I piani di Hezbollah contro Siniora, i successi della lotta al terrorismo in Israele, la pena di morte in Iran tre importanti notizie dal Medio Oriente
Testata: Il Giornale Data: 09 gennaio 2007 Pagina: 12 Autore: Gian Micalessin - la redazione Titolo: «Libano la paralisi dell'economia - Israele: nel 2006 dai kamikaze solo due attentati - Iran, pena di morte per i video hard»
Dal GIORNALE del 9 gennaio 2007, un articolo di Gain Micalessin sulla volontà di Hezbollah di produrre la paralisi economica in Libano:
Ci mancavano solo sindacati, picchetti e blocco dei ministeri. Dopo cinque settimane d’assedio nel palazzo del Gran Serraglio il governo di Fouad Siniora deve fare i conti anche con le proteste dei lavoratori. Da oggi in Libano scenderanno in piazza pure loro, aggiungeranno nuove bandiere a quelle di Hezbollah e dei suoi alleati cristiani guidati dal generale Michel Aoun e bloccheranno, oltre al palazzo del governo, le principali sedi istituzionali. La nuova ondata di dimostrazioni, guidata dalla principale confederazione sindacale del paese, punta a far piazza pulita delle riforme economiche presentate dal governo. Poco importa che quelle misure, messe a punto in vista della conferenza dei Paesi donatori convocata per il 25 di questo mese a Parigi, puntino ad ottenere la fiducia e l’aiuto economico della comunità internazionale. Per i sindacati le nuove riforme sono l’occasione per lanciare una nuova offensiva contro l’esecutivo e ridare linfa ad una protesta che sembrava inaridirsi. Dopo cinque settimane di «sit in» intorno al palazzo del governo e di totale paralisi dell’attività commerciale e turistica nel centro della capitale sono dunque pronti gli slogan della nuova rivolta. Prima si manifestava solo per ragioni politiche, accusando Fouad Siniora di non voler allargare la partecipazione di Hezbollah e dei suoi alleati nel governo. Ora il premier e i suoi ministri possono venir messi all’indice per aver tentato di innalzare il gettito fiscale alzando la percentuale dell’Iva. E i sindacati riscoprendosi paladini delle aziende, le prime ad esser toccate dal provvedimento, annunciano manifestazioni e picchettaggi di fronte agli uffici dell’Iva a partire da stamattina. L’occasione è chiaramente imperdibile per Hezbollah ed i suoi alleati che annunciano pieno ed indistinto appoggio ai dimostranti sindacali. «L’opposizione accoglie l’invito a partecipare alle manifestazioni e chiede a tutti i libanesi di aderirvi. Questa nuova dimostrazione sarà l’occasione – spiega l’ex ministro druso Talal Arsalan - per amplificare la protesta popolare estendendola a tutti i ministeri e a tutti gli uffici pubblici e per costringere il governo ad accettare tutte le nostre richieste». Hezbollah ed i suoi alleati si preparano, insomma, ad approfittare della discesa in piazza dei sindacati per imprimere alla protesta la drastica svolta bloccata, lo scorso mese, dal vasto sostegno internazionale a Fouad Siniora. Preso in contropiede dalle pressioni esercitate da Arabia Saudita, Francia e Stati Uniti, Hezbollah non aveva potuto, a metà dicembre, concretizzare la minaccia di paralizzare il paese bloccando aeroporti e strade. L’intervento sindacale gli offre ora l’occasione di mimetizzare la propria azione sotto i paraventi dello scontento economico interno. Il sotterfugio consente anche di rendere meno evidente l’influenza di Siria ed Iran , i grandi protettori esterni decisi a trascinare al potere il Partito di Dio per bloccare il rischio di un processo internazionale sull’assassinio Hariri e a spezzare ogni legame con l’occidente e le nazioni arabe sunnite. «Da oggi in poi la nostra protesta acquisterà un nuovo volto e colpirà tutti i ministeri e tutte le sedi istituzionali», ha annunciato il generale Michel Aoun. Il piano economico annunciato dal governo Siniora si basa su una serie di riforme del sistema di tassazione e su una serie di incentivi allo sviluppo.
Di seguito, un breve trafilettto sugli attentati suicidi in Israele nel 2006. Se da un lato i dati diffusi dall'esercito israeliano confermano l'efficacia della barriera di sicurezza nel proteggere le vite degli israeliani, dall'altro il numero degli aspiranti terroristi suicidi arrestati dimostrano che il terrorismo non è mai cessato. Ecco il testo:
Il muro voluto da Ariel Sharon per proteggere Israele dai terroristi sembra essersi rivelato utile: nel 2006 i guerriglieri palestinesi sono riusciti a realizzare in territorio israeliano solo due attentati kamikaze, che hanno provocato complessivamente la morte di 11 persone. Lo ha reso noto l'esercito dello Stato ebraico. Entrambi gli attacchi hanno avuto luogo nel mercato di Nevè Shaanan, a Tel Aviv. Secondo queste statistiche, riferite ieri dalla stampa, nel 2006 l'esercito israeliano ha arrestato 187 aspiranti kamikaze. Il numero complessivo di palestinesi arrestati nel 2006 per attività legate all’intifada è di 4.110: nell'anno precedente era stato di 3602. Il maggior successo dell'esercito israeliano, secondo questi dati, è di aver inferto un duro colpo alle infrastrutture militari della Jihad islamica nella Samaria (Cisgiordania settentrionale), in particolare nella zona compresa fra Nablus, Jenin e Tulkarem. È stato comunque notato che sono considerevolmente aumentati gli ordigni deposti ai margini delle strade.
Infine, una notizia dall'Iran. 31 persone accusate di un reato senza vittime (avere prodotto con il loro cellulare e successivamente diffuso filmati pornografici) condannate a morte. A differenza che per Saddam, che di vittime ne ha fatte eccome, nessuna indignazione e solidarietà per loro:
Mentre la guida suprema della Repubblica islamica, l’ayatollah Alì Khamenei, ricompare in pubblico per ribadire il presunto diritto dell’Iran a dotarsi di tecnologia nucleare (smentendo così anche le voci che erano circolate sulla sua morte), una nuova notizia riporta l’attenzione su altri aspetti del regime di Teheran. Rischiano infatti la condanna a morte le 31 persone arrestate dalla polizia iraniana con l'accusa di aver realizzato e diffuso filmini porno girati con i telefonini cellulari: l'annuncio è stato dato dal Presidente del Tribunale Penale di Teheran, Saiid Mortazavi. Si tratta dello stesso giudice che negli ultimi anni ha condannato decine di giornalisti, ha fatto chiudere un centinaio di testate, ed è stato indicato da una commissione parlamentare quale responsabile della morte, durante gli interrogatori in carcere, della giornalista irano-canadese, Zahra Kazemi. Mortazavi ha annunciato che applicherà la pena di morte a tutti coloro che sono coinvolti nel giro dei filmini porno caserecci, realizzati da giovani utilizzando telefonini dotati di fotocamera. Nei giorni scorsi sono state arrestate 31 persone, tre delle quali accusate anche di violenza sessuale sulle ragazze ritratte nei filmini. I filmini porno fatti in casa hanno un mercato florido in Iran, dove vengono venduti fino a 30 euro l'uno, molto di più dei blockbuster di Hollywood riprodotti in versione pirata. Tale mercato, tollerato per lungo periodo, è diventato un caso nazionale dopo la diffusione delle immagini hard di una nota attrice televisiva, Zohre Mir Ebrahimi. Nei primi giorni del 2007 l'Iran, al secondo posto dopo la Cina per il numero delle esecuzioni, ha già fatto fatto eseguire almeno tre condanne a morte
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