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Gentile Sig.ra Martini, Per farsi un' idea di quanto sostiene, vada a questa pagina: http://www.arabcomint.com/la_scelta_degli_ebrei_di_susan_a.htm
il suo commentino di chiusura e': " Gli ebrei, in particolare gli ebrei americani, devono scegliere se supportare la nozione che "tutti gli uomini sono creati uguali" o supportare Israele. Le scelte si escludono reciprocamente" Ha capito ? supportare Israele significa negare l' eguaglianza degli uomini di fronte a Dio. Ripeto: Lei e' liberissima di intervistare chi vuole, presentare i libri che vuole, ma io - come cattolico - oserei sperare che ci facessimo latori di messaggi di pace e non di odio, selezionando piu' accuratamente chi intervistiamo, o - quantomeno - offrendo dei contraddittori, ma purtroppo Israele (che e' lo stato ebraico si, ma - ricordiamocelo - ha un 20% di cittadini non ebrei, tra cui molti arabi musulmani, che non mi sembra se la passino tanto male) e gli Ebrei non sempre trovano spazio tra i palinsesti dei media cattolici (ad eccezione almeno di Radio Maria). Sara' un forse mai sopito rancore verso i "perfidi guidei" che fa - magari incosciamente - capolino ogni tanto ? e che magari ci fa sposare cause in modo unilaterale ? Magari forse potremmo ricordarci che quando il Verbo si fece carne, scelse di essere Ebreo, da madre Ebrea e scelse apostoli Ebrei come Lui per portare la Sua parola di pace e di amore nel mondo. Significhera' qualcosa anche per noi, cfr. Mons. Cafarra alla seguente intervista al CdS del Dicembre u.s.: " Nel mondo cattolico si levano voci nuove a proposito degli ebrei. Ratzinger visita la sinagoga di Colonia. Padre Pizzaballa da Gerusalemme chiede alla Chiesa un atteggiamento più aperto verso l’ebraismo. Lei vede tracce di questo atteggiamento?"Questo è un punto fondamentale, oltre che una mia personale passione: l’incontro con Israele, il dialogo con Israele. Vedo sempre più chiaramente che non si può essere cristiani se non si è ebrei. Personalmente, il dialogo interreligioso vero e proprio lo vedo praticabile solo con l’ebraismo. Perché c’è discendenza spirituale di me cristiano da Israele. San Paolo dice di noi, che ebrei non siamo, che siamo diventati figli di Abramo".Quindi l’immagine degli incontri di Assisi, con l’induista, il buddista, l’islamico..."Potrebbero ingenerare confusione nei fedeli. Con l’Islam possiamo incontrarci negli ambiti del vivere umano, sul tema della ragionevolezza, della concezione della vita, dell’educazione. Ma il rapporto che io cristiano ho con Israele non è equiparabile al rapporto che io cristiano ho con altre religioni". Magari mi sono perso altre puntate della Sua (molto bella mi creda) rubrica, nella quale avra' certamente offerto ospitalita' ad Israeliani per esporre il loro punto di vista, in tal senso mi scuso in anticipo, ed in ogni caso - mi creda - Le scrivo questa mia con le migliori intenzioni, animato nei suoi confronti da sincera stima, e sempre con spirito cristiano e cattolico di spingere al miglioramento delle situazioni e mai viceversa. cordialmente Guido Rosati Roma |
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