a cura del Vaticano, una vera e propria «opera di aggiornamento e sensibilizzazione di parroci e sacerdoti».
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