Termometro della salute etico-politica. Il termometro segna febbre alta a chi ritiene che, come recita un famoso detto francese (“Sono caduto in terra, la colpa è di Voltaire”, in francese fa rima) i guai di tutto il mondo derivino da Voltaire-Israele,.
Il pericolo è che questa febbre segnali la presenza di un morbo che, come la Morte Nera del ‘300 e la croce uncinata nel ‘900, sia suscettibile di provocare qualche disturbo al mondo.
La Morte Nera, cioè l’epidemia di peste che aveva quasi dimezzato la popolazione europea tra il 1300 e il 1350, era stata attribuita ai vagabondi, ai mendicanti, ma soprattutto agli ebrei, accusati tra l’altro, a differenza delle due prime categorie, di avvelenare i pozzi.
La prova della responsabilità ebraica? Gli ebrei, che pure avevano dovuto contare tante vittime, sembravano un po’ meno colpiti dal morbo Da qui il sospetto che fossero proprio loro gli “untori”.
Ma la relativa immunità degli ebrei era dovuta al fatto che essi, per ragioni rituali, si lavavano un po’ più degli altri, per i quali lavarsi era già la premessa del peccato e volentieri se ne astenevano. Anche le molte limitazioni, sempre rituali, relative agli alimenti sarebbero riuscite a mantenere gli ebrei al parziale riparo dai batteri della peste se l’ira popolare non si fosse sostituita all’epidemia per ucciderli durante veri e propri pogrom.
Alcuni politici dell’epoca dichiararono che la responsabilità dei disordini – rapine, uccisioni, incendi, stupri, tutto l’armamentario dei furori del popolo – doveva essere attribuita agli ebrei, che non si erano limitati a diffondere la peste, ma avevano cercato di distruggere spade e bastoni con il loro corpo.
Per quanto riguarda la peste nazista c’è addirittura un serio intellettuale tedesco, Ernst Nolte, uno dei massimi esponenti del revisionismo storico, a sostenere che sì, gli ebrei non avevano avuto vita facile con Hitler, ma insomma, un po’ se l’erano voluta, dal momento che dopo le Leggi razziste e persecutorie di Norimberga, la Notte dei Cristalli, l’Anschluss, l’invasione della Cecoslovacchia e della Polonia e la conseguente caccia agli ebrei, ebbene, allo scoppio della guerra alcuni rappresentanti del mondo ebraico avevano dichiarato di considerarsi in guerra con la Germania. La quale non poteva che difendersi, è chiaro.
Oggi non si tratterà di una peste, ma forse solo di una fastidiosa influenza che ha colpito l’Europa e non rischia di degenerare solo perché ormai l’Europa è una periferia, non più un centro.
Non è un batterio come per la peste, è un semplice virus indicato da taluni come “virus di Monaco”, che porta da prima a una cupidigia di servilismo e poi a un tipo di daltonismo per cui si scambia il bianco con il nero. Per altri invece si tratterebbe di un “virus da petrolio”, perché come per il petrolio e come recita una vecchissima canzone, “scende lentamente nelle vene e pian piano sale fino al cuor” o alle sue adiacenze.
La vista ne viene compromessa. C’è una guerra civile in qualche parte del Medio Oriente? La colpa è d’Israele. Un contrabbandiere cerca di introdurre, accuratamente nascondendoli, diversi milioni di dollari a fini non proprio benefici, viene fermato e i soldi che gli vengono tolti vanno a finire sul conto corrente della Lega Araba? Un insopportabile sopruso, una rapina israeliana, che notoriamente è da sempre molto amato dalla Lega Araba.
Sparano addosso a Israele, gli rapiscono soldati e Israele reagisce? Forse “eccesso colposo di legittima difesa”? Niente affatto. Odiosa aggressione israeliana. Alcuni civili vengono colpiti da una cannonata israeliana che risponde al lancio di razzi sul suo territorio? Una strage senza paragoni umani. E i razzi? Una manifestazione festosa di ragazzi esuberanti.
Gli israeliani hanno una mira formidabile, infatti puntano ai bambini e non li mancano mai. I media si esaltano a condannare. Vengono deliberatamente uccisi tre bambini palestinesi, ma non per mano israeliana? I media riluttano a indicare gli uccisori palestinesi. Lasciano sospesa la notizia, colti da un sacrosanto scrupolo che impedisce di indicare l’identità dei colpevoli. Già. La privacy.
L’influenza cammina, il virus si fa strada e produce un altro effetto: la paura. Nel dubbio, non si sa mai, il colpevole è chi sta a valle del fiume, non chi a monte lo inquina. Che lo inquini con qualche goccia di petrolio?
Buon Natale a tutti. (Dio, non sarà pericoloso, non offenderò qualcuno?)