domenica 24 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Libero Rassegna Stampa
16.12.2006 Guerra civile palestinese, Israele non c'entra
ma per D'Alema è comunque responsabile

Testata: Libero
Data: 16 dicembre 2006
Pagina: 21
Autore: Angelo Pezzana
Titolo: «Israele non c'entra, quindi l'Europa tace»

Riportiamo da LIBERO del 16/12/2006, a pag.21, l'analisi di Angelo Pezzana sulle faide palestinesi tra Hamas e Fatah.

Sullo stesso argomento, analizziamo L'UNITA' e il MANIFESTO in altra pagina di IC, il loro imbarazzo e il vano tentativo di presentare i fatti come loro vorrebbero che fossero. E per l'Unità il silenzio sulle dichiarazioni anti Israele di D'Alema.

Ecco l'articolo:

La società palestinese è sconvolta da un’ondata di violenza, raffiche di kalashnikof  e attentati al tritolo sono ormai il segno distintivo dei rapporti fra Fatah, il partito del presidente Abu Mazen, e Hamas, il gruppo terrorista che  ha vinto le elezioni e governa l’Autorità palestinese. Il quale vuole sì uno Stato palestinese, ma al posto di Israele. Non passa  giorno senza che le strade di Gaza, ma anche della Cisgiordania, non siano teatro di carneficine. Con una novità di non poco conto: questa volta Israele non c’entra. L’assenza di ogni responsabilità dello Stato ebraico, a giudicare dal pesante silenzio con il quale l’opinione pubblica assiste alla violenza inter-palestinese, ci conferma  che non sono le sorti dei palestinesi a preoccupare più di tanto i nostri sinistri-catto-no global, essendo il solo odio contro Israele a guidarne il giudizio politico. Che  Haniyè rientrasse a Gaza con 35 milioni di dollari, frutto della sua ubbidienza ai  finanziatori iraniani, non ha suscitato poi un grande scandalo. Certo, esiste un blocco internazionale, eppure la sicurezza con la quale il nostro si apprestava ad attraversare il confine al valico di Rafah, tra l’Egitto e Gaza, convinto di poter contrabbandare denaro illegale, rende bene l’immagine del caos  nel quale è sprofondata la società palestinese. E non ci sono segnali di cambiamento, anzi, le notizie che giungono dal Terzo Reich iraniano sono delle peggiori. Ahmadinejad ha annunciato che  il prossimo anno verserà ad Hamas 250 milioni di dollari. Che non andranno a migliorare le condizioni degli abitanti di Gaza, ma a rifornire di armi e munizioni le sue milizie per far  fuori  altri palestinesi, senza dimenticare i missili Kassam che continuano ad essere lanciati su Sderot alla faccia della tregua tanto sbandierata.  In queste condizioni D’Alema rimprovera Israele il sequestro del denaro (che comunque verrà versato sul un conto intestato alla Lega araba, non certo trattenuto da Israele), incurante del fatto che l’illecito è stato Haniyè a compierlo. Non ce ne stupiamo, sappiamo quale significato  il nostro ministro degli esteri dà alla parola equivicinanza, come non ci stupiamo che gli osservatori dell’Unione europea siano stati evacuati durante la sparatoria provocata dalle milizie armate di Hamas. Ci chiediamo però, e non da oggi, quale funzione abbia l’Unifil, se quando ci sono scontri fra le parti, invece di intervenire, tolgono il disturbo.

Per inviare a Libero la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante.


segreteria@libero-news.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT