Sul FOGLIO di oggi, 3/1/2007 una opportuna analisi della situazione in cui vivono i cristiani a Betlemme (Autorità palestinese). Che ne dice il Vaticano, solitamente silenzioso su quanto accade nell'ANP ?
Proponiamo ai nostri lettori di scrivere all' OSSERVATORE ROMANO, per chiedere conto del perchè non viene mai affrontata in termini chiari, non ambigui, la terribile condizione dei cristiani nei territori sotto amministrazione palestinese. inviare a:
ornet@ossrom.va
Ecco l'articolo:
Roma. “Se credete nel valore religioso del Natale, Betlemme non è il posto che fa per voi”. Si apre così l’ultimo editoriale del quotidiano israeliano Haaretz dedicato alla capitale dei cristiani in Terra santa. Sin dall’antichità epicentro morale della cristianità, Betlemme sta inesorabilmente diventando una città priva di cristiani: nel 1948 era all’80 per cento cristiana, oggi è all’85 per cento islamica. “Fino a poco tempo fa, Betlemme era la città della Cisgiordania che apparteneva al mondo. Ora appartiene a Hamas”. Samir Qumsieh è la voce dei cristiani di Betlemme, autore di una celebre “black list” sulle ingiustizie di vario tipo commesse ai danni della comunità cristiana nella regione di Betlemme tra il 2000 e il 2004. Greco-ortodosso, nel 1996 Samir Qumsieh ha fondato una televisione, al Mahed (la Natività), che tuttora resta la sola voce televisiva cristiana in tutto il medio oriente musulmano. Nel 2000 Arafat ha fatto oscurare il canale per venti giorni e Qumsieh è stato incarcerato per aver protestato contro la chiusura di due stazioni televisive a Ramallah. Tre mesi fa miliziani islamisti incappucciati hanno gettato bottiglie molotov nel giardino della sua abitazione. Al Foglio, Qumsieh racconta lo strazio dei cristiani della città, che – contro la vulgata antisraeliana – per lui non è iniziato conoccupazione sionista”, ma molto dopo, a seguito della rivoluzione islamica dell’Iran. Quando i mullah hanno lanciato una politica di egemonia nell’intera regione. “Come cristiani, non abbiamo futuro qui – ci spiega Qumsieh La cosa più preoccupante è l’emigrazione. Nel 1950 la percentuale cristiana di Betlemme era dell’86 per cento, 2006 è al 12. Dev’essere fatto qualcosa. Da quando l’ayatollah Khomeini ha preso il potere in Iran, c’è stata un’espansione islamica nella nostra zona. I cristiani vedono la vittoria schiacciante di Hamas alle elezioni con grande preoccupazione”. E’ pessimista sul futuro della città. “Penso che il futuro cristiano in Terra santa sia oscuro e che non ci saranno più cristiani nei prossimi vent’anni, a causa dell’emigrazione e bassissimi tassi di crescita fra di noi. Il mondo cristiano, se è davvero interessato al mantenimento dell’esistenza cristiana nella terra di Gesù, deve studiare attentamente la situazione e trovare soluzioni per noi”. L’ondata generale di islamizzazione ha prodotto effetti eclatanti a Betlemme. Come le parole “Jihad islamico” vergate nei graffiti sotto la guglia della chiesa luterana e i numerosi casi di aggressione per supposta violazione della sharia coranica. segnali impliciti, come la riluttanza degli abitanti a esprimere apertamente i loro timori per il carattere cristianodella città. In un discorso durante la recente visita in Iran, il primo ministro palestinese Ismail Haniye ha dichiarato, a nome del governo guidato da Hamas, che “noi siamo fedeli protettori della terra islamica di Palestina”. Haniye irriso i tentativi fatti in passato di distinguere tra questione palestinese e islam. All’annuncio fiero dell’islamizzazione della regione si è passati attraverso la strategia di Arafat, che parlava spesso dell’origine “palestinese” di Gesù, defraudandolo della sua ebraicità. Il posto della cristianità in Palestina è oggi esile come in epoche antiche”, scrive Haaretz. Una previsione mesta come lo stato d’assedio dei tanti Qumsieh. “Ho creato la stazione nel 1996 allo scopo di diffondere la messa cristiana. Stiamo affrontando difficoltà economiche che potrebbero portarne alla chiusura. Ho fissato un ultimatum per l’estate, chiudere ed emigrare negli Stati Uniti, non posso continuare con una simile pressione finanziaria e i lanci di molotov, come quello del 18 agosto scorso. Lettere di condanna furono scritte dai vescovi al presidente dell’Anp, Abu Mazen, chiedendo di consegnare alla giustizia gli aggressori. Tuttavia non è successo”. Conclude Haaretz: “La stella cometa è impallidita, i re magi non si fanno più vedere e cresce la sensazione che presto per i cristiani non vi sarà più un posto libero dove alloggiare. E’ il Natale 2006”.
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