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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
15.01.2007 Attacco alla Rice:senza figli non può decidere sull'Iraq
in Israele Tzipi Livni la difende

Testata: Corriere della Sera
Data: 15 gennaio 2007
Pagina: 6
Autore: Davide Frattini
Titolo: «La Rice, la guerra e le accuse "antifemministe" dei liberal»

Dal CORRIERE della SERA del 15 gennaio 2007:

GERUSALEMME — Quello che il superconservatore Rush Limbaugh definisce «un colpo basso, sotto le ovaie» ha inseguito Condoleezza Rice nel suo viaggio in Medio Oriente. Con un sospiro, il segretario di Stato americano ha ripetuto da Gerusalemme che «no, essere single e senza figli non le impedisce di capire le sofferenze di una guerra».
Da giovedì, Rice risponde alla stessa domanda. Da quando la senatrice democratica Barbara Boxer l'ha incalzata, durante un'audizione per esaminare il nuovo piano in Iraq del presidente George W. Bush. «Chi paga il prezzo? Io non pagherò un prezzo personale. I miei figli sono troppo vecchi e il mio nipotino troppo giovane. E anche lei non pagherà un prezzo, a quanto mi risulta, con una sua famiglia. Allora chi pagherà? I soldati americani e le loro famiglie». Il segretario di Stato ha replicato con poche parole («non potrò mai fare nulla per rimpiazzare i caduti, uomini e donne in uniforme o i diplomatici, alcuni dei quali...») ed è stata interrotta: «La prego, so che soffre per questo. Non è il punto. Volevo far capire chi paga per le sue decisioni».
Lo scambio di battute è finito così. Poche ore dopo la Casa Bianca è intervenuta per attaccare Barbara Boxer: «Non so se sia stata volutamente offensiva. Comunque è un passo indietro per il femminismo», ha commentato il portavoce Tony Snow. E anche Condoleezza Rice, 52 anni, ha deciso di rispondere parlando di diritti civili: «Credevo fosse ammesso essere single, credevo fosse accettabile non avere figli e credevo che si potessero ancora prendere decisioni giuste per il tuo Paese».
La «guerra dell'utero» ha tenuto impegnati i blogger e i commentatori conservatori per tutto il fine settimana. «Visto che i gay dichiarati non possono entrare nell'esercito, anche loro sono estromessi dal dibattito? — scrive Andrew Sullivan sul sito della rivista
Time —. Nel momento in cui si comincia a percorrere questa strada di ricatto morale ed emotivo, si finisce con il pensare che nessuno possa discutere dell'Iraq. La senatrice deve chiedere scusa». Barbara Boxer (sua figlia ha sposato, con divorzio, il fratello di Hillary Clinton) ha sostenuto che i suoi commenti sono stati male interpretati («cercavo un terreno comune con il segretario di Stato») e i democratici hanno ribattuto che la Casa Bianca vuole spostare l'attenzione dalle critiche al progetto del presidente.
Il New York Times fa notare che ben pochi tra gli eletti al Congresso hanno eredi in divisa: il repubblicano John McCain sostiene la necessità di inviare più truppe, anche se suo figlio Jimmy, che da pochi mesi ha finito l'addestramento con i marines, potrebbe essere uno di loro. Il senatore democratico James Webb si oppone alla guerra ma non ha mai voluto parlare di suo figlio, anche lui Jimmy, già in Iraq.
A Gerusalemme, Condoleezza Rice ha trovato un'alleata in Tzipi Livni. Il ministro degli Esteri israeliano, 48 anni, è madre di due ragazzi («allora può prendere decisioni», ha commentato ridendo l'americana) e uno di loro è adesso sotto le armi. «Voglio dire una cosa a titolo personale — è intervenuta Livni, davanti ai giornalisti —. Nelle nostre chiacchierate informali, abbiamo discusso della situazione in Iraq e non potete immaginare i sentimenti che Condoleezza ha espresso». Livni ha rivelato così che i suoi rapporti con il segretario di Stato vanno oltre la diplomazia. È quello che Walter Isaacson chiama su Time «l'asse delle donne». «Rice ha molto in comune con la sua nuova e segreta anima gemella, Tzipi Livni. Tutt'e due hanno cervelli affilati, convinzioni di centrodestra, un misto di rigida rettitudine e pragmatismo».
Intervistata dal Canale 10 israeliano, Rice ha detto di aver trovato «strano» l'attacco della senatrice Boxer, ma di non sentirsi offesa. «Ho incontrato soldati che sono stati in battaglia, che hanno perso le braccia e le gambe. Ho visitato le loro famiglie. Ho un parente che ha combattuto in Afghanistan e per fortuna è tornato illeso. Gli americani capiscono — e non importa se sei single, sposata, divorziata, qualunque cosa tu sia — che siamo in un periodo di sacrifici straordinari».
A settembre, i pettegolezzi via Internet e un articolo di prima pagina sul
New York Times avevano cercato di mostrare che Condoleezza ha un cuore (ed è anche capace di usarlo). Il quotidiano aveva pubblicato una foto della donna più potente d'America mano nella mano con Peter MacKay, ministro degli Esteri canadese, di undici anni più giovane. Eppure proprio la
first lady Laura Bush era stata la prima a insinuare un collegamento tra capacità politiche e il nubilato della signorina Rice: «Non vuole correre per diventare presidente. Sarebbe una candidata perfetta, ma è single, i suoi genitori sono morti, è figlia unica. Hai bisogno del sostegno molto forte di una famiglia per fare questo lavoro».

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