Israele avrà un ministro arabo e musulmano? Amir Peretz vorrebbe Rajeb Majadele al dicastero di Scienza, Cultura e Sport
Testata: Libero Data: 11 gennaio 2007 Pagina: 19 Autore: la redazione Titolo: «Svolta in Israele:avrà un ministro arabo e musulmano»
Da LIBERO dell'11 gennaio 2007, una notizia interessante, in un articolo non del tutto corretto:
Raleb Majadele, deputato arabo israeliano del partito laburista, sarà il primo ministro di fede musulmana nella storia d'Israele. Siederà accanto ai ministri del partito ebraico xenofobo, "Israel Beitenu", che tentano di limitare in tutti i modi l'accesso degli arabi alle istituzioni di Gerusalemme.
"Israel Beitenu" chiede agli arabi israeliani di essere fedeli allo Stato, in un contesto nel qualei loro partiti politici e i loro leader esprimono un violento antisionismo e tentano di mobilitare tutta la comunità a sostegno dei nemici esterni di Israele. Quella di "Israel Beitenu" non è dunque "xenofobia", ma un tentativo, certamente discutibile, di rispondere a un problema reale
Ma per tenere in piedi un'esecutivo traballante, i politici israeliani sono disposti a formare una "grosse koalition" che va dall'estrema destra ai laburisti islamici. Secondo quanto riportano le televisioni israeliane, che non esitano a parlare di «nonima storica», il leader della formazione di centro-sinistra, Amir Peretz, si appresta a nominare Majadele al dicastero Scienza, Cultura e Sport nel governo guidato da Ehud Olmert. Originario della località arabo-israeliana di Baka el-Garbia, Mahadele rimpiazzerà Ophir Pines, esponente della sinistra che ha rassegnato le dimissioni dalla carica di ministro per protestare contro l'ingresso nell'esecutivo del partito russofono d'estrema destra, "Israel Beitenu", guidato dal falco Avigdor Lieberman. Alle ultime elezioni di marzo l'esponente xenofobo aveva fatto campagna elettorale suggerendo l'espulsione dal territorio israeliano di tutti i cittadini arabi di origine palestinese (circa un quinto della popolazione israeliana). Nel 2001, durante il governo di Ariel Sharon, era stato nominato come ministro il druso Salah Tarif, costretto in seguito a dimettersi nel 2002 perché travolto da uno scandalo di corruzione. Tuttavia, sino ad oggi, non era mai entrato nell'esecutivo un politico di fede islamica. Ieri si è registrata anche un'inedita apertura del movimento integralista di Hamas verso Israele. Il leader del movimento di resistenza islamica palestinese, Khaled Meshaal, in esilio a Damasco, ha riconosciuto l'esistenza dello Stato ebraico.
L'esistenza di Israele è un dato di fatto. E' il diritto all'esistenza di Israele che Hamas non ha mai riconosciuto e continua a non riconoscere.
«È una realtà», dice, e «continuerà a esistere uno stato che si chiama Israele, è un dato di fatto». Hamas si è sempre rifiutato di ammettere l'esistenza dell'«entità sionista». Il problema, ha sottolineato Meshaal, non è che Israele esista o meno, ma la mancata creazione di uno stato palestinese. Hamas, dunque, potrà pensare se riconoscere formalmente Israele solo quando nascerà lo Stato palestinese.
Le parole, del tutto propagandistiche, di Meshal sono riportate acriticamente, sorvolando sulla distinzione fondamentale tra esistenza e diritto all'esistenza. Il risultato è un'informazione fuorviante e incompleta.
Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione di Libero