L'Eurabia è vicina arriva in Italia il saggio di Bat Yeor che ha ispirato Oriana Fallaci, e che potrebbe rivelarsi profetico
Testata: Libero Data: 08 dicembre 2006 Pagina: 1 Autore: Roberto De Mattei Titolo: «Eurabia: arriva in Italia la musa della Fallaci»
Da LIBERO dell'8 dicembre 2006
Tra i sogni della sinistra, ve ne è uno che rischia di diventare realtà e a cui il nome di Romano Prodi è intimamente legato. Il nome di questo sogno, Eurabia, lo ha diffuso, ma non coniato, Oriana Fallaci. In un libro pettegolo da poco apparso ("Gli occhi di Oriana", Fazi), Sandro Sechi, per breve tempo segretario della scrittrice, ricorda l'ira della grande fiorentina quando i giornali italiani parlavano (...) (...) di "Eurabia" senza citarla. In realtà, la stessa Oriana, nel suo best-seller "La forza della ragione", ricorda di dovere l'uso del termine ad un'altra donna lucida e coraggiosa come lei, conosciuta con lo pseudonimo che qui manterremo - di Bat Ye'or. Studiosa di origine egiziana, grande esperta di islam e soprattutto di "dhimmitudine" (il regime di sottomissione riservato dai musulmani agli infedeli), Bat Ye'or portò alla luce, nel 2002, l'esistenza di un progetto, battezzato "Eurabia", per l'ambizioso obiettivo che aveva, di "convergenza" e di "osmosi" tra le due sponde del Mediterraneo. Di questo inquietante piano, Bat Ye'or ha descritto la genesi e le conseguenze in un libro di importanza capitale apparso nel 2005 negli Stati Uniti e appena tradotto in Francia, con il titolo "Eurabia, l'axe euro-arabe" (Jean-Cyrille Godefroy). In Italia, i diritti dell'opera sono sono stati acquisiti di recente dalla casa editrice Lindau, che ha in programma il volume all'inizio di febbraio 2007.
Così la comunità si è venduta agli sceicchi
L'Eurabia - spiega Bat Ye'or - rappresenta una realtà geopolitica delineatasi a partire dal 1973, dopo la guerra del Kippur e lo "choc" petrolifero, attraverso un sistema di alleanze informali tra i Paesi arabi del Mediterraneo e i nove Paesi della Comunità europea. Questo sistema ha avuto il suo motore in un'associazione chiamata Dialogo euroarabo (Dea), creata a Parigi nel luglio del 1974 con fini economici e politici vantaggiosi per i due partner. In cambio di lucrosi accordi finanziari, i nove Paesi della Cee accettavano le richieste degli sceicchi dell'Opec: ritiro di Israele dai territori occupati, riconoscimento dei palestinesi, presenza dell'Olp in tutte le trattative di pace. La meta più ambiziosa era però quello di una ibridazione religiosa, politica e culturale, tra Europa e mondo arabo. Il campo di collaborazione comprendeva qualsiasi settore: dall'economia alla politica, dalla cultura alla religione. Grazie al Dialogo euro-arabo, l'Olp, a partire dal 1974, ottenne uno statuto di osservatore in diverse organizzazioni internazionali, mentre la lingua e la cultura araba si diffondevano in Europa sotto l'egida di istituzioni e di Centri culturali creati ad hoc. La demografia costituiva un elemento portante di questo piano. Fin dagli anni Settanta, le politiche di immigrazione furono incluse nel progetto di fusione delle due rive del Mediterraneo in una civiltà comune. È in questa prospettiva che il Dea pianificòl'impiantazione su larga scala di collettività islamiche nel tessuto sociale europeo. Nel nome del multiculturalismo, il Dea iniziò a preparare l'avvento di un islam europeo, impermeabile ad ogni forma di integrazione per poter essere a sua volta fattore di influenza e di assimilazione. Il progetto di simbiosi demografica e culturale tra l'Europa e il mondo arabo venne quindi rilanciato dalla conferenza di Barcellona del novembre 1995, attraverso quel "Partenariato euro-mediterraneo", che costituisce tuttora una delle priorità dell'Unione Europea. Sotto la duplice pressione del terrorismo e del ricatto petrolifero, afferma Bat Ye'or, il Dialogo euro-arabo è riuscito a trasformare, in trent'anni, la civiltà europea in una cultura ibrida, e senza radici, impregnata di antioccidentalismo e di giudeofobia. Il sostegno alla causa palestinese di Arafat si è accompagnato alla delegittimazione dello Stato israeliano e all'abbandono dei cristiani in Libano, Sudan, Indonesia. Si tratta di un jihad cultu rale e pacifico che ha cancellato dalla memoria storica mille anni di jihad fanatico e violento. I progetti turco-ispanici di Erdogan e Zapatero
Se Oriana Fallaci ha suscitato riserve per il suo stile appassionato e per il suo tono profetico, Bat Ye'or argomenta senza invettive e correda di note le sue affermazioni. Tuttavia, proprio per questo rischia di essere ancora più indigesta della scrittrice italiana. Oriana può essere tollerata dai santoni del multiculturalismo perché è considerata iperbolica, e dunque poco affidabile. Bat Ye'or può essere solo rifiutata, ignorandola, come è avvenuto a lungo in Italia (qualche articolo e intervista, occorre dire, è apparso su "Ideazione", "Liberal", "Il Foglio"). Infelice fu il giorno in cui Samuel Huntington coniò la formula dello "scontro di civiltà". Da allora sentiamo senza sosta ripeterci che non dobbiamo rischiare di alimentare lo scontro con tesi analoghe a quelle di Bat Ye'or. L'Occidente si è così condannato al servilismo politico e intellettuale nei confronti dell'islam. L'Europa diventa un'estensione dell'islam
Il servilismo, come la miopia politica, è una malattia che colpisce a sinistra e a destra, in maniera equamente trasversale. Ma tra coloro che sono privi di vista e di coraggio, vi è chi sopravanza gli altri. Il nome di Romano Prodi passerà certamente alla storia per la disinvoltura con cui è stato capace di procedere lungo questo sentiero, sia nella sua veste di Presidente del Consiglio italiano sia in quella di Presidente della Commissione europea. Su sua richiesta fu redatto, nell'ottobre 2003, il Dialogo fra i popoli e la cultura nell'area europea, in cui si auspica l'abbraccio tra il mondo europeo e quello arabo secondo il progetto di Eurabia. Dopo la "casa comune" di Gorbaciov negli anni Ottanta, Eurabia è il nuovo edificio a cui oggi lavorano architetti come lo stesso Prodi e il premier spagnolo Zapatero, artefice a sua volta con il collega turco Erdogan, di un'ambigua "Alleanza delle civiltà" di cui sarà necessario riparlare. L'esito resta quello indicato da Bat Ye'or: la trasformazione dell'Europa in "Eurabia", una estensione politica e culturale del mondo musulmano, anticristiana, antioccidentale, antiamericana e antisemita nella sua essenza profonda. Eurabia è divenuto uno spettro che agita i nostri sonni. L'istintiva repulsione che provoca questo termine nasce dall'accostamento tra due mondi in opposizione. Europa versus Arabia ha significato, per secoli, lo scontro tra islam e cristianesimo. Oggi significa l'opposizione tra una società libera ed economicamente sviluppata e una società oppressa nei costumi e arretrata nell'economia. L'osmosi è contro natura . Eurabia significa in realtà l'islam in Europa, con le sue leggi, le sue istituzioni, le sue consuetudini. Significa un'Europa che rinchiude non solo la propria fede, ma la propria cultura e la propria storia nei confini della "dhimmitudine", la condizione di subalternità in cui vivono i cristiani e gli ebrei nelle terre musulmane. La cultura della dhimmitudine è la cultura di chi si arrende, per non urtare la suscettibilità del futuro padrone, che ricambia questo atteggiamento di viltà con un radicale disprezzo.
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