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Libero Rassegna Stampa
06.01.2007 Quando la pena di morte non fa scandalo
nei paesi islamici il boia uccide anche chi non ha fatto del male a nessuno, ma la solidarietà degli ipocriti è solo per gli assassini come Saddam Hussein

Testata: Libero
Data: 06 gennaio 2007
Pagina: 1
Autore: Miska Ruggeri
Titolo: ««Scusi, firmi qui» Era la mia condanna a morte»
Da LIBERO del 6 gennaio 2006:

Impiccano uno spietato dittatore, colpevole di molti altri crimini oltre a quelli per cui è stato conddel mondo annato (risparmiandosi in tal modo la farsa dei 5 o 10 o 20 ergastoli), e il mondo intero va sottosopra. Proteste e indignazioni per ogni dove. Il no alla pena di morte diventa la parola d'ordine del 2007. Soprattutto in Europa e in Italia. Qui, anzi, Pannella si dà, more solito , allo sciopero della fame; il premier Prodi e il governo si impegnano formalmente perché l'Onu metta all'ordine del giorno la questione della moratoriauniversale sulla pena di morte; destra e sinistra fanno a gara per deprecare la barbarie del nuovo Iraq, la sua cultura della morte. E giù giaculatorie sui fondamentali diritti della persona. Insomma, tutti dalla parte del povero Saddam Hussein. Come se il rais di Baghdad fosse l'unico fatto fuori per legge; come se sulla sedia elettrica non finissero anche degli innocenti (a differenza del dittatore iracheno); come se in Cina non ne approfittassero pure per avere organi belli freschi per i trapianti. Soprattutto, come se anche ognuno di noi, che magari volesse farsi un giretto turistico in Arabia Saudita tra il fascino del deserto e le meraviglie del Mar Rosso, non rischiasse lo stesso la pelle. Il rilascio del visto

Per ottenere il visto d'ingresso nel Paese di Maometto, dove vige un'interpretazione particolarmente rigida della sharia , bisogna infatti dichiarare, come chi scrive ha fatto qualche mese fa, «di essere a conoscenza delle sanzioni conseguenti al traffico illecito di stupefacenti e al possesso non autorizzato di medicinali antidepressivi che prevedono in Arabia Saudita la condanna alla pena capitale». Perché, in pratica, se ti beccano con una confezione di Adepril, Triptizol, Mutabon o di Dominans senza un'adeguata certificazione, ti tagliano la testa a colpi di spada nel cortile davanti a una moschea, ti impiccano al grido di «Allah Akbar», o ti lapidano di venerdì. E hai voglia a spiegare che sei straniero, come i 2/3 dei condannati, e non lo sapevi, che soffri di attacchi di panico o di ansia e quindi hai bisogno delle tue pilloline quotidiane, oppure che è vero che la vita fa schifo ma che però il boia sembra una soluzione un tantino esagerata... Senza dimenticare che a Ryad e Jeddah, dove un anno fa (secondo il sito locale www.alarabiya.net, che citava fonti governative) erano almeno 126 le persone detenute nel braccio della morte per crimini commessi prima di aver compiuto i 18 anni, sono considerati reati degni del capestro anche la stregoneria (e vaglielo a spiegare che sono tutte balle alla Wanna Marchi), la masticazione di qat (che nel vicino Yemen è il passatempo nazionale), l'omosessualità (lo sa il diessino Franco Grillini?) e la produzione-distribuzione-assun zione di alcool. Il tutto in una pressoché totale assenza di garanzie processuali, tanto che spesso, secondo una dettagliata denuncia di Amnesty International, agli imputati viene negata la presenza di un avvocato o di una rappresentanza legale in aula, mentre alcuni prigionieri sono stati prelevati dalle loro celle e uccisi, senza che nessuno li avesse informati della loro sorte, e altri, stranieri o appartenenti a minoranze etniche, sono stati giudicati colpevoli e condannati al termine di processi celebrati in una lingua a loro sconosciuta, senza che fosse stato fornito loro un interprete. I curdi e i gay

Epperò tutti a scandalizzarsi per l'impiccagione del Caino di nome Saddam, per il processo fattogli in spirito di vendetta dalle nuove autorità dell'Iraq, per l'influenza degli Stati Uniti del perfido Bush, per gli insulti dei carcerieri, per il video dell'esecuzionegirato con un telefonino. E silenzio di tomba, di contro, per un povero cristo che non ha gasato curdi, non ha commesso genocidi, non ha sterminato sciiti, non ha dichiarato guerre o invaso altri Pae si, non ha fatto del male ad alcuno. Ma che magari ha altre colpe: è un po' depresso o un po' gay o un po' tossico o un po' maghetto. Un doppiopesismo che fa orrore come la pena di morte. Anzi, di più.

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