Buon anno a tutti, e che porti consiglio. Buon anno anche all’onorevole D’Alema e che egli possa trovare la via per fare meno gaffes.
Il nostro ministro degli esteri si è accomiatato dal 2006 con una di quelle frasi graffianti delle sue, che fanno sdilinquire gli ammiratori come se si trattasse di brillanti battute e non di gaffes sonore. Ha rilasciato un’intervista a L’Espresso e, fra l’altro, gli è stata rivolta la seguente domanda: «Lei ha puntato il dito sulle responsabilità di Israele a Gaza. Scatenando la reazione della comunità ebraica».
La risposta è stata: «Sono polemiche italo-italiane che nascono dalla falsificazione. C'è la reattività di una lobby ristretta che impedisce una discussione serena».
Molto interessante… Nell’ultimo numero del mensile ebraico Shalom è stata pubblicata una raccolta di interviste, tutte più o meno critiche nei confronti di quelle che sono state definite “le parole al vetriolo del ministro D’Alema”, sotto il titolo eloquente: “Il miracolo di D’Alema: è riuscito a compattare la comunità ebraica italiana”.
Dunque, se ancora la logica ha diritto di cittadinanza e non è stata esiliata per decreto della vicepresidenza del consiglio dei ministri, la comunità ebraica italiana è una “lobby ristretta che impedisce una discussione serena”. La lobby ebraica insomma, e per giunta esperta in falsificazioni. Avevamo sentito questa espressione da qualche parte e in qualche tempo, non ricordiamo bene dove e quando, ma questo vago ricordo ci amareggia soprattutto perché rischia di mettere in discussione l’originalità di pensiero del nostro ministro degli esteri.
Peraltro, nell’intervista a L’Espresso, il nostro così sviluppa le considerazioni precedenti: «Per aver definito questa estate "sproporzionata" la reazione israeliana all'attacco di Hezbollah ho ricevuto un editoriale di condanna dal principale quotidiano italiano».
Frase ancor più interessante, perché viene subito dopo la precedente e quindi qualche connessione tra le due affermazioni ci deve pur essere. E allora ci si chiede: ma non era una piccola e ristretta lobby di falsificatori? E che? Forse il principale quotidiano italiano è anch’esso parte di una ristretta lobby di falsificatori?
Ma certo… sì… che sciocchi… Anche questa l’avevamo già sentita, che c’è una lobby che controlla tutto. Anzi, qualcuno dice che mira a controllare il mondo, se già non c’è riuscita. Ma sia ben chiaro: questa cosa non è stata né detta né pensata. La lobby ebraica con il Corriere della Sera non c’entra nulla. Nella nuova logica farnesinesca le frasi si mettono in fila a caso.
Sul contenuto propriamente politico dell’intervista ci sarebbe poi molto da dire. Ma per ora, ci fermiamo ai buoni sentimenti, come si addice al Capodanno. Buon anno a tutti.