Barbara Spinelli ritiene giusto non essere da meno di Sergio Romano e nel suo editoriale di fine anno ritorna sulla solita tiritera dei cattivi sionisti che non vogliono negoziare la pace e così, dopo averci istruito su come sia l’esportazione della democrazia (e non certo la bramosia di potere e di strage del terrorismo islamico!) ad infiammare l'Iraq osserva con notevole sprezzo del ridicolo che "nei territori che Israele occupa dal ’67 vince molto democraticamente Hamas, il partito che resiste agli occupanti cavalcando la grande e lunga onda dell’Islam radicale. Tutti si stupiscono - Israele, Stati Uniti, Europa - ma l’evento è tutt’altro che sorprendente. Hamas è la profezia che si auto-realizza, è il mostro che doveva nascere da una guerra antiterrorista che facendosi globale ha finito col trascurare sistematicamente le radici locali d’un metodo bellico - il martirio - che combatte l’Occidente con un’arma assoluta: l’indifferenza alla morte. Pur di sconfiggere Arafat, i governi israeliani hanno suscitato Hamas negli Anni 80 e ora rischiano di essere travolti dal Golem che essi stessi hanno fabbricato. A forza di dire che non esistevano interlocutori per la pace, a forza di fidarsi d’un alleato americano oggi impantanato in Iraq e Afghanistan, Israele ha visto realizzarsi il peggiore degli incubi: un islamismo che riaccende il sogno di una Palestina senza ebrei. Un islamismo con cui dovrà negoziare, se vuol evitare la propria rovina". Non sfiora la mente alla Spinelli il fatto inoppugnabile che Hamas è figlia dell'antisemitismo arabo il quale preesiste alla "occupazione" dei territori (di cui peraltro tace la causa, ossia la Guerra dei Sei Giorni voluta da Nasser per annientare Israele). Dire che Hamas è il prodotto della politica estera israeliana è come dire che Hitler ed il nazionalsocialismo sono nati in conseguenza della sconfitta del militarismo tedesco nel 1918 e del Trattato di Versailles: una colossale stupidità. Né la Spinelli si sofferma ad illustrare quali potevano essere gli "interlocutori della pace" non riconosciuti da Israele: il Gran Muftì zio di Arafat e amico di Adolf Hitler? Il fondatore dell'Olp Ahmed Shukeiri che voleva vedere gli ebrei annegare nel loro stesso sangue? Il tanto rimpianto (per i benpensanti sotto di lui l'Iraq era un Paese tranquillo!) Saddam Hussein? Oppure Hafez el Assad? E quanto ad Arafat, forse la Spinelli vuole convincere noi poveri babbei che durante la sua dittatura marcia e corrotta non esisteva l'incubo di un islamismo antisemita che sognava una Palestina senza ebrei? E circa la "democratica" vittoria di Hamas, è così distratta la Spinelli da non essersi accorta che lo slogan che ha portato il gruppo terrorista al potere è stato "lotta alla corruzione"; corruzione di chi se non di Arafat? Riguardo poi l'alleato americano ritenuto inaffidabile dalla Spinelli, di chi si dovrebbe fidare Israele? Dell'Ue e di Prodi che vogliono coinvolgere l'Iran e la Siria nel processo di pace? Pensa davvero la Spinelli (al pari di Sergio Romano e dei benpensanti) che Israele se vuole "evitare la propria rovina" dovrà negoziare con Ahmadinejad, Assad junior e i capi del terrorismo islamico, ossia con gente che rifiuta il negoziato e vuole solo la distruzione totale dello Stato ebraico? Come osserva giustamente IC, niente di nuovo sotto il sole pacifista, è la solita (orrida) zuppa.
Molti cordiali saluti ed un sincero augurio di buon anno nuovo Luigi Prato, Sassari