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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
19.12.2006 Tregua a rischio a Gaza
la cronaca di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 19 dicembre 2006
Pagina: 10
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Palestinesi, vacilla la tregua Rapimenti e scontri a Gaza»
Dal CORRIERE della SERA del 19 dicembre 2006:

GERUSALEMME — Hamas ha risposto al rapimento di cinque suoi militanti, sequestrando nove sostenitori del Fatah. Ma, ieri a tarda sera, erano tutti liberi. È la tregua armata tra le due fazioni: prigionieri come bottino e scontri per le strade, attorno al ministero degli Esteri e al palazzo presidenziale, mentre Abu Mazen è in Cisgiordania. In un attacco al campo rifugiati di Jabalya, è stato ucciso un miliziano dell'organizzazione guidata dal raìs.
I due gruppi lo chiamano ancora cessate il fuoco, perché ieri non ci sono state le operazioni militari di domenica. Una squadra di fondamentalisti, mascherati, ha portato via per qualche ora Sufian Abu Zaida, ex ministro per i prigionieri, vicino al presidente. Che da Ramallah ha ribadito di voler andare avanti con il piano per le elezioni anticipate. Tony Blair, premier britannico in visita nei Territori e in Israele, ha elogiato il suo coraggio. «Le prossime settimane saranno cruciali per il Medio Oriente. La comunità internazionale deve appoggiare Abu Mazen, un leader moderato e tollerante. I palestinesi stanno soffrendo, dobbiamo aiutarli». Blair ha spiegato che nessuno «mette in discussione la vittoria di Hamas nel voto di gennaio. Ma il movimento deve sostenere la democrazia e la soluzione dei due Stati». La comunità internazionale ha deciso l'embargo economico per spingere il governo di Ismail Haniyeh a riconoscere Israele, accettare gli accordi firmati in passato e a rinunciare alla violenza.
Il primo ministro britannico è poi arrivato a Gerusalemme, dove ha incontrato Ehud Olmert. Il premier israeliano ha promesso di scongelare una parte del denaro bloccato con l'arrivo di Hamas al potere («verrà concesso per aiuti umanitari») e ha ripetuto di voler incontrare Abu Mazen al più presto. Da Ramallah, il presidente gli aveva mandato a dire «abbiamo bisogno gli uni degli altri e dobbiamo lavorare insieme per risolvere iproblemi».
Il primo passo sembra il comitato annunciato da Olmert, che riunirà israeliani e palestinesi per trovare una soluzione alla crisi dei prigionieri, aperta dal rapimento del caporale Gilad Shalit, il 25 giugno. Il leader israeliano ha dichiarato che la liberazione di Marwan Barghouti, uno dei capi più popolari nel Fatah, condannato a cinque ergastoli, non «è comunque in agenda».
Come in agenda non c'è l'apertura di trattative con la Siria. Olmert ha ribadito a Blair la linea ufficiale: «Non ci sono le basi per il dialogo, fino a quando Damasco tenta di far cadere il governo libanese e continua ad appoggiare organizzazioni terroristiche, come Hamas e l'Hebzollah». La posizione del primo ministro è stata sostenuta da Meir Dagan, direttore del Mossad, ascoltato dalla commissione Esteri e difesa della Knesset. «Le offerte siriane non vanno prese seriamente. Ogni volta che il presidente Bashar Assad finisce sotto la pressione internazionale, salta fuori con qualche discorso per dire di essere pronto a firmare la pace con noi». Al contrario, ha sostenuto, il regime sta cambiando strategia: «Il potere di deterrenza israeliano è stato indebolito dalla guerra contro l'Hezbollah. Assad è pronto a reagire a qualunque provocazione e a prendere più rischi che in passato». In un'intervista al quotidiano
Al Hayat, pubblicato in arabo a Londra, Hassan Akhtari, ambasciatore iraniano a Damasco, ha dichiarato che «il ritorno delle alture del Golan ai siriani è anche un obiettivo di Teheran».
Massimo D'Alema, ministro degli Esteri italiano, arriverà giovedì nei territori palestinesi da Beirut, dove incontra il premier libanese Fuad Siniora.

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