Mentre si celebra la conferenza negazionista voluta a Ahmadinejad, nelle università iraniane si levano coraggiose voci di protesta contro il dittatore e il regime.
Mentre Ahmadinejad parlava nell'aula magna del Politecnico di Teheran 50 o 80 studenti hanno gridato "Via la dittatura, a morte Ahmadinejad, viva la libertà".
Il CORRIERE della SERA, accanto a una corretta cronaca di Lorenzo Cremonesi, pone una intervista di Alessandra Farkas alla scrittice iraniana esule negli Stati Uniti Azar Nafisi, che riferisce a proposito dell' insofferenza verso il regime della popolazione e della forza crescente degli oppositori.
La REPUBBLICA si segnala per un articolo sugli ebrei antisionisti che hanno preso parte alla conferenza negazionista, dando con le loro tesi paranoiche al(la Shoah avrebbero collaborato i sionisti, molti dei quali furono naturalmente tra le vittime dei nazisti, per arrivare alla creazione di Israele) "una bella soddisfazione ai "300 nagazionisti e antisemiti riuniti nella sala "
L'UNITA' ospita un articolo di Furio Colombo, che giustamente segnala come Ahmadinejad confuti con le sue iniziative l'idea che antisemitismo e antisionismo possano essere distinti e non facciano parte di un unico problema.
Il finale dell'articolo è dedicato a un'impropria e falsa assimilazione tra Ku Klux Klan e "fondamentalismo cristiani americano", entrambi convinti, a detta di colombo, che le Nazioni Unite siano "uno strumento dell'ebraismo nel mondo".
A pagina 10, il quotidiano relega a un breve e poco visibile articolo i commenti del premier Olmert alla conferenza e dà invece risalto all'intervista di Umberto De Giovannangeli alla palestienese Hanan Ashrawi ("Da palestinese dico all'Iran: sbagliato negare l'Olocausto").
La quale è sostanzialemente d'accordo con l'accusa, lanciata anche dalla Conferenza di Teheran, ai dirigenti sionisti di aver "strumentalizzato" la Shoah .
Rincara la dose accusandoli di aver falsificato la storia degli ultimi 60. Per sostenere questa accusa si inventa lei false dichiarazioni di Golda Meir.
U.d.g, naturalmente, non replica.
"Negazionisti a convegno, nel mirino c'è Tel Aviv" titola Il MANIFESTO. L'articolo di Michelangelo Cocco si conclude con questa frase:
Ehud Olmert sarà ben contento di utilizzare le sparate negazioniste del convegno per accellerare los contro con un Iran sempre più forte sullo scacchiere mediorentale.
Qualunque cosa facciano i suoi nemici, per il quotidiano comunista è sempre Israele il cattivo e il guerrafondaio del Medio Oriente.
Se l'editoriale di Marina Forti pubblicato in prima pagina, "L'Iran è vivo e non sta zitto" condanna almeno chiaramente la conferenza negazionsta , la sua conclusione circa le proteste degli studenti contro Ahmadinejad lascia attoniti:
Tutto questo dice soprattutto una cosa: che l'Iran è un paese dove lo scontro politico è aperto e la società non è zittita.
Nel quadro dell'"aperto" scontro politico possibile in questa Svizzera del Medio Oriente che è la Repubblica islamica di Iran, ieri sera, ci informa Anna Zafesova nella cronaca (A morte Ahmadinejad E' un dittatore) pubblicata dalla STAMPA:
quattro degli studenti che avevano partecipato alla contestazione al politecnico Amir Kabir, non sono tornati a casa, sparendo nel nulla
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