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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Chi vuole la scomparsa di Israele ? 16/12/2006
Nel rapporto tra Occidente e mondo arabo l'Europa ha sempre tenuto una
posizione che gli ottimisti definiscono ambigua, i realisti filo araba.
Eppure questa Europa, nata dalle rovine della seconda guerra mondiale, ci è
sempre stata raccontata come il sogno divenuto realtà, sognato ma  poi
realizzato dalle nostre più illustri teste pensanti. Leggendo gli articoli
che in questi anni Barbara Spinelli scrive sulla Stampa, dove la valutazione
negativa della politica americana si accompagna ad una vera ostilità
pregiudiziale contro Israele, mi veniva da pensare a quanto il suo babbo,
Altiero Spinelli, uno dei padri fondatori dell'Europa, si rivoltasse, come
suol dirsi, nella tomba se per caso avesse potuto leggerli. Sbagliavo,
adesso so che  questa Europa, anti americana, anti israeliana e filo araba
non lo è diventata solo per colpa dei machiavellismi dei vari Andreotti, italiani
e non, ma era nel dna dei fondatori, sicuramente in quello di Altiero
Spinelli, che di Barbara era il babbo. Lo racconta  Sergio Minerbi, già ambasciatore israeliano presso
l'Unione europea, e uno dei massimi esperti in relazioni israelo-vaticane,
che incontro nella sua casa di Gerusalemme. " Era il 1973, mi trovavo ospite
in casa di amici a Bruxelles, racconta Minerbi, e quell'anno dirigevo per
conto del Ministero degli esteri il dipartimento dell'Europa comunitaria. Ad
un certo momento arriva Altiero Spinelli, mi si avvicina e,saputo che ero
israeliano, mi dice senza giri di parole: "allora siete voi i nuovi
nazisti".  Gli risposi solo " e tu sei un ignorante ". Ricordo che era anche
presente la figlia Barbara". Minerbi, dalla memoria lucidissima, ricorda
anche uno scritto della moglie di Spinelli, Ursula Hirschmann, sempre
sull'argomento. "Amo l'ebreo dalla schiena ricurva", scrisse, come si vede
nessuno dei due genitori ha motivo per prendere le distanze dalle idee della
figlia, anzi. La quale si fa portatrice oggi di una teoria, sempre in una
articolo sulla Stampa, che vale la pena analizzare.
Puo' sembrare paradossale ma a volere la fine dello Stato ebraico non è solo
il terrorismo fondamentalista islamico. Lo stesso obiettivo lo perseguono
anche altre scuole di pensiero, anche se non lanciano Katiushe o missili
Kassam.  Il pericolo sta prendendo forma anche da noi, insinuante, come si
conviene ad ogni proposta che contiene in sé una dose di veleno così letale
da condannare a morte il paziente che pretenderebbe di curare. Con il camice
bianco della dottoressa morte si presenta al via Barbara Spinelli, erede di
cotanti lombi, pronta ad indicare la soluzione salva-medioriente. Niente di
nuovo, lo scrive lei stessa ricordando come il progetto di una federazione
arabo-ebraica fosse già stato sostenuto da Yehuda Magnes, uno dei fondatori
della prestigiosa Università ebraica di Gerusalemme, putroppo, si rammarica
la Spinelli, senza successo. Quel “purtroppo” è rivelatore. Magnes è stato in effetti l'esempio classico
dell'ebreo colto, del grande intellettuale che è capace di fondare una
università, ma dalla visione politica estremamente limitata. Un ebreo, per
fortuna senza seguito in Israele,  ma che era arrivato ad esercitare enormi
pressioni sul governo americano quando nel 1947 all'Onu si votò la
spartizione della Palestina in due stati. Anche lì, per fortuna, nessuno gli
diede retta, ma Spinelli,citando le sue teorie, ce le presenta come una
scoperta di grande attualità. Come se Israele non fosse in quel preciso
punto della carta geografica, dove tra stati confinanti si tessono buone
relazioni politiche e vantaggiosi  rapporti commerciali. Come se Israele
fosse la Svizzera, appunto, e non una democrazia circondata da regimi che ne
vogliono invece l'annientamento. Suggeriamo alla Spinelli di citare in un
prossimo articolo anche Yehuda Menuhin, uno dei più grandi violoncellisti del
mondo, anche lui da buon ebreo colto e sensibile ai dolori del mondo, nel
suo buen retiro di Gstaad (in Svizzera, appunto!) si augurava la fine dei
problemi mediorientali con la creazione di una bella confederazione. Se
funzionava in Svizzera, si chiedeva Menhuin, perchè non in Medio Oriente ? Ci permettiamo di
ricordare alla signora Spinelli che quello che lei si augura come soluzione
del "problema Israele" l'ha già affrontato prima di lei il defunto sceicco
Yassin, ostinato ma lucido sostenitore dello stato binazionale. E
aggiungeva, rivolto ai suoi, di prendersela comoda, perchè in uno stato
binazionale la maggioranza l'avrebbero creata in pochi anni " gli uteri
delle donne palestinesi". La soluzione Spinelli ha dunque un illustre
antesignano. In questo momento il banco è tenuto dai vari  Hezbollah, Hamas,Sirias ed Iran, per cui la questione è passata in secondo piano, ma siamo pronti a scommettere che
rientrerà d'attualità. Se non ci pensava Barbara Spinelli, l'idea prima o
poi, nelle vicinanze di Manifesto & C. , sarebbe venuta fuori. Oltre a tutto
la si può persino presentare con un bel po' di faccia tosta come derivazione
dal piano per il " Nuovo Medio Oriente " di Shimon Peres, il quale però
pensava ad un piano comune di sviluppo economico nella regione, non certo ad
una confederaione politica di Stati o,peggio, ad uno Stato binazionale. Come
dicevamo, ci sono diversi modi per distruggere uno Stato. Uno è quello
riproposto dalla Spinelli che, ne siamo certi, lo riproporrà appena
possibile. Buon sangue non mente, ci ricorda l'adagio.

da Shalom del  dicembre 2006

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