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Informazione Corretta Rassegna Stampa
30.11.2006 Lezioni “Ad Alta Qualità”
un incontro con David Grossman

Testata: Informazione Corretta
Data: 30 novembre 2006
Pagina: 1
Autore: Giorgia Greco
Titolo: «Lezioni “Ad Alta Qualità”»

Bologna, 29 novembre 2006

 


Testimone straordinario del rispetto della dignità umana attraverso i suoi romanzi che p“arlano sia ai giovani sia agli adulti e tramite i suoi articoli che affrontano la difficoltà di vivere in una terra di antica civiltà ma anche di forti contrasti”.

Con queste parole Roberto Grandi, prorettore dell’Università di Bologna, accoglie David Grossman che insieme a Laura Perna, medico volontario nel Congo  e Craig Murray, ex ambasciatore britannico in Uzbekistan, sono ospiti nel capoluogo emiliano.

 

Tre persone di valore che per l’impegno profuso per la pace, per i diritti civili, per le popolazioni povere del mondo sono in finale al premio Alta Qualità promosso dal 2001 dalla Granarolo; un riconoscimento importante destinato a “valorizzare le esperienze che siano testimonianza della capacità dell’uomo di ricercare una qualità superiore dell’esistenza, in termini di conoscenza, benessere e progresso della civiltà”.

 

 

La Giuria composta da oltre 300 rappresentanti delle categorie che animano la vita pubblica e la società civile ha assegnato il Premio, del valore di 25.000 euro, a Laura Perna la volontaria che da vent’anni ha scelto di essere medico fra i bambini del Congo, nel corso della cerimonia che si è tenuta ieri sera nella suggestiva cornice del Teatro Comunale di Bologna.

 

 

Il momento più significativo è l’incontro alla mattina  con i giovani e la cittadinanza in Santa Lucia, ai quali Grossman, insieme agli altri finalisti, porta la sua testimonianza nell’ambito di un’iniziativa intitolata “Lezioni di valore”.

 

 

E sono proprio lezioni di valore quelle che il pubblico riceve guardando il filmato dove le immagini di una terra straziata dal terrorismo non lascia dubbi sulla necessità di contrapporre all’odio e all’intolleranza dei fondamentalisti un messaggio di pace.

 

David Grossman lo spiega parlando della sua missione di scrittore e del potere salvifico dell’arte e della letteratura.

 

 

“Quando scrivo un libro tutto combacia alla perfezione, tutto è intrecciato e acquista un significato ulteriore per il fatto di essere parte di una storia, ed è anche il motivo per cui all’interno di un processo di scrittura mi sento più vivo”.

 

“Scrivere è tuttavia un lavoro solitario – continua David Grossman - sei solo con la storia, con i personaggi, anche se in realtà non sei mai completamente solo. Quando scrivo un romanzo è come se stessi nascondendo 50 o 60 persone nel cortile di casa mia durante la guerra e ne sono il solo responsabile”.

 

David ammette di non essere una persona religiosa ma di sentirsi “molto ebreo”, di provare una stretta affinità con gli ebrei, con la loro storia e il loro destino

 

Il suo è un patriottismo piuttosto tormentato, pur essendo inequivocabile.

 

“Amo il paese in cui vivo, amo Israele ma questo non mi impedisce di essere critico.

 

 

Patriottismo - secondo Grossman – significa guardare con occhi disincantati alla propria terra nel bene e nel male. Nazionalismo invece è credere di essere migliore di ogni altra nazione.

 

“Decisamente non sono un nazionalista. Sono in realtà un patriota molto critico.”

 

“La normalità? Cosa è la normalità? -  si chiede Grossman.

 

“Avrei bisogno di un vocabolario per capire cosa è la normalità”.

 

In Israele non sappiamo cosa sia la normalità: nel mio paese ci sono famiglie, bambini, persone che studiano e lavorano, la gente si innamora ma tutta questa normalità è sotto l’ombra densa della anormalità, della paura.

 

Quando mandiamo i bambini a scuola la matttina, non siamo sicuri se li riavremo indietro alla sera. Tanta parte della nostra vita è immersa nel dolore. Ho 52 anni sono nato in guerra ma la situazione di guerra esisteva già da cento anni. I miei stessi figli sono nati in guerra”.

 

 

Ciò a cui aspira lo scrittore è “ cambiare le cose che attorno a me sono intollerabili e rendere questo mondo un posto migliore per i nostri figli, migliore di quello che abbiamo ereditato dai nostri padri e non disperare della possibilità di poterlo cambiare”.

 

 

 

Per David Grossman essere scrittore significa provare una sorta di claustrofobia, di senso di soffocamento quasi fisico nello stare dentro le parole e le formule scelte da altri.

 

“Quante volte nella nostra vita privata, personale, familiare e, aggiungo, anche in quella pubblica e politica, ci fossilizziamo perché non troviamo le parole per cambiare, per modificare la situazione; ne consegue che cominciamo a vederla come uno stereotipo, diventando noi stessi stereotipati.

 

“Quando ci troviamo a vivere le nostre esistenze in una situazione politica distorta, in una realtà di guerra, quando ci sembra che nella vita non abbiamo altre alternative, altre possibilità di scelta se non l’odio o il sospetto, allora si crea un distacco fra noi come individui e la situazione esterna. Diventiamo perciò vittime di una realtà che non abbiamo scelto, che ci contagia e infetta tutta la nostra vita”.

 

 

Eppure questo vuoto, questa distanza che si crea non rimane mai tale perché  - ci dice Grossman - esistono troppi elementi che hanno interesse a riempire quel vuoto e a mantenerci nella condizione di vittime.

 

Quali sono questi elementi? Possono essere i governi, gli eserciti, ma anche i mezzi di comunicazione di massa ed anche un certo linguaggio che distorce, che manipola, un linguaggio che ci imbroglia e impedisce di capire come si possa uscire dalla condizione di vittime.

 

In una situazione del genere gli esseri umani esprimono il talento peggiore, più spregevole, il talento per la passività, quella tendenza che ci fa nascondere il volto e  ci mette paura nel dire chiaramente “IO”;  a quel punto scegliamo di dire “NOI”.

 

E’ lapidario Grossman nell’affermare: “Quando una persona si nasconde dietro il NOI non si prende la responsabilità per le proprie azioni”.

 

 

“Per questo in tutti i miei libri, i miei scritti mi sono sempre sforzato di dire, in modo forte e chiaro, la parola “IO” di parlare cioè in prima persona.

 

Nel libro “Vedi alla voce amore” ho affrontato il tema della shoah, dello sterminio degli ebrei, mi sono sforzato di capire in che modo un individuo possa conservare la propria individualità in una situazione che tende a cancellarla e ad abolire tutto ciò che c’è di umano, di unico nelle persone.

 

Nel “Vento giallo” ho cercato di affrontare il tema dell’occupazione militare dei territori ho voluto capire ciò che un’occupazione provoca sia a chi la agisce, sia a chi la subisce.

 

Ho cercato di scorgere quello che resta di umano in una situazione così disumana.

 

Quando scrivo cercando di affrontare queste tematiche provo uno stato d’animo che mi sorprende sempre: sento di potermi contrapporre all’arbitrio, alla realtà che opprime e che schiaccia la persona.

 

Quando scrivo riesco a intravedere le sfumature anche in quelle situazioni che non credevo passibili di cambiamento, di variazione. All’improvviso catturo una scintilla di libertà, una possibilità di cambiare e per una frazione di secondo mi sottraggo dalla condizione di vittima”.

 

 

Un modello, un esempio da ammirare e seguire è l’immagine con la quale David Grossman, Laura Perna e Craig Murray sono stati presentati questa mattina agli studenti intervenuti.

 

Grossman però non si sente un modello.

 

“La mia aspirazione è essere me stesso, riuscire a comunicare agli altri le voci che ho dentro in modo che chi mi ascolta o mi legge sente che ho cercato di dire “IO” , di esprimermi respirando un’aria che sia esclusivamente mia e non inquinata dagli stereotipi che altri hanno scelto”

 

 

E  quella “straordinaria lezione di umanità che David Grossman ha offerto a tutto il mondo con il suo lavoro di scrittore, di giornalista e di intellettuale e con la sua testimonianza di padre”, non è passata inosservata al pubblico che lo ha calorosamente applaudito e riconosciuto come una “persona di valore”.

 

 

Giorgia Greco

info@informazionecorretta.it

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