Invece di riportare onestamente i fatti, IL MATTINO a pag.4, 26/11/2006, titola in maniera totalemente scorretta, dando al lettore un'immagine distorta dei fatti. Si cita Israele e non Hamas. ecco il titolo:
Continuano i raid di Israele ucciso bambino palestinese
e l'articolo:
Gerusalemme. Israele non dà tregua nei Territori. E ieri è stata un'altra giornata di combattimenti nel nord della striscia di Gaza dove Israele mantiene una severa pressione militare nel tentativo di ridurre così i lanci di razzi palestinesi verso il proprio territorio. E i palestinesi lamentano due nuove perdite: un bambino di 10 anni, colpito a morte da tre proiettili al ventre durante combattimenti nella zona di Beit Lahya, e un miliziano delle Brigate Ezzeddin al-Qassam, il braccio armato di Hamas, colpito mentre era impegnato a riprendere da vicino con una telecamera un attacco condotto dai suoi compagni. Secondo la agenzia di stampa palestinese Maan, negli ultimi quattro giorni 17 palestinesi sono stati uccisi dai militari israeliani nella striscia di Gaza. L’altro giorno alcuni gruppi armati della Intifada avevano prospettato la possibilità di sospendere i lanci di razzi verso Israele in cambio di un preciso impegno in base al quale l'esercito israeliano avrebbe cessato ogni attività offensiva verso i palestinesi a Gaza e in Cisgiordania. L'intesa era stata accettata con riserva dalla Jihad islamica mentre i Comitati di resistenza popolare si erano dissociati. L'obiettivo dichiarato dei miliziani di Gaza è di trasformare la città israeliana di Sderot (25 mila abitanti), la più vicina alla striscia, in una città fantasma. Ieri alcuni razzi hanno colpito il centro della città mentre il ministro della Difesa Amir Peretz (che vi risiede) era impegnato in una consultazione con i sindaci della zona per esaminare le loro necessità. Negli ultimi giorni Peretz si è trovato almeno tre volte a breve distanza dai razzi di Hamas. La proposta dei gruppi armati palestinesi non è stata presa in grande considerazione da Israele anche perchè ancora il quadro politico palestinese resta molto incerto. I contatti per la formazione di un nuovo governo di unità nazionale fanno di volta in volta passi in avanti o indietro. Ieri il premier Ismail Haniyeh ha tenuto a ribadire che le sue dimissioni non sono scontate: prima che esse possano avvenire Hamas dovrà aver ricevuto impegni precisi che nel nuovo governo siano rispettati i rapporti di forza con al-Fatah.
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