Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Conflitto tra Olmert e Peretz sui contatti con Abu Mazen polemiche sull'uso di informazioni riservate da parte del premier
Testata: Corriere della Sera Data: 23 novembre 2006 Pagina: 19 Autore: Davide Frattini Titolo: «Israele, Olmert spia Peretz Intercettato con Abu Mazen»
Dal CORRIERE della SERA del 23 novembre 2006:
GERUSALEMME — Ogni mattina sul tavolo del primo ministro arriva un dossier. Materiale super- segreto, codice «nero». Colore scuro per informazioni oscure. Che dovrebbero rimanere nella stanza (e nella testa) del premier e non sono destinate a essere diffuse, spesso neanche tra i ministri del governo. Eppure Ehud Olmert — racconta il quotidiano Yedioth Ahronoth — avrebbe sfruttato quei documenti di intelligence nello scontro politico con il ministro della Difesa Amir Peretz. Una mischia che va avanti da domenica, da quando il leader laburista ha annunciato di aver parlato con il presidente palestinese Abu Mazen per negoziare un cessate il fuoco. Prima Olmert ha bacchettato Peretz: «Con Abu Mazen ci parlo io». Alla replica «mi ha telefonato lui, che cosa facevo non rispondevo?», dall'ufficio del premier è stata fatta filtrare la notizia che a chiamare per primo sarebbe stato il ministro della Difesa e che la conversazione sarebbe stata banale, senza che venisse affrontata la questione di una tregua. Insomma, sarebbe solo stato il tentativo di Peretz di ottenere qualche titolo sui giornali. La guerra delle soffiate adesso rischia di ritorcersi contro Olmert. Perché l'unico modo per sapere i contenuti di quella chiacchierata — scrive Yedioth — è avere accesso al «dossier nero», dove verrebbero raccolte anche le intercettazioni che riguardano Abu Mazen. «Al massimo, Olmert — commenta il generale della riserva Yossi Ben Ari sul sito Ynet — avrebbe dovuto convocare Peretz nel suo ufficio a porte chiuse. Lo Stato investe molto denaro per raccogliere notizie di intelligence che devono aiutare a prendere decisioni strategiche, non a screditare i politici israeliani. Anche perché quando ascolti gli avversari è inevitabile sentire qualcosa che riguarda le tue forze». Anche il fatto che i servizi israeliani starebbero intercettando Abu Mazen — rilevano gli esperti — dovrebbe restare segreto. I portavoce del premier hanno smentito che siano state utilizzate informazioni classificate. Olmert è finito comunque sotto attacco da destra e da sinistra. «Se è vero, vuol dire che siamo tornati agli anni Cinquanta, quando Ben Gurion usava cinicamente notizie di intelligence nelle sfide politiche interne», commenta Ran Cohen di Meretz. Yuval Steinitz (Likud) è stato il presidente della commissione Esteri e Difesa della Knesset e sul suo tavolo ha visto passare molti dossier classificati. «Non li ho mai adoperati per rafforzare la mia posizione, proprio per paura che notizie riservate diventassero pubbliche». Il caso del «dossier nero» dimostra quanto i rapporti tra Olmert e il suo ministro della Difesa siano tesi. «Non possono essere lasciati da soli in una stanza perché finirebbe male», commenta una fonte del governo a Yedioth. Ilprimo ministro starebbe pensando di sostituire Peretz, ma prima deve capire se i laburisti siano pronti a lasciare la coalizione per protesta. Il candidato più probabile alla Difesa sembra Ehud Barak. Una scelta che impedirebbe a Peretz di andarsene via portandosi dietro il partito.
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