Il premier di Hamas Haniyeh non si dimetterà falliti i negoziati per un governo di unità nazionale palestinese
Testata: Il Giornale Data: 03 dicembre 2006 Pagina: 0 Autore: la redazione Titolo: «Hamas all’Olp: «Il premier non lascerà»»
Dal GIORNALE del 3 dicembre 2006:
Il movimento islamico palestinese Hamas ha respinto ieri la richiesta di dimissioni del premier Ismail Haniyeh avanzata dal Comitato esecutivo dell'Olp (Ceolp) in seguito al fallimento dei negoziati per arrivare alla costituzione di un governo di unità nazionale basato su un'alleanza tra Hamas e Al Fatah, l' organizzazione che ha per capo il presidente palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas). L'annuncio di Hamas è stato criticato con trasparente irritazione dall' Alto Commissario dell'Ue per la politica estera e la sicurezza Javier Solana, secondo il quale la responsabilità del fallimento dei negoziati «non cade sul presidente Abu Mazen». Si è così sciupata, ha detto Solana che si è incontrato a Gaza con Abu Mazen, «un'occasione per risolvere molti problemi in cui si dibattono i palestinesi». Il presidente palestinese, ha sottolineato l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, «ha messo in campo sforzi enormi per tentare di mettere in piedi un governo di unità ma questo si è rivelato impossibile e si devono perciò prendere altre decisioni. Posso dire nel modo più chiaro possibile che (il presidente palestinese, ndr) può contare su di noi (Ue) nelle decisioni che prenderà». Solana ha insistito sul fatto che «per avere la piena cooperazione della comunità internazionale dovevano essere soddisfatte alcune condizioni» ma che per ora «è stato impossibile che queste venissero accettate ( dal governo di Hamas), cosicchè la situazione (delle sanzioni) continuerà» Ma ha aggiunto, «ognuno deve sapere chi è il responsabile. Non è il presidente». Il problema principale è la ripresa degli aiuti economici internazionali diretti all'Autorità nazionale palestinese (Anp), sospesi in seguito al rifiuto di Hamas di accettare le condizioni del Quartetto (Usa, Ue, Russia e Onu): il riconoscimento del diritto di Israele all' esistenza e degli accordi israelo-palestinesi e la rinuncia alla violenza.
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