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Mentre la politica del governo italiano si sposta sempre di piu' verso il mondo islamico, mentre il ministro degli Esteri D'Alema viaggia da un paese arabo all'altro criticando l'America e bacchettando Israele.
Mentre sempre il suddetto Ministro definisce non democratici gli italiani ebrei che votano l'opposizione dopo essersi resi finalmente conto dell'andazzo antiisraeliano della sinistra.
Mentre l'Europa ormai sta camminando a grandi passi verso l'Eurabia che diventera' forse prima del 2050, per decadenza culturale, per dabbenaggine ma anche a causa dell'aumento di popolazione islamica in quasi tutte le nazioni che fanno parte dell'Unione Europea.
Mentre hamas dichiara ogni mattina, dopo il caffe', che non riconoscera' mai Israele e che fara' tutto quanto in suo potere per eliminarlo senza che nessuno se ne preoccupi, anzi con la sinistra che blatera che e' Israele a dover riconoscere il governo "democraticamente eletto" dei terroristi.
Mentre l'Occidente reagisce in modo molto tiepido alle minacce di secondo Olocausto degli ebrei da parte di Ahmadinejad, in Occidente e in Italia ci si prepara a commemorare la Giornata della Memoria per ricordare i sei milioni di ebrei dissoltisi nei crematori nazisti, fucilati davanti alle fosse comuni, torturati, disumanizzati, trasformati in pergamene per lampadari, usati per esperimenti diabolici, sei milioni il cui spirito aleggia in tutta Europa, le cui ceneri stanno ancora bruciando mentre vengono calpestate e violate dall'odio rinnovato, dal desiderio di ripetere l'orrore, dall'oltraggio di chi nega e di chi odia il Paese che i superstiti hanno creato dal niente dell'aridita' desertica in Erez Israel.
In concomitanza con le iniziative organizzate per il Giorno della Memoria, a Torino viene organizzata una mostra fotografica sul "muro della vergogna" come lo chiamano i kompagni che usano abusivamente il termine di pacifisti. La mostra vuole portare l'attenzione sulle sofferenze dei palestinesi a causa della barriera eretta da Israele per difendersi dal terrorismo.
La mostra non dice che grazie a quella barriera gli attentati terroristici sono diminuiti verticalmente tanto da segnalarne soltanti due nel 2006, rispetto ai 25.000 tentati e portati a compimento dal 2000 al 2005.
La mostra organizzata dalle ONG, dalla tavola per la Pace di Perugia, Comunita' salesiane e vari comuni italiani non tiene conto di questa realta', non dimostra compiacimento per la diminuzione dei morti israeliani, non informa ma, in nome del piu' falso e becero pacifismo, fa ancora e sempre propaganda contro Israele.
E' stata pensata bene la data? Forse si perche' chi avra' digerito ben bene la propaganda non sara' minimamente toccato dalla commozione e dallo sdegno di quello che le commemorazioni della Shoa' ricorderanno.
Bella pensata, pacifisti!
Il 28 gennaio le manifestazioni vedranno due momenti, uno, pubblico, con le forze politiche che vorranno intervenire, in cui tutti insieme, ebrei, non ebrei, politici, gente comune faranno il solenne giuramento MAI PIU'.
Il secondo momento sara' quello che vivranno intimamente gli ebrei nei cimiteri e davanti ai monumeti della Memoria.
Questo incontro tra gli ebrei vivi e gli ebrei morti non ha bisogno di date ne' di commemorazioni istituzionalizzate, gli ebrei lo vivono quotidianamente da 60 anni. La Memoria, il Ricordo, il Dolore, la Disperazione sono scritti a caratteri indelebili sulla loro pelle, nelle loro viscere, nel loro cuore: 6 milioni di fratelli, parenti, amici. Un milione e mezzo di bambini torturati e poi trasformati in fumo.
Figli ammazzati perche' il Popolo Maledetto non avesse continuita' e futuro.
No, non abbiamo bisogno del 28 gennaio per ricordarli, per amarli, per piangerli perche' sono dentro di noi, sono negli occhi dei nostri figli, oggi, sono nei bambini liberi e sani di Israele, sono nel nostro orgoglio di Popolo e nella nostra Speranza che ci ha permesso di ricostruire dalla sabbia un Paese pieno di aranceti e fiori mentre, appena usciti dai campi della morte, non avevamo nemmeno la forza di respirare.
No, non ci serve il 28 gennaio di ogni anno per amare e piangere, guardando il cielo, quelle anime bambine che da lassu' ci guardano.
No, non ci serve il 28 gennaio per pensare i loro nomi, ai loro teneri anni, al loro terrore, alla loro sorpresa che non ci fossero la mamma e il papa' a difenderli dagli orchi che li facevano entrare nelle docce.
Non ci serve il 28 gennaio per piangere pensandoli mentre cadevano gli uni sugli altri quando il gas non li lasciava piu' respirare.
E' invece molto importante che esista, per legge e per Giustizia, il Giorno della Memoria, perche' tutti gli altri, i distratti e i meno distratti, gli amici degli ebrei, quelli che si indignano e quelli che se ne fregano, quelli che amano Israele e quelli che lo criticano e lo giudicano, guardando negli occhi gli ebrei superstiti e chinando il capo davanti al numero stampato sulla loro pelle e davanti ai cippi che ricordano i nomi dei quelli ridotti in fumo, possano gridare e giurare MAI PIU'.
MAI PIU.
Ai nostri nemici in Oriente e in Occidente..
MAI PIU'.
Alla propaganda politica antisemita.
MAI PIU'.
Un solo ebreo verra' ucciso impunemente.
MAI PIU'.
Perche' gli ebrei hanno Israele, perche' gli ebrei hanno un grande esercito, perche' gli ebrei sono tornati in Patria e distruggere Israele oggi significherebbe distruggere il mondo intero.
Ricordatevelo bene:
MAI PIU'.
Deborah Fait
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