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Avessero almeno il coraggio delle loro azioni ... 20/11/2006
Spettabile Redazione,

Dimitri Buffa su “L'Opinione” del 17 novembre scorso aveva definito le
manifestazioni “per la pace” organizzate dalla sinistra «distinte, ma
unite nella demonizzazione» dello Stato di Israele, e non si sbagliava.
Lo squallido cerimoniale di irrazionale odio antisemita è stato infatti
scrupolosamente rispettato, benché qualcuno abbia cercato di salvare il
salvabile (ammesso e non concesso che ci fosse qualcosa da salvare)
sottolineando la compostezza dei manifestanti milanesi rispetto ai
teppisti in azione a Roma. In realtà, come sottolineava giustamente la
Signora Deborah Fait nel suo editoriale del 19, entrambe le
manifestazioni nulla hanno avuto a che fare con la causa della pace,
essendo palese l'ostilità pregiudiziale dei partecipanti contro gli
ebrei e contro Israele. Non a caso, nella “pacifica e civile”
manifestazione di Milano si sono visti cartelloni del seguente tenore:
“Via il muro della vergogna” (così i terroristi possono entrare
indisturbati in Israele, ovvio!); “Olmert macellaio”; (Nasrallah e
Ahmadinejad invece cosa sarebbero? Angioletti e cherubini?);
“Olmort”;“Israele = nazismo” (vecchio squallido ritornello). E poi,
ovviamente, la stella di Davide grondante sangue messa a fianco ad una
svastica. Naturalmente, nessun accenno alle responsabilità di Siria ed
Iran ed al loro dichiarato criminale proposito di sterminare gli ebrei.
Rimarchevole poi la chiarezza di idee dei pacifici manifestanti: un uomo
che marciava con un cartello su cui era scritto “Via Israele dai
territori occupati”, alla domanda di un giornalista del TG 5 «e cosa ne
pensa dei razzi Qassam lanciati da Hamas dopo il ritiro da Gaza? » ha
risposto: «ahm, ehmmm, uhmmmm.... behhh, io non li avrei tirati» (che
bravo!) «ma agli israeliani dico: bisogna trattare». Ecco dunque,
secondo i benpensanti, il vero problema per raggiungere la pace tra
Israele ed i suoi vicini: costringere gli israeliani a trattare.
Semplice, no?
La verità è che ormai il re (ossia il pacifismo) è nudo, essendosi
totalmente esaurita la foglia di fico delle buone intenzioni, proprio
come la leggendaria pelle di zigrino del romanzo di Honoré de Balzac.
Non ha infatti alcun senso continuare a sproloquiare di “due Stati, due
popoli” e “di accordi di pace” dato che sono proprio i referenti dei
pacifisti, ossia Hamas ed Hezbollah, a dire chiaramente come il problema
non sia “l'abbandono dei territori occupati”, bensì l'esistenza dello
Stato di Israele che deve essere cancellato dalla faccia della terra,
punto e basta. Pretendere dal Governo di un Paese civile il
raggiungimento di un accordo con chi ne reclama a gran voce la totale
distruzione è un'evidente stupidaggine che non merita ulteriori
commenti. Semmai è da sottolineare come i dirigenti politici promotori
delle manifestazioni si comportino da piccoli uomini miserabili e
meschini, abili nello scagliare il sasso e nel ritirare poi la mano. È
il caso di quell'omuncolo scervellato di Diliberto, che ha creduto di
salvare la faccia definendo “provocatori” gli scellerati che hanno
bruciato i manichini a Roma in segno di odio anti-ebraico ed
anti-occidentale. Davvero l'onorevole segretario del Pdci crede che gli
italiani siano così stupidi da aver dimenticato i suoi amichevoli
incontri con l'assassino Nasrallah, che oltre a bruciarli in effige gli
ebrei li fa ammazzare in carne ed ossa dai suoi tagliagole ogni volta
che se ne presenta l'occasione? Ma che razza di uomo politico è
Diliberto? Un soggetto simile non è neppure un uomo, è una completa
nullità, al pari dei suoi degni compari, Rizzo, Paolo Cento e Caruso!
Altro che eredi della tradizione socialista europea; questi sono gli
abominevoli continuatori della prassi nazionalsocialista hitleriana, i
degni seguaci di Goebbels e Streicher, i nuovi maestri dei falò in
piazza e della laida propaganda antisemita. Avessero almeno il coraggio
delle proprie azioni, invece di invocare vigliaccamente “i provocatori”
che turberebbero le loro “pacifiche” manifestazioni, quasi che tali
“provocatori” arrivino dal pianeta Marte e non dalla scuola dell'odio di
codesti signori che sono la vergogna dell'Italia.

Molti cordiali saluti
Luigi Prato, Sassari

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