Ecco l'analisi del FOGLIO, sulla nuova strategia per l'Iraq dopo l'arrivo di John Negroponte e Khalilzad, pubblicata oggi 5/1/2007 a pag. 1
Milano. Facce nuove per una nuova strategia. George W. Bush nominerà Zalmay Khalilzad ambasciatore all’Onu, al posto dell’uscente John Bolton. Khalilzad – diplomatico afghano-americano grande amico Paul Wolfowitz e del giro dei neoconservatori – oggi è il rappresentante a Baghdad, dopo essere stato ambasciatore nell’Afghanistan post talebano. Non si conosce ancora nome del suo sostituto in Iraq, ma nel frattempo cambierà ruolo anche il suo predecessore John Negroponte, oggi gran capo dei servizi segreti americani. Negroponte lascerà l’ufficio di Direttore nazionale dell’Intelligence creato sull’onda dell’emozione dell’11 settembre e su suggerimento di quella commissione bipartisan che ha indagato sul fallimento dei servizi segreti. Negroponte diventerà il numero due di Condoleezza Rice a Foggy Bottom, cioè vicesegretario al dipartimento di stato. La notizia sarà ufficializzata oggi, insieme con il nome del sostituto di Negroponte, quasi sicuramente l’ex ammiraglio della Marina, John M. McConnell, già capo della National Security Agency dal 1992 1996 ai tempi di Clinton. Tutti e tre dovranno ottenere la conferma del Senato, da ieri maggioranza democratica, ma non dovrebbero avere problemi. La ragione di questi cambiamenti non ancora stata spiegata, ma sembra probabile che abbia a che fare con l’avvio della nuova strategia irachena che Bush annuncerà mercoledì. Khalilzad è un convinto sostenitore della dottrina Bush e conosce la situazione sul campo. Negroponte non è soltanto uno dei più fidati dirigenti dell’Amministrazione ma anche un esperto di Iraq, avendo seguito vicenda che ha portato alla destituzione Saddam prima all’Onu, dove è stato ambasciatore dal 2001 al 2004, e poi a Baghdad, dove ha ricoperto il ruolo di primo ambasciatore americano nel nuovo stato desaddamizzato. Il posto di vicesegretario di stato che andrà a occupare è libero da luglio, quando Robert Zoellick si è dimesso per tornare alla Goldman Sachs. I giornali americani scrivono che da tempo Condi Rice pensava a Negroponte per quel posto, ma di fronte al suo iniziale rifiuto ha provato a sondare altri candidati senza riuscire però a trovarne uno soddisfacente. Altri sostengono, invece, che Negroponte si sia stancato del lavoro di coordinamento delle 16 agenzie di intelligence, qui la sua decisione di accettare il declassamento di ruolo pur di tornare alla sua casa madre, cioè al dipartimento di stato. Lo zar dell’intelligence gode dello status di ministro e informa personalmente ogni mattina presidente sui pericoli che corre la sicurezza nazionale. Un tempo questo ruolo era del direttore della Cia, ma dopo la riforma l’introduzione della figura del direttore nazionale, l’Agenzia di Langley è stata scalzata. coordinamento strutturale tra i due organismi però non sembra funzionare alla perfezione, tanto che nel maggio scorso fu considerato una delle cause delle dimissioni Porter Goss da direttore della Cia. L’appuntamento all’American Enterprise Dopo aver accettato ieri le dimissioni della sua fidata consulente Harriet Miers, Bush nelle prossime settimane dovrà nominare anche il vice del nuovo capo del Pentagono Bob Gates, dopo le dimissioni annunciate dicembre scorso da Stephen Cambone, cui destini erano legati a Donald Rumsfeld, dimessosi da segretario alla Difesa all’indomani della sconfitta dei repubblicani alle elezioni di metà mandato di novembre. marzo andrà in pensione John Abizaid, il capo delle attività militari in medio oriente, da tempo si parla della sostituzione del generale George Casey, oggi coordinatore della strategia militare in Iraq. La sostituzione di Rumsfeld e Cambone e probabile cambio dei vertici militari rispondono alla medesima logica: Bush ha deciso di cambiare strategia in Iraq, di mandare più truppe, di assicurare la sicurezza del paese e, quindi di abbandonare i suggerimenti e i consigli del gruppo Rumsfeld, secondo cui l’Iraq poteva essere controllato con una presenza leggera di pochi uomini pronti a intervenire nel caso ce ne fosse bisogno. Ieri sulla prima pagina del Los Angeles Times si parlava del ritorno dei neoconservatori, visto che la nuova strategia bushiana per l’Iraq sembra essere quella Bill Kristol e dettagliata da Frederick Kagan e dal generale Jack Keane, i quali – col repubblicano John McCain e col democratico Joe Lieberman – la ripresenteranno questa mattina all’American Enterprise Institute. Per il cambio di strategia, Bush ha bisogno di uomini fidati e di esperti di Iraq non solo al Pentagono, ma anche all’Onu e al dipartimento di stato.
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