Il sistema costituzionale dello stato di Israele sintesi di un convegno sul tema tenutosi alla Camera
Testata: Agenzia Radicale Data: 22 novembre 2006 Pagina: 0 Autore: un giornalista Titolo: «Il sistema costituzionale dello stato di Israele»
Dal sito NUOVA AGENZIA RADICALE
News del 16-11-2006
Su questo tema si è svolto ieri pomeriggio presso la Sala del Refettorio della Camera dei deputati il Forum organizzato dall’Associazione “AmicidiQuaderniRadicali”, per la presentazione del testo curato da Tania Gruppi, Emanuele Ottolenghi e Mordechai Alfredo Rabello e redatto da accademici israeliani e non israeliani, appunto, sul sistema costituzionale dello stato di Israele (editore: Giappichelli di Torino): sono intervenuti i prof. Francesco Clementi, Andrea Lattes e Francesco Lucrezi e, per “AmicidiQuaderniradicali”, Giuseppe Rippa e Silvio Pergameno; moderatrice Elena Lattes.
Sistema costituzionale, e non costituzione, è giusto definire il corpus delle leggi fondamentali dello stato di Israele, in quanto non si tratta di un testo unitario, redatto da un’assemblea costituente, ma di alcuni principi che fanno capo alla Dichiarazione di indipendenza e a un gruppo di leggi particolari, via via dettate nel corso del tempo; non quindi una costituzione nel senso comune ai paesi dell’Europa continentale, e meno che mai una costituzione rigida, non modificabile se non attraverso procedure più complesse e articolate di quelle proprie della legislazione ordinaria: diritto, stato, istituzioni nel concreto operare, con massima attenzione alla fattualità.
Chiara l’influenza della common lawbritannica, ma altrettanto forte la tradizione ebraica, che si è sempre ispirata a principi di forte ancoraggio alla realtà nel suo complesso divenire. Paese multietnico, multireligioso e multiculturale, Isarele ha prodotto un sistema costituzionale che ha consentito la convivenza di tradizioni e popolazioni diverse, per decenni, durante i quali le minacce erano venute dall’esterno, fino allo scatenarsi dell’aggressione fondamentalista: l’unica democrazia mediorientale ha così retto e continua a reggere anche nelle difficilissime condizioni attuali per la sicurezza esterna. Sta qui il miracolo israeliano: un esercito e un’intelligence molto forti, ma senza che i principi siano compromessi. Su tutto l’apparato statale e sul rispetto delle norme fondamentali veglia la potentissima Corte di giustizia, che colpisce inesorabilmente anche le piccole deviazioni. E senza dimenticare che lo Stato di Israele nasce dall’Olocausto, la più aberrante delle tragedie conseguenti all’odio per la democrazia nel secolo ventesimo.
Ruolo determinante, per assicurare la convivenza interna, la delega alle istituzioni religiose del diritto di famiglia, che è una ispirazione istituzionale derivata dall’impero ottomano, e non è un caso (sostanzialmente “medioevale”, legata cioè al principio della personalitàdellalegge, l’esatto opposto del criterio territoriale delle legislazioni europee, di ispirazione giacobina, che sotto il profilo sociale presuppongono la base nazionale e che entra in crisi con i presenti fenomeni migratori).
Il punto trascurato da Israele? La ricerca - come ha sottolineato Rippa - di interlocutori validi, nel mondo arabo, che si risolve poi nel problema del sostegno dell’approccio alla democrazia in questo mondo: la democrazia israeliana nella sua realtà vitale è un rischio mortale per i regimi fondamentalisti e tirannici del medio oriente.
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