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Nel rapporto tra Occidente e mondo arabo l'Europa ha sempre tenuto una posizione che gli ottimisti definiscono ambigua, i realisti filo araba. Eppure questa Europa, nata dalle rovine della seconda guerra mondiale, ci è sempre stata raccontata come il sogno divenuto realtà, sognato ma poi realizzato dalle nostre più illustri teste pensanti. Leggendo gli articoli che in questi anni Barbara Spinelli scrive sulla Stampa, dove la valutazione negativa della politica americana si accompagna ad una vera ostilità pregiudiziale contro Israele, mi veniva da pensare a quanto il suo babbo, Altiero Spinelli, uno dei padri fondatori dell'Europa, si rivoltasse, come suol dirsi, nella tomba se per caso avesse potuto leggerli. Sbagliavo, adesso so che questa Europa, anti americana, anti israeliana e filo araba non lo è diventata solo per colpa dei machiavellismi dei vari Andreotti, italiani e non, ma era nel dna dei fondatori, sicuramente in quello di Altiero Spinelli, che di Barbara era il babbo. Lo racconta Sergio Minerbi, già ambasciatore israeliano presso l'Unione europea, e uno dei massimi esperti in relazioni israelo-vaticane, che incontro nella sua casa di Gerusalemme. " Era il 1973, mi trovavo ospite in casa di amici a Bruxelles, racconta Minerbi, e quell'anno dirigevo per conto del Ministero degli esteri il dipartimento dell'Europa comunitaria. Ad un certo momento arriva Altiero Spinelli, mi si avvicina e,saputo che ero israeliano, mi dice senza giri di parole: "allora siete voi i nuovi nazisti". Gli risposi solo " e tu sei un ignorante ". Ricordo che era anche presente la figlia Barbara". Minerbi, dalla memoria lucidissima, ricorda anche uno scritto della moglie di Spinelli, Ursula Hirschmann, sempre sull'argomento. "Amo l'ebreo dalla schiena ricurva", scrisse, come si vede nessuno dei due genitori ha motivo per prendere le distanze dalle idee della figlia, anzi. La quale si fa portatrice oggi di una teoria, sempre in una articolo sulla Stampa, che vale la pena analizzare. Puo' sembrare paradossale ma a volere la fine dello Stato ebraico non è solo il terrorismo fondamentalista islamico. Lo stesso obiettivo lo perseguono anche altre scuole di pensiero, anche se non lanciano Katiushe o missili Kassam. Il pericolo sta prendendo forma anche da noi, insinuante, come si conviene ad ogni proposta che contiene in sé una dose di veleno così letale da condannare a morte il paziente che pretenderebbe di curare. Con il camice bianco della dottoressa morte si presenta al via Barbara Spinelli, erede di cotanti lombi, pronta ad indicare la soluzione salva-medioriente. Niente di nuovo, lo scrive lei stessa ricordando come il progetto di una federazione arabo-ebraica fosse già stato sostenuto da Yehuda Magnes, uno dei fondatori della prestigiosa Università ebraica di Gerusalemme, putroppo, si rammarica la Spinelli, senza successo. Quel “purtroppo” è rivelatore. Magnes è stato in effetti l'esempio classico dell'ebreo colto, del grande intellettuale che è capace di fondare una università, ma dalla visione politica estremamente limitata. Un ebreo, per fortuna senza seguito in Israele, ma che era arrivato ad esercitare enormi pressioni sul governo americano quando nel 1947 all'Onu si votò la spartizione della Palestina in due stati. Anche lì, per fortuna, nessuno gli diede retta, ma Spinelli,citando le sue teorie, ce le presenta come una scoperta di grande attualità. Come se Israele non fosse in quel preciso punto della carta geografica, dove tra stati confinanti si tessono buone relazioni politiche e vantaggiosi rapporti commerciali. Come se Israele fosse la Svizzera, appunto, e non una democrazia circondata da regimi che ne vogliono invece l'annientamento. Suggeriamo alla Spinelli di citare in un prossimo articolo anche Yehuda Menuhin, uno dei più grandi violoncellisti del mondo, anche lui da buon ebreo colto e sensibile ai dolori del mondo, nel suo buen retiro di Gstaad (in Svizzera, appunto!) si augurava la fine dei problemi mediorientali con la creazione di una bella confederazione. Se funzionava in Svizzera, si chiedeva Menhuin, perchè non in Medio Oriente ? Ci permettiamo di ricordare alla signora Spinelli che quello che lei si augura come soluzione del "problema Israele" l'ha già affrontato prima di lei il defunto sceicco Yassin, ostinato ma lucido sostenitore dello stato binazionale. E aggiungeva, rivolto ai suoi, di prendersela comoda, perchè in uno stato binazionale la maggioranza l'avrebbero creata in pochi anni " gli uteri delle donne palestinesi". La soluzione Spinelli ha dunque un illustre antesignano. In questo momento il banco è tenuto dai vari Hezbollah, Hamas,Sirias ed Iran, per cui la questione è passata in secondo piano, ma siamo pronti a scommettere che rientrerà d'attualità. Se non ci pensava Barbara Spinelli, l'idea prima o poi, nelle vicinanze di Manifesto & C. , sarebbe venuta fuori. Oltre a tutto la si può persino presentare con un bel po' di faccia tosta come derivazione dal piano per il " Nuovo Medio Oriente " di Shimon Peres, il quale però pensava ad un piano comune di sviluppo economico nella regione, non certo ad una confederaione politica di Stati o,peggio, ad uno Stato binazionale. Come dicevamo, ci sono diversi modi per distruggere uno Stato. Uno è quello riproposto dalla Spinelli che, ne siamo certi, lo riproporrà appena possibile. Buon sangue non mente, ci ricorda l'adagio. da Shalom del dicembre 2006 |
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