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Il Foglio Rassegna Stampa
24.11.2006 "Tradimento: la Francia, gli arabi e gli ebrei"
è il titolo di un libro del giornalista inglese David Pryce-Jones, intervistato da Amy Rosenthal

Testata: Il Foglio
Data: 24 novembre 2006
Pagina: 1
Autore: Amy Rosenthal
Titolo: «"Tradimento"»
Dal FOGLIO del 24 novembre 2006:

Gerusalemme. David Pryce-Jones ci dice che è stata la rabbia a spingerlo a scrivere “Betrayal: France, the Arabs and the Jews”, il suo ultimo libro sul “tradimento” di Parigi nei confronti dell’occidente. “La Francia è la nazione che ha promulgato i Diritti dell’uomo e che ha governato il proprio popolo sulla base della libertà, dell’uguaglianza e della fraternità – spiega il giornalista inglese, che ha lavorato, tra gli altri, al Financial Times e allo Spectator e oggi è senior editor della rivista conservatrice americana National Review – Ma ha tradito questi principi. Per quanto riguarda gli arabi: la Francia, fin dai tempi di Napoleone III, si è definita una ‘puissance musulmane’, ha incorporato i musulmani nei progetti francesi e ha fatto con i musulmani tutto ciò che serviva alle politiche francesi. Quanto agli ebrei, gli è stato concesso tutto nella loro qualità di individui, ma nulla nella loro qualità di nazione. Questo ha fatto sì che lo stato francese abbia considerato illegittimo il sionismo, prima, durante e dopo la fondazione dello stato di Israele”. (segue dalla prima pagina) Pryce-Jones dedica un’ampia sezione del suo libro all’ayatollah Khomeini e all’attuale ruolo della Francia rispetto all’Iran. Dice che i francesi avevano concesso asilo a Khomeini nel 1977 perché speravano di ottenerne prima o poi qualche vantaggio. “Tuttavia – spiega – rimasero poi sorpresi nello scoprire che ‘il vero Khomeini’ era altrettanto antifrancese quanto anti qualsiasi altri. Oggi, nei rapporti con l’Iran, vediamo che i francesi intendono seguire il più a lungo possibile la tattica del non prendere decisioni, rinviandole continuamente e proclamando che bisogna lasciare alla diplomazia tutto il tempo necessario che le occorre”. Riguardo alle dichiarazioni del primo ministro francese, Dominique de Villepin, secondo il quale “all’Iran non dovrebbe essere permesso di avere armi nucleari”, Pryce-Jones commenta sarcastico: “E’ molto bello fare simili dichiarazioni, soprattutto quando le élite francesi si preoccupano scrupolosamente che le iniziative per impedire all’Iran di procurarsi armi nucleari non siano mai messe in pratica”. Domandiamo a Pryce-Jones se prevede la possibilità che in un prossimo futuro la Francia muti la sua politica estera, allineandola con quella di altre nazioni occidentali, come gli Stati Uniti o l’Inghilterra, per esempio. “Mi sembra molto improbabile – risponde – Sfortunatamente l’élite francese è ossessionata dall’idea di dover avere un ruolo di primissimo piano nel mondo e non sarà mai soddisfatta fino a quando non si convincerà di averlo. La Francia non è preparata ad avere nel mondo una posizione che non sia di massimo livello”. Da questo punto di vista, continua con durezza lo studioso inglese, la Francia “assomiglia molto agli islamisti” e per questo non vorrà mai cambiare la sua politica, soprattutto nel momento in cui questo potesse suscitare “l’impressione di una resa agli Stati Uniti”. Riferendosi al “messaggio fondamentale” del suo nuovo libro, Pryce-Jones aggiunge: “Ciò che voglio dire è questo: ci troviamo in guerra con gli islamisti radicali, persone che vogliono imporci il loro modo di pensare e il loro stile di vita. Alcuni di loro sono pronti a usare la violenza per mettere in pratica le loro idee. Ovviamente, la civiltà occidentale deve difendersi da questi atti di violenza, ma un paese come la Francia, che si aggrappa a illusioni e che cerca di persuadere il mondo che queste illusioni siano la realtà, ci espone a un grave pericolo. La Francia non soltanto spezza l’unità dell’occidente, ma offre anche agli estremisti musulmani una fessura attraverso la quale penetrare nella nostra società e distruggerci”.

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