Un premio alle mistificazioni giornalistiche più riuscite, l'incontro Prodi- Olmert due articoli di Dimitri Buffa
Testata: L'Opinione Data: 13 dicembre 2006 Pagina: 0 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «Le mistificazioni giornalistiche impallinate sul Web - L’incontro tra Prodi e Olmert a rischio di incidente diplomatico»
Dall'OPINIONE del 13 dicembre 2006:
L’oscar per l’ipocrisia a tutte le testate arabe scandalizzate per le vignette su Maometto ma non per quelle antisemite dei loro giornali. Ogni anno l’esilarante cerimonia della consegna ideale dei premi per la disonestà intellettuale alle varie testate giornalistiche, che hanno fatto della verità dei fatti un optional, si ripete. E anche quest’anno il “Dishonest reporter of the year award” riserva tante simpatiche sorprese per i mentitori di professione. Svergognati sul web anche per via podcast. Si va dalle foto taroccate dei bombardamenti di Beirut pubblicate dal New York Times e da Time Magazine alle vittime dei bombardamenti americani e israeliani che si mettono in posa in dieci località diverse come è accaduto al National Post, alle immagini costruite come in un set dalla Bbc dove si vede un ragazzino libanese in posa vicino a un ordigno inesploso quasi più grande di lui, ai fotografati, sempre dal New York Times, morti che poi resuscitano in altre foto, alle ignobili vignette antisemite appannaggio non più solo di alcune testate arabe di regime o vicine ai fondamentalisti della setta dei Fratelli Musulmani, ma anche del leftist britannico “The Guardian”. Che fa concorrenza alla malafede di giornali come “Liberazione” o “Il Manifesto” a proposito di notizie sul conflitto mediorientale.
Se si può fare un appunto a questo monitoraggio che premia i più disonesti intellettualmente e giornalisticamente nel mondo, è quello della mancanza delle doverose citazioni che riguardano il nostro Paese. Quelli di “honest reporting” potrebbero farsi un giretto al giorno sul sito informazionecorretta.it di Angelo Pezzana e troverebbero pane per i propri denti. Particolarmente sarcastico il premio “Simphaty for the devil”, che cita un omonimo titolo di una grande canzone di successo dei Rolling Stones, assegnato quest’anno alla rete televisiva Cbc, rea di avere mandato in onda un’intervista in ginocchio ai familiari di Samir Kuntar, terrorista libanese della grande famiglia degli Hezbollah, personaggio che in un certo momento pareva che potesse essere scambiato insieme ad altri con i tre soldati israeliani rapiti dal Partito di Dio. Nell’intervista i familiari del terrorista si lamentavano tanto che il padre fosse in prigione ma nessuno spiegava perché. Poi dopo la protesta della signora Smadar Haran Kaiser, che si vide trucidare la propria famiglia per mano del Kuntar in questione, si decise a trasmettere anche un’intervista alle vittime dirette del terrorismo.
Premiato come “Canard of the year”, cioè sparacazzate dell’anno, il tanto osannato in Italia Robert Fisk, editorialista anche su “Repubblica” e profeta dei no global pacifisti. Fisk è quello che ha parlato, per primo e senza prove, su “The Independent”, delle bombe all’uranio impoverito usate da Israele nel Libano. Ma lo ha fatto senza tenere conto che i test fatti dalle Nazioni Unite erano risultati negativi. Per la cronaca in Italia gli è andato dietro Maurizio Torrealta di RaiNews24, i cui filmati sono gettonatissimi ai convegni anti-israeliani di Infopalestina che si fanno in sale di proprietà del Senato, il tutto tentando di escludere giornalisti scomodi. Una menzione particolare il premio inventato da “HonestReporting” l’ha dedicata a tutti i direttori dei giornali arabi che hanno montato l’indignazione di repertorio per le vignette danesi su Maometto. E’ un ideale oscar all’ipocrisia: questa gente si scandalizza solo se sente insultata la propria religione, ma nei giornali in questione si calpesta con vignette antisemite e anticristiane quasi ogni giorno la fede degli altri.
Di seguito, un articolo del 12 dicembre sull'incontro Prodi- Olmert:
La vergogna del 18 novembre non era bastata. Avere profanato un aula del Senato per bestemmiare contro Israele e gli ebrei neppure. Ora si cerca l’incidente diplomatico con Israele mentre si rilancia alla grande il programma di boicottaggio delle merci provenienti da quel paese o delle ditte che abbiano tra gli azionisti “noti sionisti”, che è come dire “noti ebrei”. Ecco chi è e cosa rappresenta in Italia Forum Palestina: una lobby di appoggio per tutti quegli anti-israeliani di destra e di sinistra che trovano nella causa palestinese la propria auto-giustificazione. Così quando mercoledì prossimo Prodi riceverà il premier israeliano Olmert in visita ufficiale, a Roma, ad attenderlo e a cercare l’inevitabile incidente diplomatico, ci saranno anche i “brucia bandiere” che si aggregano a Forum Palestina. Che, con lo slogan “Olmert è persona non grata”, presidieranno piazza Santi Apostoli (dove si trova anche la sede dell’Unione) alla propria maniera, fregandosene dell’immagine dell’Italia e delle prevedibili conseguenze dei soliti gesti di provocazione. Dice il comunicato scritto d Salam Basseh: ”L’Italia democratica, mediterranea, non può ricevere il premier israeliano Olmert, ossia il responsabile della mattanza dei palestinesi e del mattatoio di questa estate in Libano.
Il governo Prodi continua a rendere vigente l'accordo di cooperazione militare tra Italia e Israele siglato dal governo Berlusconi mentre mantiene in vigore l'embargo contro la popolazione palestinese. Siamo ben oltre i due pesi e due misure. Noi, al contrario, riteniamo che l'Italia non debba essere in alcun modo complice con l'occupazione israeliana della Palestina e con uno Stato militarista e aggressivo contro i popoli e i paesi confinanti”. Ergo? Dichiariamo: “Olmert è 'persona non gradita' in Italia. L’Italia democratica, mediterranea, non può ricevere il premier israeliano Olmert ossia il responsabile della mattanza dei palestinesi e del mattatoio di questa estate in Libano”. Il governo Prodi continua a rendere vigente l'accordo di cooperazione militare tra Italia e Israele siglato dal governo Berlusconi mentre mantiene in vigore l'embargo contro la popolazione palestinese. Siamo ben oltre i due pesi e due misure. Noi, al contrario, riteniamo che l'Italia non debba essere in alcun modo complice con l'occupazione israeliana della Palestina e con uno Stato militarista e aggressivo contro i popoli e i paesi confinanti. Dichiariamo: “Olmert è 'persona non gradita' in Italia”. Loro dichiarano questo a casa nostra cercando di mettere in imbarazzo il governo in carica, insomma. Questa è la traduzione vera della cosa.
Per Prodi stavolta sarà difficile negare che l’equivicinanza di D’Alema è in realtà una foglia di fico per tenere buona la piazza dei vari Forum Palestina. E che questo governo non è così amico di Israele come quello che lo ha preceduto. E il premier israeliano Ehud Olmert, da parte sua, non potrà che constatare che l’aria qui da noi è decisamente cambiata. Da parte di Forum Palestina, inoltre, stavolta la provocazione è dichiarata nel comunicato in cui si invitano i giornalisti a intervenire numerosi per “assistere e riprendere alla bruciatura di una o più bandiere (di vari tagli e di vari paesi a seconda delle richieste), alla bruciatura di uno o più pupazzi (di varia fattura e dimensione), a slogan irripetibili (in coro), a slogan indicibili (in coro), a slogan desueti (in coro e in assolo)”. Il sarcasmo degno di migliore causa continua anche nella predica sulla comunicazione che prevedibilmente i giornali faranno dell’”evento”: “inoltre, saranno disponibili e già pronti i modelli per i comunicati stampa che prevedono: - facsimile comunicato stampa di esecrazione per le bandiere bruciate - facsimile comunicato stampa di indignazione per i pupazzi bruciati - facsimile comunicato stampa di stigmatizzazione per gli slogan indicibili, irripetibili o desueti”.
Forum Palestina, che ha organizzato tutte le manifestazioni da anni a questa parte dove sono stati scanditi gli slogan infami contro i soldati italiani caduti a Nassiriya e dove sono state bruciate bandiere di Israele e degli Usa e dove hanno sfilato persone travestite da kamikaze di Hamas (fatti cui pure la compianta Oriana Fallaci dedicò feroci reprimende), crede di potere ironizzare su tutto, tranne che su se stessa e sulla propria ricerca di visibilità e di rapporti con i partiti più estremisti dell’Unione, come il Pdci di Diliberto. E informa “coloro che prenderanno le distanze a sinistra”, che “i comunicati saranno già pronti e conformeranno i servizi dei Tg serali e delle pagine dei giornali il giorno successivo, i dichiaranti dovranno solo apporre la propria firma al facsimile del comunicato, la possibilità di poter usufruire dei servizi 'telegiornale unico' e 'giornale unico' sono rigorosamente bipartisan”. Il programma e il proclama della manifestazione sono contenuti nella prima parte del delirante volantino che circola già su internet da ieri: “il governo italiano intende ricevere mercoledì 13 dicembre il premier israeliano Olmert, ossia il responsabile della mattanza dei palestinesi a Gaza (456 uccisi solo da giugno a oggi) e del mattatoio di questa estate in Libano (centinaia di morti e migliaia di sfollati). Pochi giorni fa il governo italiano ha negato il visto di entrata in Italia al ministro palestinese dell'informazione.
Il governo Prodi continua a rendere vigente l'accordo di cooperazione militare tra Italia e Israele siglato dal governo Berlusconi, mentre mantiene in vigore l'embargo contro la popolazione palestinese. Siamo ben oltre i due pesi e due misure. Noi, al contrario, riteniamo che l'Italia non debba essere in alcun modo complice con l'occupazione israeliana della Palestina e con uno Stato militarista e aggressivo contro i popoli e i paesi confinanti”. Poi l’appello rivolto ai soliti facinorosi delle grandi occasioni: “mercoledì 13 dicembre saremo in piazza con una manifestazione in piazza SS. Apostoli. Ci faremo sentire con le nostre parole e proietteremo in pubblico i documentari sugli effetti delle nuove armi utilizzate dall'esercito israeliano a Gaza e in Libano. Invitiamo tutti a essere in piazza con noi per far sapere che Olmert in Italia è una 'persona non gradita'". Ancora una volta uno slogan infame ripetuto con la stessa nonchalance con cui si bruciano bandiere o fantocci rappresentanti soldati italiani e americani o con cui si grida “dieci, cento, mille Nassiriya”.
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