E’ molto probabile che l’assassinio di Pierre Gemayel, come quello del premier Hariri lo scorso anno, provocherà rabbia e disperazione nella comunità cristiana libanese, ma niente di più in un’Europa che, al massimo, si dimostra capace di esprimere solo una preoccupazione verbale. Sostenuta in questo atteggiamento dall’Onu, che ancora una volta rivela non solo la crisi nella quale inutilmente si dibatte, ma, fatto ancora più grave, la cecità con la quale sembra non vedere da quale parte stanno le responsabilità dei crimini commessi. E’ inutile avere individuato nella Siria il mandante della destabilizzazione del Libano, per poi non predisporre misure in grado di fermarne le attività terroriste. In uno scenario internazionale, che vede le democrazie occidentali incapaci di comprendere il progetto globale di conquista dell’jihad islamista, è da Israele che arrivano i segnali di pericolo più allarmanti. Boaz Ganor, direttore dell’Istituto israeliano per il controterrorismo, ha redatto una analisi, lucida quanto impressionante, dei venti di guerra che tra breve sconvolgeranno la regione. Ma, attenzione, perda ogni illusione chi crede che le prossime guerre riguardino solo lo Stato ebraico, l’jihad non ha in programma la sola distruzione di Israele, questo èsolo il collante per unificare il diviso mondo musulmano. Il passo immediatamente successivo sarà la guerra spietata contro gli stati europei, per sostituire i regimi democratici con la Shaaria, perchè l’Islam è una religione combattente, come ha insegnato Maometto, che predica il nome di Allah ma lo vuole imporre con le armi. In attesa che l’Europa si risvegli e riconosca che la fine, se non sarà capita e fermata in tempo, è vicina, vediamo le previsioni del professor Ganor attraverso l’analsi dei principali attori.
IRAN. E’ il nemico numero uno. La sua capacità di ingannare l’occidente è facilitata dai vari governi europei che riconoscono nel regime di Ahmadinejad addirittura una forza capace di equilibrio nella regione, come hanno spesso dichiarato Prodi e D’Alema. E’ l’Iran che manovra, neanche tanto dietro le quinte, le milizie Hetzbollah nel Libano meridionale, armandole nuovamente dopo la guerra di quest’estate attraverso la Siria, che da sempre è anche la sede ospitale di gruppi palestinesi terroristi. Tirarla per le lunghe, per mezzo di una intensa azione diplomatica, paralizza le cancellerie europee nella resa dei conti sulla costruzione della bomba atomica, ormai prossima ad essere realizzata. La sconfitta di Bush alle elezioni di mezzo termine ha ridato fiato, anche negli Usa, alla diplomazia come arma per combattere il terrorismo, un pessimo segnale che può portare solo ad una guerra ancora più devastante, come la storia del secolo scorso insegna.
PALESTNESI. Gli attacchi missilistici da Gaza dimostrano la totale incapacità del presidente Abu Mazen a governare la situazione. Hamas ha il controllo, e le linee guida della politica arrivano da Damasco. Di fronte a quanto avviene nella striscia, l’Europa non sa fare altro che chiacchiere, dirigendo accuse e minacce contro lo Stato ebraico, colpevole di volersi difendere. Mai una presa di posizione che condanni l’aggressione verso Israele, che non potrà sopportare ancora a lungo la caduta dei missili Kassam sulle proprie città.
LIBANO. L’islam fondamentalista si sta poco a poco impadronendo dello Stato. I leader della minoranza cristiana vengono eliminati uno dopo l’altro, l’influenza dell’Iran, è sempre più forte. Hetzbollah ha di nuovo gli armamenti che aveva prima della guerra, grazie alle forze Unifil, che controllano i movimenti di Israele, minacciando di sparare ai suoi aerei, ma chiudono entrambi gli occhi sui rifornimenti di armi iraniane a Nasrallah. Entro poco tempo , uno dei due unici stati non musulmani della regione, non esisterà più.
Il mondo, sostiene Ganor, sottostima il progetto globale dell’jihad. Al Qaeda, con tutte le sue cellule, è attiva anche nella regione, e nei prossimi mesi scatenerà pesanti attacchi contro Israele. L’ha annunciato Zawahiri, il vice di Bin Laden, e non c’è motivo di non credergli. Al Qaeda è presente in Giordania, Amman è sovente al centro di attentati, in Egitto è ai livelli più bassi il controllo del traffico di armi che dal Sinai arrivano a Gaza. Insomma, entro poco tempo ci sarà un’altra guerra, dalle dimensioni non ancora prevedibili. Israele sarà lasciato solo ?