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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
21.12.2006 E' libero il negazionista antisemita David Irving
sentenza di assoluzione in Austria

Testata: Corriere della Sera
Data: 21 dicembre 2006
Pagina: 17
Autore: Paolo Valentino
Titolo: «Irving torna in libertà Aveva negato la Shoah»
Dal CORRIERE della SERA del 20 dicembre 2006:

BERLINO — Tornerà in libertà probabilmente stamane, lo storico negazionista britannico David Irving. La Corte d'Appello di Vienna ha accolto ieri il suo ricorso contro la condanna a tre anni di galera per aver negato l'Olocausto, inflittagli in febbraio, applicando la sospensione condizionale al resto della pena.
Per la sorpresa generale, i giudici hanno respinto le argomentazioni del pubblico ministero, la signora Marie-Luise Nittel, che nel corso del dibattimento aveva definito Irving «icona dei circoli della destra radicale» e «personalità pericolosamente colpevole». La decisione è stata duramente criticata dalla comunità ebraica viennese, che nella liberazione di Irving vede un «incoraggiamento per tutti coloro che nel mondo negano la Shoah».
Stupore e incredulità per la sentenza hanno espresso anche i portavoce dei socialdemocratici e dei verdi austriaci, che hanno anche chiesto l'emissione di un divieto di soggiorno permanente per lo storico in Austria. Una volta libero, Irving dovrebbe quindi immediatamente lasciare il territorio federale.
David Irving, 68 anni, era stato arrestato nel novembre 2005, sull'autostrada per Graz, dove si stava recando per una conferenza su invito della «Buergergesellschaft Olympia», un'associazione studentesca di estrema destra. In Austria, dove la negazione dell'Olocausto è proibita per legge, era ricercato dal 1989, quando aveva a più riprese contestato la verità delle camere a gas e dello sterminio degli ebrei, in lezioni e interviste rilasciate nella Repubblica alpina. Al processo di dieci mesi fa, Irving aveva ammesso la sua colpevolezza, spiegando però di aver nel frattempo modificato il suo punto di vista, dopo aver preso in visione il dossier personale di Adolf Eichmann, l'organizzatore materiale dell'Olocausto, ancora secretato al tempo in cui, 17 anni prima, aveva espresso le sue opinioni negazioniste. Ma i giudici non si erano lasciati convincere da una retromarcia, che era apparsa in più punti incerta o addirittura reticente. Nel settembre scorso, il giudizio di colpevolezza era stato confermato in appello, ma era rimasto ancora pendente il ricorso della difesa contro l'eccessiva severità della pena. Obiezione accolta dai magistrati, che hanno invocato il lungo tempo trascorso dai fatti e la buona condotta di Irving in questi mesi. Di più, secondo il presidente del collegio d'appello, Ernest Maurer, non c'è alcun pericolo che lo studioso ripeta il reato e in ogni caso è certo, che subito dopo il rilascio Irving farà immediatamente ritorno a casa.
La decisione di Maurer sta già provocando infuocate polemiche, soprattutto perché nel marzo scorso Irving, tornando Mr. Hyde dopo un breve attimo da Dr. Jekyll, aveva rilasciato dal carcere un'intervista nella quale aveva riproposto tutto il suo ignobile armamentario negazionista. Sono stati in molti, ieri, a ricordare che il giudice Maurer era stato negli anni scorsi apertamente legato alla Fpoe, il partito nazional-liberale allora guidato dal leader xenofobo, Joerg Haider. Al pubblico ministero, che in aula aveva evocato l'intervista, Maurer ha replicato che si era trattato solo della «reazione emotiva, avuta sotto shock per una condanna a diversi anni di carcere».
«Una sentenza terribile, nel peggior momento possibile», ha commentato il direttore del Centro Simon Wiesenthal di Gerusalemme, Efraim Zuroff, riferendosi alla recente conferenza sull'Olocausto organizzata a Teheran dal presidente iraniano Ahmadinejad, che ha ridato voce e attenzione mediatica a quanti negano nel mondo lo sterminio nazista degli ebrei.

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