Minimizzare le azioni del terrorismo palestinese la regola del quotidiano napoletano
Testata: Il Mattino Data: 27 novembre 2006 Pagina: 8 Autore: Giorgio Raccah Titolo: «Gaza: appello di Abu Mazen, la tregua regge»
Minimizzare, minimizzare, minimizzare. E’ questa la regola adottata da Il MATTINO quando ci sono da denunciare le azioni di terrorismo da parte palestinese. Il lancio di razzi, nonostante la ”tregua”, continua, ma Il MATTINO relega tutto nel sottotitolo sminuendone per di più la portata. “Il cessate il fuoco violato solo da alcuni lanci di razzi. Il premier israeliano Olmert invita alla pazienza”. Poca roba… sciocchezze. I titoli strillati si fanno solo per le fasulle violazioni israeliane alla finta tregua in Libano. Poi, se per la popolazione di Sderot, a differenza di quella di Gaza, non c’è sollievo nulla importa (occhiello: “Via l’esercito dalla Striscia sollievo della popolazione”). E il titolo, invece, è dedicato al buon Abu Mazen rappresentante dei buoni palestinesi (da notare come la parola “tregua”, qualcosa di positivo agli occhi del lettore, venga associata al rappresentante palestinese). Tutto come da copione, insomma.
Il presidente palestinese ai miliziani: basta ostilità Via l’esercito dalla Striscia sollievo della popolazione
Gaza: appello di Abu Mazen, la tregua regge
Il cessate il fuoco violato solo da alcuni lanci di razzi. Il premier israeliano Olmert invita alla pazienza
Gerusalemme. Un cessate il fuoco, ancora fragile e incerto, è entrato in vigore alle 6 del mattino di ieri nella Striscia di Gaza tra l’Autorità nazionale palestinese (Anp) e Israele. La tregua, che giunge in un momento di forti pressioni americane su israeliani e palestinesi, premia gli sforzi del presidente palestinese Abu Mazen che, dopo una serie di iniziali violazioni, è riuscito a persuadere tutti i gruppi militanti palestinesi a sospendere le ostilità. Secondo Israele la tregua include anche l’interruzione del contrabbando di armi e lo scavo di gallerie sotterranee usate per il passaggio sottobanco del materiale bellico dal Sinai nella Striscia. La tregua è stata accolta con sollievo dalla popolazione civile su ambedue i lati del confine tra Israele e Gaza, esausta - da una parte - da mesi di raid israeliani, costati la vita a oltre 400 palestinesi sin dal rapimento del soldato Ghilad Shalit a giugno, e - dall’altra - dalle centinaia di razzi Qassam sparati dai palestinesi su Sderot e altri centri in Israele. Essa dovrebbe pure facilitare la conclusione dei negoziati tra Abu Mazen e il premier Ismail Haniyeh per la costituzione di un governo di unità nazionale palestinese. Il premier israeliano Ehud Olmert ha detto di essere stato informato - sabato notte dal presidente Abu Mazen - dell’accordo emerso tra tutti i gruppi militanti su una sospensione delle ostilità dalla Striscia contro Israele. In cambio il premier ha ordinato l’interruzione delle operazioni militari che erano in corso nel nord della Striscia, e il richiamo in Israele di tutte le truppe. Questo è stato completato in poche ore, come ha confermato
la stessa Autorità palestinese. Ma la tregua non si è stabilita senza difficoltà iniziali: poco prima che cominciasse sono caduti sei razzi su Israele e nelle ore successive, altri quattro, provocando danni ma nessuna vittima. L’esponente dell’Anp, Saeb Errikat, ha accusato gruppi militanti di Hamas e della Jihad Islamica di violare l’accordo. Il portavoce del governo palestinese Ghazi Hamad, esponente di Hamas, ha assicurato che da parte di tutti i gruppi armati «c’è il 100% di sforzo perchè la tregua funzioni ma non si può garantire il 100% dei risultati». Olmert ha tuttavia detto che Israele è disposto a dare prova di pazienza e che nei primi giorni eviterà di reagire a isolate rotture del cessate il fuoco. Nelle ore successive la calma si è consolidata e razzi non sono più caduti: circa 13 mila agenti armati della forza di sicurezza nazionale, che risponde direttamente a Abu Mazen, si sono dispiegati nelle aree a ridosso del confine con Israele per impedire nuovi lanci di razzi nel rispetto di un preciso ordine del presidente palestinese. Il premier Olmert ha detto che il cessate il fuoco «è destinato in ultima analisi a portare a un negoziato serio, vero, franco e diretto tra noi e l' Anp» e di sperare anche nella prossima liberazione del soldato Shalit. Da parte palestinese si afferma che il cessate il fuoco dovrà necessariamente essere esteso anche alla Cisgiordania, dove Israele dovrà sospendere la caccia a ricercati palestinesi per terrorismo in cambio di un’interruzione della lotta armata. Il segretario generale della Jihad Islamica, Ramadan Shalah, ha avvertito Damasco che il suo movimento ha accolto la tregua di malavoglia e che questa sarà rispettata a condizione che includa anche la Cisgiordania. «Questa tregua - ha detto l’ex direttore del Consiglio per la sicurezza nazionale di Israele, Ghiora Eiland - è emersa solo perchè si era creata una situazione insostenibile per tutti». Perciò, ha scetticamente osservato, durerà fino a quando a volerla saranno tutte le parti.
Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione del Mattino