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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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La Repubblica Rassegna Stampa
04.01.2007 Caos e violenza nei territori
e per l'inviato Marco Ansaldo a Betlemme la colpa è di Israele

Testata: La Repubblica
Data: 04 gennaio 2007
Pagina: 21
Autore: Marco Ansaldo
Titolo: «Gaza e Betlemme»

L'inviato di REPUBBLICA Marco Ansaldo, pubblica  oggi, 4/1/2007 a pag.21,due servizi da Gerusalemme sul caos nel quale si trovano i territori palestinesi. Se l'informazione su Gaza è sostanzialemente corretta, su Betlemme è la solita solfa su Israele che ha la colpa di tutto quello che non funziona. La suora dell'ospedale, invece di preoccuparsi della tremenda situazione nella quale vivono i cristiani palestinesi, è preoccupata per le " due porte grige ", cioè il muro che permette il controllo di chi entra e chi esce da Betlemme. Ecco i due articoli:

"Via da Gaza tutti gli stranieri"

GERUSALEMME - Natale è trascorso invano a Betlemme. Al Caritas Baby hospital, l´unico ospedale pediatrico della Cisgiordania, il bilancio di un anno di lavoro è sconfortante. I ricoveri sono stati 4.300 contro i 3.600 dell´anno passato. I bambini seguiti negli ambulatori sono 30mila, a un ritmo di 100 al giorno. «Ma a dicembre - spiega suor Silvia, una religiosa veneta in prima fila nell´ospedale - a causa soprattutto dell´influenza e delle malattie virali tipiche di quando fa freddo, abbiamo avuto parecchi morti, almeno una quindicina».
Una situazione che sembra aggravarsi con l´arrivo dell´inverno. «In questi giorni - racconta la suora - ci troviamo in stato d´emergenza: l´epidemia influenzale dilaga, la struttura è strapiena e non sappiamo dove mettere i bambini». Piccoli che «nonostante tutte le difficoltà, continuano a nascere numerosi», aggiunge la religiosa. «Inoltre da mesi i dipendenti delle istituzioni legate ai ministeri non ricevono gli stipendi. C´è uno sciopero crudele che sta privando la popolazione dei servizi essenziali e dei farmaci che sono sempre stati forniti dai servizi governativi». «Non c´è pietà per il futuro dei bambini - continua la suora - anche gli insegnanti hanno scioperato per la mancanza dei salari. Così il primo giorno di scuola, in programma il 2 settembre, è scattato solo il 12 novembre».
Ma i medici e gli assistenti del Caritas Baby hospital non si danno per vinti. Pur nello sconforto. «Oggi - spiega suor Silvia - abbiamo capito a che cosa servono quelle due porte grigie, orribili, che danno a Betlemme l´immagine di quello che è diventata: una prigione a cielo aperto. Si aprono solo per le feste natalizie, per permettere alle autorità religiose di entrare in città».

"Emergenza per i piccoli di Betlemme"

GERUSALEMME - Via da Gaza. Al più presto. Tutti. La Striscia è ormai una pozza incontrollabile di odio e di violenza. Soprattutto per gli stranieri. Il rischio di rapimenti è altissimo. Lo dicono le forze di sicurezza palestinesi. Lo raccomandano le sedi diplomatici estere, come il Consolato italiano a Gerusalemme che ieri ha avvertito i giornalisti. Via da Gaza, allora. E subito.
«I cittadini europei e americani devono lasciare immediatamente la Striscia», invita l´Autorità nazionale palestinese (Anp). Per Al Jazeera il livello della sicurezza nei Territori è particolarmente basso ora e gli organismi di sicurezza temono che dopo il sequestro incrociato di esponenti di Hamas e di al Fatah i gruppi armati prendano di mira i cittadini stranieri. «Abbiamo segnalazioni di piani per rapimenti - dice un alto dirigente della polizia palestinese - e abbiamo chiesto a europei e americani di lasciare Gaza». «Noi restiamo dove siamo», replica Johan Eriksson, portavoce dell´agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi.
Ma intanto da tre giorni non ci sono notizie di Jaime Razuri, il fotografo peruviano dell´agenzia France Presse, sequestrato davanti alla sede della sua organizzazione a Gaza dopo una giro compiuto nella Striscia con autista e interprete. I rapimenti di stranieri si sono finora risolti in fretta e positivamente. Una fonte palestinese sostiene però che il sequestro del reporter - condannato da tutte le forze politiche locali - potrebbe far parte di un progetto più ampio. Di conseguenza gli stranieri farebbero bene, in questi giorni, a lasciare.
Il clima incandescente e la tregua ormai agli sgoccioli (reggeva dal 19 dicembre) tra al Fatah e il movimento di Hamas non fanno che accrescere la tensione. Come ieri, con nuove vittime. Incerta la cifra, da quattro a otto, in scontri di strada e in esecuzioni notturne. Cinque dei morti sono collegati alla battaglia inter-palestinese. Quattro sono affiliati ad al Fatah: un miliziano delle Brigate dei martiri di al Aqsa colpito da un cecchino a Beit Lahya, e tre membri della sicurezza preventiva giustiziati a Khan Yunis con un colpo alla testa. Nel nord della Striscia una donna è rimasta uccisa dal fuoco incrociato dei miliziani. Nel sud invece sono stati trovati tre cadaveri (di un uomo, di una donna, e di un adolescente). Le circostanze delle loro uccisioni (accompagnate da sevizie) non sono accertate.
All´origine dei contrasti fra Fatah e Hamas è la diversa idea su come dovrà comportarsi il futuro governo palestinese. I primi ritengono che, per rompere l´isolamento internazionale dell´Anp, l´esecutivo debba sintonizzarsi sulla lunghezza d´onda europea. I secondi si rifiutano invece di accettare diktat occidentali e sono pronti a tenere duro con gli aiuti provenienti dai paesi islamici, Iran avanti a tutti. A Gaza, per le strade, i combattimenti rischiano di proseguire per giorni.

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