Pace in Medio Oriente e comunità cattolica in Israele al centro dei colloqui tra Benedetto XVI ed Ehud Olmert
Testata: La Stampa Data: 14 dicembre 2006 Pagina: 11 Autore: Marco Tosatti Titolo: «Papa- Olmert, incontro freddo»
Dalla STAMPA del 14 dicembre 2006:
FIRMA]MARCO TOSATTI CITTÀ DEL VATICANO Cortese, ma fredda nei contenuti: questo il senso dell’accoglienza riservata al primo ministro di Israele, Ehud Olmert, in Vaticano; e in effetti non ci sono molti elementi concreti che facciano segnare passi in avanti nelle relazioni. La spina più grande è la mancata attuazione da parte del governo israeliano dell’«Accordo Fondamentale» firmato nel 1993. Dopo 13 anni mancano ancora i provvedimenti per tutelare lo statuto fiscale della Chiesa in Israele, e salvaguardare i luoghi santi ed altre proprietà ecclesiastiche, oltre al riconoscimento della personalità giuridica della Chiesa. La Commissione mista si è riunita ieri di nuovo per la prima volta dopo un lungo periodo di stasi, dovuto in larga parte al coté israeliano. «Dovremmo essere più fiduciosi, ma senza entusiasmo» è il commento di una fonte al di là del Portone di Bronzo, che ovviamente fa riferimento alle delusioni subite nel corso degli anni, quando ad ogni visita ufficiale in Vaticano corrispondevano assicurazioni che però non trovavano il modo di realizzarsi, e la situazione continuava in uno stato di incertezza istituzionale. La Chiesa chiede «un accordo globale che risolva l’insieme delle questioni di carattere "economico" o riguardanti le proprietà, per assicurare che i rapporti Chiesa-Stato in Israele possano essere sereni, basati su regole condivise, e non siano più, come invece sono stati finora, teatro di continue tensioni e scontri, proprio a motivo dell’assenza di regole a tutto campo», spiega Asia News. Ma questo, a quanto sembra non è agevole. L’ambasciatore presso la Santa Sede, Oded Ben Hur, da anni impegnato nel lavoro di far ripartire il negoziato, spera in un lieto fine: «D’altronde, quello che il Vaticano vuole noi non possiamo accettarlo per la struttura della legge israeliana. Anche per questo sono passati diversi mesi per trovare una via, un passaggio. Vogliamo arrivare a un qualcosa che duri». Un comunicato brevissimo è una spia dell’atmosfera: «Nel corso dei colloqui sono stati toccati i temi della pace in Medio Oriente e le questioni riguardanti la situazione della comunità cattolica in Israele, anche in relazione alle prossime celebrazioni natalizie». Manca l’aggettivo «cordiale», che in termini diplomatici spesso accompagna questi avvenimenti. E anche sulla durata del colloquio fra il Papa e Olmert (incentrato tutto sulle prospettive di pace) non c’è chiarezza. Varie agenzie di stampa parlano di un quarto d’ora, che in termini vaticani non è molto; da parte israeliana invece si accenna a oltre venti minuti, per giungere quasi a mezz’ora. Olmert ha invitato Benedetto XVI a recarsi in Israele; ma mentre subito dopo la visita di Shimon Peres fonti israeliane indicavano la prima metà del 2007 come periodo possibile, adesso il premier stesso ha precisato: ««mi ha dato la sua disponibilità di principio a farlo. Naturalmente il momento sarà definito più tardi». Quando, lo ha spiegato il Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone: «La visita in Israele e in Terra santa è nel cuore del Papa; però, come sappiamo, può essere resa possibile solo in condizioni di pace o almeno di tregua stabile e sicura. «Devo confessare che non ho percezione di una insistenza sull’invito a visitare la Terra Santa». L’incontro di oggi, secondo Bertone è stato «molto positivo». È significativo poi che il comunicato parli anche delle prossime feste. Nel messaggio natalizio reso noto ieri il sindaco di Betlemme, Victor Batarseh, parla della sua città come di «una grande prigione». La colpa, secondo il sindaco, è del «Muro» israeliano; la città «vive uno dei periodi più difficili della sua storia. L’ingresso di turisti e pellegrini è notevolmente ridotto e reso molto più difficile dalle misure di sicurezza imposte da Israele al posto di blocco per l’accesso verso la nostra città».
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