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Il Foglio Rassegna Stampa
10.01.2007 "Come le Brigate Rosse"?
un editoriale sulle dichiarazioni di Armando Spataro

Testata: Il Foglio
Data: 10 gennaio 2007
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «La Cia, le Br e il magistrato italiano»
Dal FOGLIO del 10 gennaio 2007:

Il pm milanese Armando Spataro rappresenta l’accusa, in un regime di obbligatorietà dell’azione penale e di sostanziale irrilevanza del segreto di stato, nell’udienza preliminare in corso contro Nicolò Pollari, già capo del Sismi, e altri trentaquattro imputati, tra cui numerosi agenti e funzionari della Central Intelligence Agency. In ballo c’è il prelevamento e la deportazione forzosa al Cairo di un imam sospettato di collegamenti con il terrorismo, per il codice penale un “sequestro di persona”, o esfiltrato per inquinare la rete del terrorismo in una logica doppiogiochista (sulla questione non v’è ancora alcuna certezza). L’avvocato di un alto funzionario americano, che il dottor Spataro vorrebbe come i suoi colleghi estradare in Italia, ha dichiarato la sua rinuncia alla difesa nel processo, perché la questione è ritenuta dal suo assistito “un problema politico” riguardante i governi impegnati nella lotta al terrorismo, e non la magistratura. In replica, il pm si è espresso in modo piuttosto malaccorto, paragonando l’affronto alla giustizia italiana dell’uomo Cia all’atteggiamento delle Brigate Rosse, quando negli anni Settanta non riconoscevano l’autorità dei tribunali italiani, servi dello Stato Imperialista delle Multinazionali (SIM).
Il dottor Spataro dovrebbe fare uno sforzo di memoria. Le Br volevano abbattere lo stato e instaurare la dittatura del proletariato contro l’imperialismo americano, mentre la Cia, che aiutò gli investigatori italiani a liberare il generale James Lee Dozier nelle mani dei terroristi, ha statutariamente l’obiettivo opposto, vuole proteggere la sicurezza dei cittadini e le istituzioni democratiche dall’assalto di pratiche e ideologie totalitarie di stampo binladenista, sotto il controllo del Congresso. A parti rovesciate, se agenti italiani violassero la legge americana nell’ambito di un accordo antiterrorismo tra i due governi alleati di Roma e di Washington, l’Attorney general, che realizza la politica giudiziaria del governo, bloccherebbe ogni rivalsa impropria da parte della magistratura americana. Per una banale questione di tangenti a paesi esteri in un grande affare di commercio di armi dell’industria britannica Bae, Tony Blair di recente ha usato il privilegio dell’esecutivo per bloccare in un minuto un processo che andava contro l’interesse nazionale e di stato. Stati Uniti e Gran Bretagna non sono paesi privi di difetti, e il nostro sistema è diverso dal loro e permette al pm di infischiarsene del segreto di stato e dei privilegi dell’esecutivo, ma sono pur sempre le più antiche e solide democrazie del mondo. Ci rifletta, il dottor Spataro, prima di eccedere per pura faziosità ideologica nei suoi giudizi e pregiudizi.

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