La Palestina sarà uno stato? lo deciderà il conflitto interno
Testata: Il Foglio Data: 22 dicembre 2006 Pagina: 3 Autore: la redazione Titolo: «Riuscirà la Palestina ad essere uno Stato?»
Un editoriale dal FOGLIO del 22 dicembre 2006
La lotta che, nonostante le tregue annunciate quotidianamente e altrettanto quotidianamente violate, è in corso tra al Fatah e Hamas ha come posta in gioco la possibilità dei territori palestinesi di diventare o meno uno stato. Questa condizione non dipende dall’esterno: in Israele si discute se trattare con la Siria, che non è certamente una democrazia, ma è sicuramente uno stato, perché risponde ai due requisiti fondamentali, la capacità di stabilire lo stato di pace o di guerra con altri stati all’esterno e il monopolio della forza all’interno. Sarebbe preferibile che la Palestina diventasse uno stato democratico, ma il problema è che oggi non risponde ai requisiti indispensabili perché possa essere considerata un embrione di stato. Il presidente Abu Mazen punta proprio a realizzare queste condizioni, rendendo impegnativi i trattati firmati dall’Olp, restaurando il controllo dell’Anp sulle formazioni armate che agiscono al suo interno. L’obiettivo di Hamas è l’esatto opposto. Per il movimento integralista che controlla il governo di Ramallah non è necessario garantire a Israele che non vengano lanciati sul suo territorio missili dalla Striscia di Gaza, neppure in applicazione di una qualche fantomatica “tregua”. Egualmente le sue milizie, che si scontrano quotidianamente con quelle di al Fatah, dovrebbero essere pagate con i fondi pubblici, ma non debbono obbedire a un’autorità centrale. E’ la logica di un partito armato, non di uno stato. Ci sono stati, è vero, casi di partiti armati che hanno conquistato posizioni di potere per via elettorale, a cominciare dai nazisti. Però hanno poi piegato le istituzioni pubbiche alla loro volontà totalitaria, perseguitando ogni opposizione e provocando un conflitto mostruoso. La resistenza che le altre fazioni palestinesi e il presidente oppongono a questa prospettiva è quindi l’ultima speranza per quel popolo, di poter avere un proprio stato, e dipende essenzialmente dalla loro capacità di tenere aperta questa prospettiva e dalla volontà internazionale di non abbandonarli.
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